sabato 29 settembre 2007

The long weekend - Sabato

Tre parole: Un weekend perfetto.
Altre tre: Pieno di sorprese.
Altre tre: Ora vi racconto.

Passo un venerdi' sera spagnolito al Fiesta Festival. Qui non lo fanno a Capannelle ma a Darling Harbour. Il festival e' simile ma meno triste e meno coatto. Anche meno spagnolo devo dire.

Sabato mattina mi alzo, giornata strepitosa, e vado a correre nello sconfinato verde del parco sotto casa. Ero gaudio. Correvo proprio felice, tra le persone che passeggiavano, i vecchietti a leggere libri, le mamme con i bambini, chi portava a spasso il cane, insomma mi e' sembrato di essere nel mondo dei Playmobil. Era talmente bello quello che vivevo mentre correvo che ad un certo punto mi sono fermato e ho scelto di camminare per non perdermi quei momenti nella velocita' della corsa. La vista di Sydney a cielo aperto era magnifica. Questa citta' e' talmente bella quando c'e' il sole che sembra finta (forse un po' lo e'). Mi brillavano gli occhi da quanta energia c'era intorno e allo stesso tempo da quanta tranquillita'. Non mi era mai capitato di arrestare la corsa per assaporare meglio degli istanti. L'ho fatto e me li sono gustati fino in fondo al parco. E proprio in fondo al Parco e' successo l'inimmaginabile. Scovo con la coda dell'occhio dei lagazzi a giocale a pallone. Elano koleani (olmai e' la mia condanna). Mi avvicino solnione e plendo uno dei palloni che avevano lasciato a boldo campo. Inizio a palleggiare coatto, da chi e' de Roma e ar pallone je da' der tu. Insomma , mi presento non presentandomi, ma solo scoattandomela apertamente accarezzando la palla ad ogni tocco come fosse la mia donna. E l'occhio di lince di chi la sa lunga, della serie "Vensegnio io aggioca'ppallone". I koleani lestano nel lolo. Mi si avvicinano pero' tre ragazzi. Non koreani, dall'aspetto europeo a primo acchitto. Inizio a parlare con uno di loro (spagnolo dai lineamenti). Parliamo fluentemente in Inglese, mi sono sopreso di lui e di me.
Poi, curioso, gli chiedo - "Di dove sei?"
E lui - "Italiano"
E io - "Come italiano, ma parli benissimo inglese! Di dove sei?"
E lui - "De Perugia"
E io - "Ma come de Perugia! Quette posse arrabbitte!"
E lui - "Beh, piu' precisamente di Foligno! El conosci?"
E io ero gia' per terra con le lacrime agli occhi. Non ci credevo. E' stato impossibile. Avevo paura a toccarlo per capire se era vero.
E io - "Ma non ci credo, io sono di Perticano. El conosci?"
E lui - "Me pare d'avello sendido, che e' ndo sta' Monte Cucco?"
E io - "No vabbe' ma qui e' l'apoteosi, quecce voi fa, semo fatti cuschi'..."
Insomma sto ragazzo si chiama Fabio, con lui Daniele (anche lui di Foligno) e Mirko, un ragazzo di Vicenza.
Neanche a dirlo, in tre secondi e' ITALIA-KOREA. Match intercontinentale nel campo neutro di Sydney. E' finita 1 culo enorme che gli abbiamo fatto a zero. Ma c'e' dell'altro.
Ad un certo punto, con i koreani sotto assedio, si avvicinano imperscrutabili e imponderabili, nonche' coattissi e spavaldissimi, 10 brasiliani. Una comitiva intera, 5 brasiliani e 5 spagnoli per la precisione. Scatta il torneo 5 contro 5. Ma poi no, la scelta si trasfroma in un 10 contro 10 a tutto campo. Il patto atlantico schiera ITALIA/KOREA contro BRASILE/SPAGNA per la compagine guerra civile. E' finita 1 culo enorme che ci hanno fatto a zero. Ma gli scoreani sono proprio pippe! E dai, ma torna in korea! Ma che devo veni' a pelde col blasile a Sydney pel colpa tua! Dai, fai il selio polca miselia!
Cmq la vera notizia e' che finita la disfatta mi sono messo a parlare con un ragazzo spagnolo, Vincenzo, di Valencia. Ho scoperto che ha trascorso un anno a Roma. Ha fatto l'Erasmus. E indovinate dove? Alla Lumsa, la mia ex-universita', e per di piu' nello stesso anno in cui mi sono laureato. Solo che ci siamo incontrati per la prima volta qui. Piccolo mondo.
Due sorpresone (di Foligno ancora sono sconvolto) in una sola mattinata.

Ma non e' finita.
Il pomeriggio vado in giro per negozi ed entrando casualmente in uno, porgo disattento l'orecchio alla radio. Ora dico, a Roma avro' fatto un bel po' di radio, ne avessi mai sentito uno. In macchina, nei negozi, a casa, niente. Qui ne ho fatto uno (no vabe' qualcuno di piu') e quello ho sentito. Proprio quello con le voci delle due barbie patatone! Che dialogo ragazzi! Che porcaggine. Che tajo. Mi sono messo a ridere dentro il negozio come un ebete. Pero' mi ha fatto piacere.

E non e' finita.
La sera vado a Bondi al barbie organizzato da un amico francese del Solfrins.
E' uscito fuori l'animo del fochista e del braciolaro che e' in me. Me so messo a fa' la carne a tutto spiano. Bistecche, bacon, tutto quello che mi capitava sotto mano (fortunatamente e' capiata roba buona...;). Innafia di qua con l'olio, spizzica di la' col sale, infiora con uno sprazzo di pepe, amalgama e rosola su motivi di aceto balsamico. Condisci con risate e del buon vino nel patio a due passi dal mare. Una chitarra.
E servi una piacevole serata a volonta'.
Sabato 29 Settembre 2007 e' stato un gran bel sabato.

venerdì 28 settembre 2007

Che bel post

Ok, ora che sono famoso mi posso anche rilassare un po'. Ne ho abbastanza di stare sui giornali e della vita mondana. Ho comprato gli occhiali scuri, creme abbronzanti, penna e taccuino. Ma gli occhiali non sono perche' sinno' rischio che la gente mi riconosca, ne' la penna e il taccuino mi servono per gli autografi. Che ci faccio? Me ne vado a fare un altro viaggetto. Qui c'e' il fine settimana lungo, lunedi' e' festa dei lavoratori. E dato che a S. John Square non fanno il concerto, e a Sydney e' il fine settimana delle finali di Rugby e di Aussie Rules, io me ne esco dalla mischia. Pensavo ad un week-end tra i vigneti della Hunter Valley, invece scatta il viaggio on the road lungo la costa sud-occidentale. Prendiamo la macchina e via, si va dova va il vento. E credo che il vento ci portera' fino a Jervis Bay. Una baia semi-incontaminata che, a quanto si dice, sembra possedere le spiagge con le sabbie piu' bianche e le acque piu' trasparenti del mondo. Questo lo sapro' solo quando saro' li', ma per ora le immagini promettono bene.




Cmq, per par condicio, visto che nei post precedenti ho parlato e mostrato pulzelle per il pube-lico maschile, prima di partire voglio augurare un grande weekend, regalando pulzelli, al pubblico femminile. Sul blog di un mio amico, Alessandro (anche lui qui a Sydney e storia parallela alla mia, ma con un altro mestiere) ho letto che i giocatori di rugby australiano hanno fatto un calendario per beneficenza. Mi avevano chiesto di partecipare, ma ho declinato dicendo che avevo lasciato il fisico a Roma. Buon fine settimana, e buona visione.


Syso Morning Herald

Eccotelo tie'.
Ho rimediato i pdf della campagna. Ora manca solo che mi diano lo spot e siamo al completo. Da dietro, di profilo, di fronte. Penso che se commetto qualche marachella, la polizia di Sydney avrebbe gia' le foto per schedarmi. Oggi sul giornale la versione di nuca e' stata accompagnata da quella di guanciotta. Bella li', tutta da spizzicare. Devo dire pero' che nella posa da vasca sono venuto decisamente meglio.





Pasta e parole

Ci sono parole che pronunciavo quotidianamente fino a sei mesi fa. Parole di casa, di mamma, di cucina, di tavola, di pranzi, cene, di intimi momenti italiani. Sono parole che molti di voi continuano a pronunciare ogni giorno e proprio per questo forse possono risultare banali, scontate o vuote di significato. Non lo sono, per chi vive lontano. Non immaginate nemmeno quanto sia fragrantemente significativo dire, ad esempio, 'Tagliatelle'. Per quanto mi riguarda, mi emoziona. Di un'emozione nata dalla lettura di un articolo di giornale locale, o ancor di piu' dalla conoscenza di anziani italiani emigrati anni or sono, che hanno creato qui le loro botteghe, panetterie o pastifici, genuini come tanti anni fa. Leggere sulle loro lavagne ravioli freschi, gnocchi, fettuccine, orecchiette, rosetta, ciabatta e' qualcosa che ti scalda il cuore quando vivi a 16.000Km di distanza dal luogo d'origine di quelle stesse parole. E inizi a sentire profumi, ricordi, immagini, sapori come fossero veri. Basta che 'chiudi gli occhi e apri la bocca', come mi dicevano spesso papa' e mamma da piccolo per sorprendermi con qualche piatto speciale. L'emozione piu' grande me l'ha data soprattutto l'osservare che le parole delle paste erano scritte totalmente e correttamente in italiano. Ovvio, loro sono italiani, ma che gioia. Finalmente. Che sintonia, che musica, che intonazione soave. Ta-glia-tel-le, Fet-tuc-ci-ne...con le 'e' alla fine. Ahh, un piacere. C'e' un qualcosa di enormemente stridente e fastidioso, quasi come facessi uno sforzo acustico, quando senti pronunciare (per oltre 6 mesi) 'Fettucciniiii bolonesiiii' . Entri in dissonanza cognitiva e nun te ripii piu'. Per fortuna il signor Antonio e la signora Agata (panettieri) e la signora Franca (nonna che fa la pasta artigianale) mi hanno rincuorato (e ridotto a zero la dissonanza, oltre che riempito la panza). Parafrasando Battisti: "Come puo' uno spaghetto allo scoglio, arginare il mare. Anche se non voglio, torno gia' a volare. Le rosette farcite, le pennette condite...". O ancora con Marcella Bella: "Mi ricordo lasagne verdi...". Dopo tanto, troppo, ho beatamente soddisfatto le papille (e le pupille) gustative. Tutto questo per dire solo una cosa: Mamma, mi manchi.
Il tuo sisetto indifeso e affamato. Unghe'.
Ciao, piccola grande Pinuzza.

giovedì 27 settembre 2007

Bi(ri)kini

Ieri mattina avrei voluto volentieri saltare l'agenzia per andare al mare. Era una gran bella giornata. Averlo fatto davvero, queste foto ora ce le avrei sulla mia macchinetta.
Ieri a Bondi 1010 signorine in bikini hanno posato sulla spiaggia per formare le lettere di un famoso magazine femminile. Scrive il SMH - "E' stato il piu' grande scatto fotografico di persone in custume di sempre. E' il nuovo Guinness world record". Wow, che notiziona, il fotografo sara' veramente orgoglione. Pero' un pregio ce l'ha: di certo, potra' sempre dire che il record l'ha fatto a pezzi. :)