venerdì 30 novembre 2007

ITALIAN SUNSET PARTY



Ieri sera, per celebrare questa bella vacanzina in Nuova Zelanda che sto per fare, ho invitato a casa un po' di amici per l'incommensurabile "Italian Sunset Party".
Ho cucinato una roba come 7 kg di pasta per tutti, mentre guardavamo il sole tramontare ad ovest, tra l'avvampante rosso australe e l'intensissimo blu italiano. A far da cornice, quello splendore del rooftop del palazzo dove abito.





Devo dire che la festa e' veramente riuscita.
Le persone che volevo, un location mozzafiato, buona pasta Italiana (mamma mia quanto adoro cucinare) e soprattutto, la musica italiaottanta che piu' italiaottanta non ce ne'.
Heather Parisi, Nada, Raffaellona Carra' (a Maracaibo ballavano pure le piante).
Certo va bene "Disco bambina", "Le Cicale" e "Tropicana", ma quando e' arrivata "Boys Boys Boys" di Sabry Salerno e Jo Squillo e' successo l'inimmaginabile.
Ne ho viste qui di cose che voi Italiani non potreste neanche immaginare, cose strane, assurde, cose di cui normalmente si dubiterebbe dell'esistenza. Ma che Francesi, Brasiliani, Scozzesi e Australiani CONOSCESSERO o avessero solo sentito per sbaglio "Boys Boys Boys" credo sia qualcosa di sovrannaturale. "E' stato un successone degli anni 80' in tutta l'Australia e un po' dovunque..." - mi e' stato risposto - "la ballavamo tutti...Boys Boys Boys, I'm looking for a good time...Boys Boys Boys, get ready for my love...".
Dopo cio', il party ha acquisito note di deliri e risate da mal di pancia.

Ci siamo divertiti. Sono proprio contento.













Ah, a proposito di REAL ITALIAN PASTA (era ora che questi sapessero come se magna), ecco il menu':
  • Fusilli con pomodorini freschi, olive, mais e basilico.
  • Farfalle tonno e zucchine, con accenti di prezzemolo (che sta sempre in mezzo).
  • Insalata di riso alla sisotto.
E per finire, le indimenticabili, insuperabili:

  • Orecchiette con pesto, gamberetti e pomodoro fresco.
  • Insalate varie
  • e direi che va bene pure cosi'.

Beh, adesso e' ora di preparare lo zainone.
Sto per partire per un grande viaggio nella Terra del Signore degli Anelli.
Saro' in Nuova Zelanda all'avventura per tre settimane.
Torno giusto in tempo per il Natale e Capodanno qui a Sydney.
A meno che Gandalf non mi apra un portale mentre sono tra le pecore neo zelandesi in aperta campagna, non credo riusciro' ad aggiornare il blog. Lo faro' sicuramente al ritorno.
Cerchero' cmq di connettermi ogni tanto per controllare la mail.

Una baciotto sisotto downunder a tutti i lettori.

Baciotti e abbracciotti fortissimi a Fefotto, Pinuzza, Manzu e Imoletto.
Vi voglio bene famiglia, tanto. :)

See you soon mates!

Ciao, Siso.

martedì 27 novembre 2007

Testa selvaggia


"...la testa ordinata pensa ai gesti e alle loro conseguenze. Pensa ai rischi. Pensa alla morte...La testa selvaggia è irresponsabile. E non perché ignori i rischi, semplicemente crede che si debba rischiare per raggiungere la quiete finale. Perché il cervello si chiuda. Allora pensa alla libertà. Come una sfera di cristallo piena di fiocchi di neve che dopo uno scossone si quietano. Finalmente si quietano."



Ho letto queste parole, tratte da un libro di Marcela Serrano (che se lo chiudi diventa Marcela Serranda), sul blog di una persona straordinaria. Le ho volute trascrivere su questa mia pagina. Il motivo è semplice: le sento mie.
Dopo troppo tempo lasciato nelle mani dell' 'Apollineo', adesso, e da adesso, è il 'Dionisiaco' a tracciare la via. Ce n'è voluto per accettarlo. Oggi proprio facevo una riflessione. Ho pensato che il genere umano è diviso in due semplici tipologie di persone: quelli che determinano i cambiamenti e 'fanno', e quelli che subiscono i cambiamenti, si adattano, si accontentano, e 'seguono'. Ho concluso la riflessione con un compiaciuto sorriso. Prima avevo paura ad essere me. Non è mica facile accettare il fatto di essere una 'testa selvaggia'. Da qui nasceva l'inquietudine e l'insoddisfazione. Dal vivere una vita 'ordinata', ordinata e preimpostata all'esterno, quando sentivo invece degli impulsi irrefrenabili di cambiamento e azione provenire da dentro (a volte erano solo puzzette). Ecco che quando invece ho 'agito' come sentivo di dover e voler fare, il mio mondo è cambiato, prima di tutto la mia visione e percezione della realtà. Le cose so due: Agire o Subire le azioni degli altri e accontentarsi. Ma per quanto ti accontenti, resti sempre in quella campana di vetro, non la rompi mai. Arrivi dove gli altri vogliono che arrivi, e non ti fanno andare oltre. Se agisci invece ti liberi, ma rischi di rimanere solo. Perché gli altri non capiscono, ma poi ti seguiranno. Non è semplice acquisire consapevolezza che tu sei uno di quelli che 'agisce', che 'fa'. Un maratoneta, che sente di avere il passo buono per staccare il gruppo, tutto ciò che lo trattiene o che lo vorrebbe trattenere. Solo che poi il maratoneta si trova solo. Il suo mondo alle spalle, la strada da tracciare ancora ignota. E allora, in un limbo, dove è giusto guardare? E' facile 'seguire', è facile percorrere le orme già percorse (usi solo la ragione), ma quando è il cuore a dettare i passi? Quando è quell'irrazionalità? Quando non ci sono passi da seguire, ma solo i tuoi nuovi passi da 'fare'? Come i primi pionieri qui in Australia. Le navi sono un limbo. Che fai torni indietro o vai avanti, ben sapendo che la rotta la stai segnando per la prima volta tu? Quelli sono andati avanti. E hanno scoperto l'Australia. E ci vado pure io.
Mi piace tutto questo. Mi piace la consapevolezza che sto segnando la mia rotta e i miei passi da solo. Un pioniere di me stesso, come ho sottotitolato il blog. Ecco, ora so cosa significa. Significa che scegli di 'agire', di 'farti' la tua vita. Scegli di mettere il primo piede sulle rive di quel continente sconosciuto e incontaminato che è il tuo futuro. E a guidarti, a gonfiarti le vele, c'è l'indomabilità della tua testa selvaggia.

Live life, eat passion.

Questo il mio pay off in questa fase della mia vita.

E cmq, viva l'Australia.

domenica 25 novembre 2007

Il Tamagotcha: De Chinesis in domo importantia

C'è un nuovo inquilino che bazzica a casa. E' Chris, il "Tamagotcha".
Ha sostituito Dominika, la giovane e viziata ragazza di Bratislava. She was a pain in the ass. Non puliva mai, lurida, caciarona, co ste chiappe sempre de fora, timida....timida? Co sta faccia da zoccola?! A bambolì, ma vattelappiander...! E così Dominika, slovacca da me soprannominata "SlowVacca", è stata però sufficientemente intelligente da capire, dopo solo 4 settimane di convivenza, che era ora di levare le tende, e tutto il circo. Per stazza e kitchezza, Moira Orfei in confronto è Gwyneth Paltrow.

Le e' subentrato l'angelo della China. Il vendicatore del pulito. Il principe del megabyte. Il signore della calma. Il soprammobile umano d'appartamento. Il risolutore. Nonché, il più grande mangiatore cinese di carbonara. Signori e Signore, il Tamagotcha! Comin'atcha!



In tre giorni questo caschetto liscio, con occhialetti e occhietti a mandorla si è fatto amare da tutti. C'è da dire che era più che facile essendo l'immediato successore di una scrofa. Sta di fatto che ha conquistato il nostro cuore svolgendo le seguenti prodigiose azioni, nell'ordine:

1) Ha messo la linea wireless a casa.
Erano mesi che ci struggevamo perché avevamo un solo filo da condividere e utilizzare a turno. Lui è arrivato e ha creato un sistema avanzatissimo di intelligenze artificiali che riflettono impulsi da un computer all'altro (non ci vuole una mazza a farlo, solo che nessuno sapeva il segreto. Lui sì, depositario di saggezza orientale).

2) Ha ripulito la stanza di Dominika da cima a fondo. Ora sembra la casa di Mago Merlino dopo che l'ha magicamente rimessa a posto per partire con Semola. Hoketi poketi hoketi huà, abbra cabbra dabbra dà, se ciascun si stringerà, il posto a tutto si troverà. Igitus igitus igitus phum, restringitorium.

3) Per farsi amare, si è offerto di pulire tutta casa e poi di fare il caffè collettivo. Bello cenerentolo del sisotto, che bello che sei. Ora pulisci anche qui, una spazzatina lì. Sembra un robottino da casa radiocomandato. Come 'Emilio', il robottino anni '80.

4) Ha trovato (e ucciso) la TARANTOLA.
Per tre lunghissimi giorni, e notti, siamo stati terrorizzatti dalla presenza di un ragno gigante, avvistato da Dominika, prima che se ne andasse, nella sua stanza. Ovviamente il ragnone peloso non poteva che giocare a carte, fumare sigarette e bere whisky in camera di una delle più abbordabili donne della terra. Penso che neanche una barriera corallina di preservativi basterebbe per proteggersi dall'ebola con lei. Fatto sta che sto ragno non si trovava. Chi dormiva con la luce accesa, chi si svegliava ogni tanto (il sottoscritto) per accertarsi che non stesse tra le coperte, chi (sempre il sottoscritto) guardava dietro il cesso temendo sorprese nel periodo di 'seduta'. Io i ragni li odio. Non ce la faccio.
Ma poi è arrivato lui, il mio salvatore. L'eroe venuto dalla lontana (oddio, da qua manco tanto) Asia per proteggermi. Dotato dell'arma più letale per il mio acerrimo nemico. L'aspirapolvere. L'ha trascianato su, per caso, poi ha aperto il cofanetto, e come una perla da un'ostrica è uscito fuori un cinghiale con otto zampe, quattro da una parte, quattro dall'altra. Tutto rannicchiato e pelosetto, credo che il corpo fosse grande quanto una prugna. Non sto scherzando. Completamente aperto, con le zampe a fare stretching suppongo fosse largo quanto un disco 45 giri. Aracnydance! Grazie Tamagotcha, comin'atcha.

5) Mi ha chiesto di fargli la CALBONALA.
Ero su internet ieri e ad un certo punto è arrivato lui che, timido timido e con voce robotica mi ha chiesto "Mi insegni quel piatto, mi sembla si faccia con gli spaghetti, in cui c'è bacon, uovo...", alla parola 'uovo' ero già ai fornelli pronunciando la parola magica: "Calbonala".
Come un grande chef con accanto l'apprendista, gli ho mostrato tutta la procedura, passo dopo passo, e ogni tanto gli facevo ripetere teoria e pratica. Abbiamo fatto una Calbonala plelibata. Non ho mai visto un umano mangiarla con tanto gusto e con tanta voracità. L'ha spazzolata. Il mio piccolo aiutante chinese di Babbo Natale che tutto allegro mangiava er piatto de li piatti. Un piacere vederlo. E' così carino e tenero, un piccolo e indifeso topino che si vuole rendere sempre utile. "Siii, squit squit, ti aiuto io! Rammendo io i tuoi abiti per il ballo, e faremo un bel vestito cenerella". Poi gli fai un po' di coccole e lui scodinzola grato. O baby, baby mio. E da oggi anche in edizione da viaggio. Lo pieghi, lo incarti, nella cartella, nell'astuccio, il piccolo Tamagotcha è sempre con te! Ti aiuta con i compiti, sbriga le faccende domestiche, e si pulisce da solo! Oh, Tamagotcha (comin'atcha!). Una proposta regalo...'Giochi Pleziosiiiiiiiiiii'.

Ora si sta mangiando un panino mentre scrive su internet codici binari alla matrix (lo sto spiando dal tavolo del salone). Secondo me è il classico topo da computer che, passando per innocuo, in realtà è uno dei massimi hacker terrestri.
L'altro giorno gli ho chiesto "Quanti anni hai?". E lui mi ha risposto in un modo che mi ha turbato: "Tra 20 e 22, quindi fattivamente 21." Ho subito cercato di coglierlo di spalle per vedere se avesse lo sportelletto dei comandi dietro la schiena, tipo Vicky. Ma niente. Allora ho pensato che potesse essere un giovane agente stagista (a 300 yen mensili di rimborso spese) della Yakuza, mandato a farsi le ossa (degli altri) all'estero. Ma neanche questa tesi mi convince. Resto in osservazione. E' un soggetto da tenere sott'occhio, a portata di aspirapolvere. E' ancora tutto da scoprire, ma non mi lamento, in fondo mica può essere sempre Dominika.

giovedì 22 novembre 2007

Tornando al presente

Tornando al presente qui sta arrivando ad ognuno un bel regalo.

Sydney sta scartando l'Estate.
E' ancora impacchettata, eppure piano piano esce fuori.
E' cosi' strano vederla con tutto gli addobbi Natalizi per le strade. E' il mio primo Natale al caldo. Una sensazione unica, come la Coca Cola. In pantaloncini, infradito, maglietta. Si dorme in mutande. Come l'estate italiana insomma, solo con Babbo Natale a far da guardaspiaggia e i re magi sulla tavola da Surf che portano oro, incenso e birra (scontata sta battuta, I feel ashamed). Invece della neve si gioca a pallate di sabbia e il presepe non esiste. Qui non e' tradizione. Ma c'e' l'Albero, che sta proprio a Town Hall e in tutti i food court e centri commerciali possibili.




Noi amici ci regaliamo dei bei momenti insieme, specialmente nel fine settimana.







Questo s'e' regalato sto bel taglio di capelli. Che tipino a modo.




L'agenzia si e' regalata, grazie al suo lavoro (e ai suoi lavoratori) un posto tra le Top 3 Agencies in Australia e New Zealand. Siamo in corsa per il titolo di "Agency of the Year 2007".




Ben e Richard, la coppia creativa a me dirimpettaia, e' oggi su bestadsontv.com, con la campagna stampa per "Sanyo Underwater Camera". Il regalo per loro e' che la campagna e' stata selezionata da Jan Jacobs e Leo Premutico (giudici della settimana per il sito), i due ex Executive Creative Directors di Saatchi&Saatchi New York che ora hanno creato una loro propria agenzia, sempre a New York. Sono tra i creativi piu' premiati e conosciuti al mondo.
Ah, ma ve l'ho detto che Leo Premutico e' australiano ed era il copywriter di Dave (il mio Art) fino a qualche anno fa? Dave ora mi sta raccontando tutta la storia. Bella Premu', sei mejo te!




Io?
Io, nell'attesa, mi sono fatto un regalo da solo.
Per andare a vedere Aotearua.
Anche lei e' fatta a stivale, solo che sottosopra.

mercoledì 21 novembre 2007

Wind of change

E' una settimana che non scrivo.
E' stata una settimana in cui ho imparato la lezione piu' importante della mia vita.

L'importanza di accettare il cambiamento come parte fondamentale di essa.
Come e' impegnativo prendere coscienza che viviamo in uno stato di cambiamento perenne. Niente di certo, niente di sicuro, niente di stabile o conosciuto dall'inizio alla fine. Tutto passa, "panta rei" diceva Eraclito. Ma lo impari solo quando le acque in cui lui immerse le mani deducendo l'essenza dell'esistenza scorrono dentro di te.

Sto per cambiare di nuovo.

Non ho neanche il tempo di assaporare quello che ho fatto finora, qualcosa di cui vado cosi' orgoglioso che potrei camminare a cuore aperto senza lasciare che nessuno e niente mi ferisca.

Ma la vita ti prende, ti trascina, ti 'costringe' a seguirla e tu non puoi fare altro che lasciarti andare al suo fluire, accettando la tua natura e seguendo il corso che lei ti ha riservato e che lei solo sa. E noi umani che tentiamo di dargli un senso con la razionalita', le ideologie, queste griglie mentali che applichiamo alla realta' per non venire travolti dalla sua complessita', insensatezza, incoerenza. Non c'e' modo di capirla, neanche le religioni ci riescono. E la vita ti avverte, lo "senti" quando arriva il vento del cambiamento, se sei abbastanza sensibile da cogliere i dettagli. Sfumature, particolari, sono quelli che fanno la differenza. Li cogli, capisci, non puoi fermarti, ma non sai dove ti porteranno. La vita e' sconosciuta, e' un fiume d'acqua sempre nuova, e' un momento da catturare al volo e da conservare per un istante, come quando riesci a prendere una farfalla tra le mani ma poi lo sai che la devi lasciare andare. Godi dell'attimo. E' l'attimo da assaporare e da respirare finche' non scoppi di emozioni perche' quell'attimo non tornera', e lei, la vita, e' gia' pronta a portarti su una strada che non conosci.

Scrivo il mio elogio al cambiamento, perche' io ho imparato a cambiare.
Senza paure, senza freni, senza cinture mentali che mi trattengono a forza, senza ancore che mi fermano al molo, senza lacci che mi tarpino le ali. E' il segreto. Accettarsi, ascoltarsi, seguirsi, e andare avanti senza aver paura.
E' impegnativo essere responsabili di se' stessi.
E' impegnativo sentirselo addosso.
E' impagnativa la coscienza di essere completamente al centro della tua storia personale.
Mi sento un uomo nel mondo adesso, solo.
Posso andare ovunque, conoscere chiuque, anima, occhi, cuore, mani, polmoni, aperti a questo pianeta. Lo sento, lo respiro. Lo ascolto. Mi ascolto. Sono io l'unico responsabile delle mie scelte e delle mie azioni. Non c'e' influsso esterno, non c'e' interferenza, non c'e' disturbo.
Sono libero da tutto.
Siamo io e la mia vita.
Non mi ero mai sentito cosi' prima d'ora. Non ero mai stato cosi' consapevole dell'importanza di accettare i cambiamenti. Mi spaventavano, mi terrorizzavano, mi bloccavano, mi pietrificavano. Mi lasciavano sul posto mentre dentro qualcosa urlava di camminare. Ma lo sapevo, lo sapevo che questa era la mia piu' grande paura, la paura di cambiare. Di rischiare, di rimanere da solo. E ora che sono da solo, ho imparato a rischiare, a prendere la mia vita per i coglioni e stringerla finche' non mi e' uscito un grido da dentro che mi ha liberato da tutte le mie paure. Conoscevo da tempo questi miei nemici. Sono partito da solo per affrontarli. Questo viaggio e' uno specchio. Me davanti a me. Li ho sconfitti, tutti quanti, imparando ad accettare la mia indole, la mia profonda natura. E il respiro adesso e' intenso e coraggioso. Come il vento che sta soffiando in questi giorni. Lo seguiro', a testa alta, petto in fuori, qualche provvista, zaino in spalla e tanta voglia di camminare ancora. Con le mie scarpine chicco, ovvio.
Come un piccolo Sishobbit.



"Life is about not knowing, having to change, taking the moment and making the best of it, without knowing what's going to happen next."

Gilda Radner


giovedì 15 novembre 2007

Ottanta voglia d'ottanta






Noi che la penitenza era 'dire, fare, baciare, lettera e testamento'.
Noi che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.
Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più figo.
Noi che il Ciao si accendeva pedalando.
Noi che suonavamo al campanello per chiedere se c'era l'amico in casa.
Noi che dopo la prima partita c'era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella.



Noi che giocavamo a 'Indovina Chi?' e conoscevamo tutti i personaggi a memoria, tipo Sam.
Noi che giocavamo a 'nomi, cose, animali e città' (e la città con la D era sempre Domodossola).
Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire l'album Panini.
Noi che avevamo il 'nascondiglio segreto' con il 'passaggio segreto'.
Noi che giocavamo a 'Merda' con le carte.
Noi che, come dicevano i Duran Duran, eravamo 'Wild Boys'.



Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la bic.
Noi che avevamo i cartoni animati belli.
Noi che 'Si ma Julian Ross se solo non fosse malato di cuore sarebbe piu forte di Holly e Mark Lenders...'
Noi che guardavamo 'La Casa Nella Prateria', 'Candy Candy' e 'Georgie' anche se mettevano tristezza.
Noi che le barzellette erano Pierino, il fantasmaformaggino o un francese, un tedesco e un italiano.
Noi che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.



Noi che si andava in cabina a telefonare.
Noi che c'era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.
Noi che non era Natale se alla tv non vedevamo la pubblicità della Coca Cola con l'albero.
Noi che se guardavamo tutto il film delle 20:30 eravamo andati a dormire tardissimo.
Noi che suonavamo ai campanelli e poi scappavamo.
Noi che ci sbucciavamo il ginocchio, ci mettevamo il mercuro cromo, e più era rosso più eri figo.



Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna e eravamo sempre sorridenti.
Noi che quando a scuola c'era l'ora di ginnastica partivamo da casa in tuta.
Noi che a scuola ci andavamo da soli, e tornavamo da soli (io mai, devo ammetterlo).
Noi che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, la mamma te ne dava 2.
Noi che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa era il terrore.
Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su Google.



Noi che 'I ragazzi della terza C'. Lazzarettiiiiiiiii! A Brune' stai in una botte de' fero.
Noi che il 'Disastro di Cernobyl' vuol dire che non potevamo bere il latte alla mattina.
Noi che si poteva star fuori in bici il pomeriggio.
Noi che se andavi in strada non era così pericoloso.
Noi che però sapevamo che erano le 4 perché stava per iniziare BIM BUM BAM.
Noi che si faceva merenda con la tazza di latte, pane e nutella mentre si vedevano i cartoni.



Noi che sapevamo che ormai era pronta la cena perché c'era Happy Days.
Noi che il primo novembre era 'Tutti i Santi', mica Halloween.
Noi che a scuola con lo zaino Invicta e la Smemoranda.
Noi che all'oratorio le caramelle costavano 50 lire.
Noi che ci dividevamo le 'goleador' alla liquirizia o alla coca cola.
Noi che il gelato disbanded era il 'Piedone' Eldorado. O il 'Twister'!



Noi che la bocca sfriccicava al sapor di 'Frizzy Pazzy'.
Noi che si suonava la pianola Bontempi.
Noi che la Ferrari era Alboreto, la Mc Laren Prost, la Williams Mansell, la Lotus Senna e Piquet e la Benetton Nannini!!!!!
Noi che la merenda era la Girella e il Billy all'arancia.
Noi che le macchine avevano la targa nera, i numeri bianchi, e la sigla della provincia in arancione.
Noi che guardavamo allucinati il futuro nel Drive In con i paninari.



Noi che il Twix si chiamava Raider e faceva competizione al Mars.
Noi che giocavamo col Super Tele perchè il Tango costava ancora 5 mila
lire e.. 'stai sicuro che questo non vola...'
Noi che vedevamo 'Il pranzo e' servito'...ta-ra-na-nna-nnaa-naaa-naaa-nanna-na- naaaaa-taaa-nanna-nanaaaa-ta-ra-na-nna'-nna'!
Noi che le All Star le compravi al mercato a 10.000 lire.
Noi che le Reebok 'Pump', che dovevi gonfiare il palloncino da basket sulla linguetta.
Noi che avere un genitore divorziato era impossibile (Pinuzza e Fefotto go for gold together!).



Noi che la bici era la Bmx. Ma c'era anche chi aveva la 'Graziella'.
Noi che tiravamo le manine appiccicose delle patatine sui capelli delle femmine e sui muri.
Noi che abbiamo avuto tutti il bomber blu , nero, argento e verde con l'interno arancione e i miniciccioli nel taschino.
Noi che se eri bocciato in 3° media potevi arrivare con il Fifty ed eri un figo della Madonna!!!
Noi che siamo ancora qui e certe cose le abbiamo dimenticate e sorridiamo quando ce le ricordiamo.
Noi che siamo stati queste cose e gli altri non immaginano nemmeno cosa si sono persi.