lunedì 25 giugno 2007
La pubblicita' in cui credo
Questo annuncio ha vinto un Leone d'oro nella categoria "Outdoor" al Festival della Pubblicita' di Cannes di quest'anno. E' il mio preferito. E' cio' che intendo per comunicazione commerciale con finalita' sociali ed educative. Comunicando il valore di un prodotto si puo' sempre provare a dare, a mio avviso, una connotazione carica di valori al messaggio. Una connotazione piu' ricca, piu' impegnata, non strettamente legata ai prodotti. Io credo fortemente che la pubblicita' possa essere educativa anche quando e' prettamente commerciale e non dichiaratamente no-profit. I valori, i temi forti, le speranze, il buonsenso, i denominatori comuni, gli argomenti trasversali e intercontinentali, i retaggi universalmente condivisi possono emergere anche quando stiamo pubblicizzando una macchina, uno shampoo, un servizio telefonico o, come e' evidente, i giocattoli Lego. Non emergono ovviamente a livello denotativo, a prima impressione cio' che colpisce e risalta sara' la macchina, lo shampoo, il giocattolo, etc. Emergono invece a livello sotteso, connotativo, e per questo acquisiscono un significato e un valore ancora piu' forti.
Il senso del messaggio sara' allora piu' profondo, piu' ricco, fara' pensare, generera' riflessioni, magari discussioni, attivera' i cervelli. Ecco come la pubblicita' potrebbe entrare nei tessuti sociali e culturali per provare a produrre cambiamenti. Se parliamo di una macchina che va piu' veloce, la gente ci ascolta, ma solo per 30 secondi. Se magari invece parliamo di una macchina che va normale, ma a idrogeno, forse l'attenzione per quei 30 secondi di spot potrebbe poi diventare argomento di discussione, di dibattito, di scambio di opinioni negli ebeti salotti affollati di sguardi passivi davanti le Tv la domenica pomeriggio o la sera a cena. Certo, ci vuole un grande impegno da parte delle aziende a creare e commercializzare prodotti veramente utili al miglioramento della qualita' della vita. Ma una volta che questi ci sono, penso che ogni creativo possa contribuire a ideare campagne dove partendo dal valore intrinseco del prodotto si possa finire a toccare temi piu' ampi e piu' importanti. Magari non sempre ci si riesce, pero' si puo' sempre riuscire a provarci. E' quello che faccio ogni giorno a lavoro con ogni prodotto che mi trovo a pubblicizzare. Cerco sempre di trovare il suo valore "collettivo", la sua "utilita'" al miglioramento della qualita' della vita. E, se lo trovo, trovo anche il modo di comunicarlo.
E' cosi' questo esempio di impegno sociale-commerciale di Lego. Bambini al posto di uomini nella strafamosa immagine storica di New York. "Builders of Tomorrow". E' un messaggio detto da una societa' di giocattoli. Ma non da' positivita'? Energia? Non da' speranza nel domani? Non e' una miccia che scatena voglia di credere in un futuro migliore? Non parla di un prodotto, banale agli occhi dei piu', dotandolo di un grande valore in prospettiva? Non parte dal prodotto per andare a toccare argomenti di interesse universale? Si'.
I bambini che oggi giocano con i Lego, saranno domani ingegneri magari, architetti, che determineranno le nostre configurazioni ambientali e urbanistiche. Ecco il senso di responsabilita' sociale e collettiva anche da parte una di una azienda di giocattoli.
Di questo sto parlando.
Grande, potente annuncio di "valore".
Me lo Lego al dito.
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1 commento:
condivido
baci cin amore mamma
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