mercoledì 31 ottobre 2007

20

QUESTO NON E' UN POST. SERVE SOLO PER L'INGOMBRO.

Questo post serve solo a fare numero. Mi sono accorto che su tutti i mesi ho un numero di post pari. Sono arrivato all'ultimo giorno di Ottobre con 19 post, e allora non mi andava di lasciare un dispari. Ma diamogli un senso uguale.
Dunque, 20. Cosa e' 20.
Sono due squadre di calcio senza i portieri.
E' 1/5 di 100. O 1/2 di 40. O 1/3 di 60 se volete. Ma anche 1/4 di 80 certe volte.
Avete mai riflettuto sull'importanza storica del 20? "Eran 30, eran giovani e forti, e sono morti". Si ma con 10 in meno sarebbero stati 20!
Venti, se lo guardate bene, graficamente e' un cigno stilizzato con accanto un calamaro.
E' il numero di Totti a Euro 2000.
Sono le 8 di sera.
Sono i gradi di questo vino che sto bevendo mentre scrivo.
E' una poesia:
Ti sei giocato pure i denti? Venti?!? Tu menti! Ma ritenti o t'accontenti? Sei al tavolo dei perdenti! Ti prendesse un accidenti, non parlar male degli assenti! Piuttosto, prima che ti lamenti, punta sul twenty, che fai tutti contenti.
Venti sono gli anni del Charleston, del crollo di wall street, dell'ascesa del fascismo.
Delle soubrette e del proibizionismo.
Sono gli anni di un'Australia da inventare.
Sono gli anni che i papa' e le mamme ricordano come quelli "che non hanno piu' ".
Dei Venti e' la Rosa.
Ora che ci penso, se apro la pronuncia della 'e', Venti sono il Libeccio, il Maestrale, lo Scirocco, il Ponentino, la Tramontana, l'Ostro, il Levante, il Grecale (ok me li so cercati su internet...me ricordavo solo er ponentino de noantri).
Venti e' la grandezza di una font per il testo. A proposito, in questi giorni mi sono inventato una font fighissima, l'ho chiamata 'Fontzie'.


Io confermo felicemente

Australians among the happiest people in the world

Thursday, 25 October 2007

According to a recent study on national happiness levels, Australians are the second happiest people in the world, second only to Iceland.

In an attempt to move beyond the usual national measurement of GDP, the happiness study took into account factors such as life expectancy, education and living standards.

Strangely enough the two countries are as different as two countries can be, large and hot Australia contrasted with small and cold Iceland.

The study has tried to show that GDP is not the sole determinant of measuring gross national happiness for a nation.

A major factor that may contribute to the happiness of Australians is the famously sunny climate. The weather has been assumed to have a highly influential affect on happiness. Other factors such as an open democratic country and the strong economic growth that Australia has experienced for a number of years contribute to a high standard of living - keeping the population happy.

The research is consistent with migration trends to Australia over the past several years. For many people who live in Australia, Australia was a destination of choice. As such, people tend to be happier enjoying the country's enviable standard of living than they would be in their original countries.


Fonte

Austrhalloween e l'eziologia

Premessa:
Volevo dedicare questo post alla 'bomba' che avevo annunciato ieri, ma il server non me l'ha caricata (ho capito ma se non carica allora a che server? A nienter!)

Cmq, oggi e' 31 ottobre.
La vigilia d'ognissanti per la religione cristiana, la notte di Halloween secondo la cultura celtica, esattamente un bel niente per la vita australiana.

In Australia questa tradizione non e' tradizione, come gran parte delle non-tradizioni di una civilta' (conto dalla colonizzazione inglese e non dalle ab-origini di 60.000 anni fa) che ha per l'esattezza 237 anni. L'importanza del giorno che celebra la 'fine dell'estate' e l'inizio dell'inverno freddo e oscuro, echeggia leggera in Australia come note fioche di una musica che viene dal mare. Anche perche' qui questo giorno corrisponde all'opposto, cioe' alla fine dell'inverno e l'inizio dell'estate. Thus it doesn't make sense.
Ma questa assenza non e' dovuta soltanto alla differenza stagionale. E' soprattutto la grande distanza che affievolisce, molto spesso, l'intensita' e l'eredita' dei legami con le culture europee. Quando qualsiasi cosa, notizia, evento, persona arriva in Australia, si presenta attenuata, stanca, esausta alla fine della sua lunghissima corsa. Come un proiettile che e' esploso all'inizio ma che dopo tanti metri si lascia, per legge naturale, cadere flebile a terra, spossato della sua potenza originaria.
L'Australia e' insonorizzata. Inturbabile. Asettica a volte. Protetta e isolata dal resto del mondo. Il grande mare filtra l'ingresso degli arrivi. Da questo forse deriva il grande senso di pace atarassica che impera in questo Paese. Non ci sono tradizioni fortificate nei secoli. Ci sono solo cenni, spunti, esempi, ricordi, gadgets delle culture delle popolazioni che hanno colonizzato questa terra.

La notte di Halloween si festeggia qui sotto il nome di "Guy Fawkes Eve" ed e' conosciuta anche come "Mischief Night" o "Danger Night". Non e' attesa, non c'e' spasimo, non e' sentita, almeno per quanto ho avvertito in questi giorni. Eppure e' una festa molto importante per la cultura dei 'padri' anglosassoni.
E' una tradizione che mi ha sempre affascinato, come del resto tutta la cultura celtica (secondo me in un'altra vita sono stato un elfo o un folletto. Lo so per celto.)
In Italia e' stata erroneamente acquisita un po' come una moda, un party, una Heineken, piu' che una festa di origine rurale e successivamente religiosa. E' ovvio, e' una tradizione che non ci appartiene. O meglio, l'abbiamo modellata a nostra immagine e somiglianza. Rito celtico legato all'arrivo del periodo dell'anno in cui le tenebre dominano sulla luce, dai Papi e' stato preso, "adattato" e rapsodicamente cucito addosso alla nascente religione cristiana, che molto (se non tutto) deve alle credenze e ai riti agresti pagani. Non a caso, la festa pagana del ritorno della luce, celebrata il 25 dicembre, a cosa corrisponde nella nostra religione? Indovinato.
E' una storia mistica e affascinante quella dell'origine e del significato di Halloween. Me la sono andata a cercare e, per il lettore interessato, questo e' il sito dove puo' saperne di piu'.
Cosi' scoprira' perche' ci si veste da mostri e spiriti. Perche' si usa la zucca come simbolo. Perche' festeggiamo i Santi e il giorno dopo i Morti. Chi era Jack O'Lantern. Perche' si fa 'dolcetto o scherzetto'. E soprattutto, perche' si chiama Halloween. Ok, non sono domande esistenziali oggi, ma per i Celti questo giorno era cruciale. La loro vita ruotava intorno al rituale ad esso legato.
Il sito e' quello di History Channel, ed e' in inglese, ma molto semplice da capire. Vale la pena dargli uno sguardo, la leggenda e' davvero curiosa e avvincente.

Buon Samhain a tutti.

P.S.
Above all, i Celti non avevano un ponte di 4 giorni per celebrare sto rito.
E manco gli australiani.
Che culo che ve dice st'anno. Sempre i soliti Itagliani.

martedì 30 ottobre 2007

Lost & Found


Today's freaking news:


1) I've lost my mobile.

2) I'm in love with Cate Blanchett.

3) My agency wants me to stay for more.

Let me think about it for a sec....mmmhhhhhh....
....I got the best point to get lost!
That's fanthhhhhhastic mate!

See you later alligator, in a while crocodile.


Tonight's freaking news:

1) I've found my mobile (forgot at the japanese restaurant last night)

2) Cate Blanchett hasn't a clue of who I am.

3) My agency didn't retract and still wants me for more.

At the end of the day, there's always something to take away.

Stay tuned, tomorrow I'm gonna introduce the bomb.

lunedì 29 ottobre 2007

San Simone, San Saimon, San Simoni, San Simioni, San Simooon, San Simonnne.

Ok, scherzi a parte sono ancora qui. Non a Spinaceto, in Australia (Spinaceto qui si chiamerebbe Spinacity). Vengo da un weekend di sport, relax e letture. Ho finito il libro del Dalai Lama e mi sono dedicato a quello che e' una vita che voglio leggere ma aspettavo il momento giusto per farlo, il momento del mio viaggio. Ho iniziato "On the road", di Kerouac. Il libro dei libri. Ok il suo e' stato un altro viaggio, in un altro Paese, in un'altra epoca, ma sono proprio curioso di vedere se ci sono e quali sono, dei punti di contatto tra questo mio viaggio e il suo. Non oso paragonarmi al valore umano della persona ne' a quello letterario dell'opera, e' solo un gioco che sto facendo col testo. Credo che a prescindere dal luogo in cui si viaggia, le sensazioni provate, i cambiamenti e soprattutto cio' che si sta cercando siano condivisi da gran parte dei viaggiatori o meglio, dei cercatori. Sono partito anche io affamato di vita. Sono curioso di vedere dove lo ha portato la sua ricerca di se'.

Tra una pagina e l'altra, sono andato a correre, non ho fatto la Bridgewalk, ma in compenso venerdi' sera ho ricevuto una bella sorpresa. Mi hanno accolto a casa Cristina e Victor (due miei coinquilini) con un loro amico vietnamita. Stavano cucinando appunto una cenetta vietnamita. Tutta fatta in casa. Involtini dorati di carne con salsette varie, fagottini alle verdure e, per finire, la zuppa "interpretabile". In Vietnam, mi spiegava l'autoctono, l'ordine di portate funziona in modo diverso. La zuppa, che ci si aspetterebbe come main, come portata principale, viene invece servita all'ultimo, per rifasse a bocca 'nsomma. Di questa zuppa "interpretabile" ho dimenticato il nome, ma non l'aspetto ne' il sapore. Come potrei. Un insieme di verdure intere, prezzemolo dominante con tutto il gambo, a guazzetto in un acquitrino caldiccio dentro una scodellona. A balneare nel ciotolone vi si trovavano, paciosi come coatti sul canotto in costa smeralda, anche dei funghi vitnamiti, che hanno la forma di olive e sanno di glad-idea (allucinogeni?), fagottoni ripieni di carne, tipo ravioloni di giovanni rana (togliete 'giovanni'...) e degli ovetti bianchi bianchi di quaglia che, a prima vista (uso la parola 'vista' non a caso...), mi sembravano dei bulbi oculari.
Ero bloccato con la minestra davanti.
Lo stesso disgusto che ho provato vedendo "Indiana Jones e il tempio maledetto" quando a tavola nel tempio indiano aprono il serpentone ed escono tutti i cuccioletti. Ma, fattomi coraggio, ho affogato il cucchiaio. Fagottino, fungo, fagottino di nuovo, volevo evitare i bulbi a tutti i costi, ma poi mi sono reso conto che se continuavo cosi' mi sarebbero rimasti solo queli 'occhi' da mangiare e allora, con la mano tremante, sono andato a scucchiaiare il primo. Preso, guazzettato in salsa di soia, che era accanto al mio piatto (la salsa di soia con i cibi orientali fa da companatico...e' l'unico sapore che riconosci e che ti rassicura), e imboccato. Mastico col terrore di sentire qualcosa che non voglio (tipo nervetti o languido) e, invece....uovo. Semplice. Ovetto in formato mini che sapeva di vero uovo sodo. Fico. E allora, passata la paura e il pregiudizio, ci ho preso gusto. Il piatto ha cambiato anche fisionomia nell'aspetto. Come dire, mi sono rifatto gli occhi. E la minestra era davvero buona, pure i funghetti allucinogeni. Forse erano un po' tossici, ma li ho mangiati lo stesso. Che ve devo di', a me i funghi velenosi me fanno mori'. Nu resisto.
Alla fine mi sono complimentato con il ragazzo. Non avevo mai mangiato Vietnamita e sono rimasto deliziato. Dicono addirittura che questa cucina sia la migliore in Oriente. Io non saprei, ma per me e' stata una cena Vietnamitica.

Domenica invece era San Simone.
Mi accorgo che parlo di ieri come di anni fa ma con le 10 ore di fuso che sono entrate la concezione della differenza di tempo tra qui e l'Italia e' diventata siderale.
Dicevo, San Simone. Ma qui posso scegliere come chiamarmi. Sono sei mesi che chiunque mi conosce si inventa un modo di pronunciare il mio nome. Credo sia difficile e un po' imbarazzante a volte perche' nei paesi anglosassoni "Simone" e' riferito al femminile. E' un nome da donna. Simon e' il maschile. Una volta, mentre ero alla ricerca di appartamenti, avevo contattato via sms questo ragazzo di cui volevo vedere la casa. E lui era tutto gentile nei messaggi, tutto carino, disponibile, attento a darmi tutte le indicazioni. E io non capivo. Poi, quando ci siamo visti, ovviamente e' rimasto deluso. Simone era un maschietto.
Lo stesso quando ho fatto colloqui in alcune agenzie. Nella mia poi, e' una scommessa ogni giorno sentire come mi pronunceranno. Saimon, Simoooon, Simoni, Simonnnne, addirittura Simioni. Ma adesso, dopo 6 mesi, tutti si sono piu' o meno allineati sul Simon o, con uno sforzetto in piu', Simone. Dave ha sgravato e un giorno storico e' arrivato a 'Sisotto'! Che soddisfazioni mi da' questo ragazzo.

Stasera, festeggio oggi, vado a mangiare al giapponese. Sara' un giapponomastico!
San Siso', sans souci', sans problem.

venerdì 26 ottobre 2007

La verita'

La verita' e' che non e' vero niente.
Basta, non ce la facevo piu' a mentire.
Eccomi. Ora mostro la faccia.
Ecco il vero, nuovo, fottutissimo Simone.
Eccomi, che bellezza.
Ecco la verita'. Ma quale Australia, quali racconti, quali fotografie, quali esperienze.
Tutto finto, tutto creato, tutto un romanzo che non ho mai vissuto.
Notti a inventare storie, ore su photoshop a montare immagini. E poi a piangere.
Tutto solo nella mia mente, tutto dannatamente solo nella mia mente.

Non sono in Australia.

L'Australia, che grandissima cazzata.

Sono a Spinaceto, come sempre. Non mi sono mai mosso da qui. Vi vedevo tutti. E mi nascondevo, per paura di essere giudicato. Vi vedevo, e soffrivo. Sono quasi impazzito, non ce la facevo piu' ad inventare, inventare, nascondermi, inventare.
Saluti commossi a tutti prima di partire. Viaggio finto. Telefonate organizzate apposta.
E che mi rimane? Solo bugie. Una storia falsa. Ferite. Rimpianti.
Non so perche' l'ho fatto. Forse volevo solo un po' d'attenzione, volevo solo essere considerato. Almeno nella falsa vita elettronica.
Forse quel sogno avrei voluto raggiungerlo davvero.
E invece sono ancora qui. Con l'unico lavoro che sono riuscito a trovare per vivere. Vicino a casa. Vicino a mamma, che se mi vedesse adesso mi rinnegherebbe. Mamma se leggi il blog non vergognarti di me, ti prego. Ti chiedo scusa.
E chiedo scusa a tutti. Vi ho preso in giro, e prima di tutto ho preso in giro me stesso.
Mi vergogno. Mi vergogno. Mi vergogno.
Ma non ho perso la mia dignita', no almeno quella no. E affronto cmq la verita' a testa alta.
Ho deciso di mostrarmi, con tutto il coraggio che ho dentro. Fa male, ma non potevo piu' nascondermi. Basta. Ho deciso di tornare a vivere la mia vera vita. E di gridare al mondo. E non me ne frega un cazzo di quello che pensate. Nonostante tutto, nonostante tutta questa grande presa per il culo, io sono fiero di essere di nuovo vivo.
E chi ancora mi cerchera', mi trovera'. All'autolavaggio di Tor de Cenci.
Si lavoro' li'. E me ne vanto. E non mi vergogno. Ed eccomi qui.




Ciao Sorciniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! Buon weekend!
Venitemi a trovare che vi lavo la macchina!!! :)))

(Ma quando la finiranno di fare sti venerdi' ubriachissimi a lavoro?
Ogni volta e' n'inciuccata. Quanto je vojo bene a st'agenzia.
Ricordati che t.b.w.a tanto tanto :)...)

giovedì 25 ottobre 2007

Una domanda per la domanda

What is the main ingredient of 'Risotto'?

a. Pasta
b. Rice
c. Beans

Questa la domanda da $ 75.000 posta ieri sera alla concorrente del programma "Are you smarter than a 5th grader?". Ripeto, $75.000.
L'Australia e' una paese strano, non c'e' gubbio. Affascinante sotto ogni aspetto. Nel senso che non te lo aspetti. Ti sorprende di ovvieta', che per gli australiani non sono ovvie manco per niente.
Come puoi considerare anche lontanamente pensabile dall'autore di un programma a quiz la possibilita' di porre una domanda del genere per la posta di $ 75.ooo????
Questa e' la vera domanda! Ma come dick fai? E la concorrente era anche in tensione, si metteva le mani alla nuca, giocava a fare l'insicura desiderosa e incerta nel sapere la risposta. Ohhh, guess what the hell is the answer?!?!? Mmmhhh....got it! Can't believe it, it's RICE! Oh godness...it's RICE! You've discovered hot water, mate! Fantastic mate! That's amazing mate! Brrrrrrilliant! Love it! Absolutely love it! Wooooohooooooh!
Dunque, ieri sera pioveva e io non avevo absolutely anything to do.
Allora mi sono sdraiato sul divano, canotta bianca oliata con macchie di sugo, dita nel naso, birra sul pavimento a portata di braccio movibile a mo' di tergicristallo per afferrarla e riposarla, e la Tv accesa. Purtroppo.
La tv australiana e' uno spettacolo piu' bello di qualsiasi zoo del mondo.
Se azzardassi un paragone con quella italiana, rischierei nostalgie per la Ventura e le isole dei famosi.
Nella tv australiana i programmi importanti iniziano alle ore 7.30 pm. Anche perche' arrivi alle 8.30 e sembrano le 11. Qui in australia si fa tutto prima. Ci si alza alle 6 di mattina, si cena alle 7 di sera, si va a letto alle 10. Ovviamente la televisione segue il ritmo. Certo pero' non avrei mai pensato a Bim Bum Bam come prime-time.
La mia tv ha 10 canali. Cinque ripetuti per due volte, per riempire i tasti del telecomando.
La SBS ce l'ho sul 2 e sull'8. E li mi vedo tutta la Champions League, il primo tempo sul 2, il secondo sull'8, per scaramanzia. E' una tecnica che ho iniziato con Roma-Sporting Lisbona. Cmq, la SBS e' la finestra sull'europa, non solo calcistica.
Poi c'e' Channel TEN. Dove fanno tutti i telefilm. Molti di matrice americana: Prison Break (ma che storia e'? Non la capisco, chi e' la guardia? Chi il ladro? Boh...); Californication (David Duchnovy e' passato da X-Files a trombare veramente come un alieno); poi tutta le serie sugli avvocati, ispettori di polizia, medici ai ferri corti, spingitori di cavalieri, e via dicendo. Mancano pero' Colombo, Derrick, Rin Tin Tin, Carabinieri, Distretto, Un posto al sole, Casa e Cascina Vianello e Don Matteo. Ma ci stanno ancora ste cose in Italia? Diteme de no, ve prego.

Dai serial, ora veniamo ai programmoni intelligenti:

The Singing Bee
Una specie di Canta Tu televisivo. Un misto tra il Karaoke di Fiorello (con la differenza che il conduttore, di Fiorello, e' la custodia) e Furore su Rai Due. I concorrenti cantano seguendo il ritmo e i sottotitoli. Se sbagliano tempo o parola, vengono eliminati. Non mi vergognavo cosi' tanto per la gente in tv dai tempi della Grafologa e Orietta Berti in duetto a Good Sunday sulle note di "Till the ship goes on". Mamma mia, it's awful.


Australian Idol
Mary of Philipps conduce questo programma che si sviluppa sulla falsa riga di "amici" (anche se nel programma italiano si odiano e sono tutti "nemici"). La differenza e' che non ci sono i teenagers ad esprimere le loro opinioni scontate. Per il resto, c'e' la classica giuria di professionisti, comprendente anche celebrita' del mondo della musica e del ballo (intravidi Don Lurio...) e, ovviamente, i concorrenti. C'e' il cantante languidone, l'anti-divo, la ragazzina di colore dalla voce straordinaria, il raccomandatissimo tutto look e occhio ammiccante, il 'Marco Masini', la talentuosa ragazza greca che fino a ieri vendeva accendini ed oggi li fa accendere a chi la ascolta (pe' dasse foco e nun sentilla...), e poi lui...il predestinato, l'Australian Idol che gia' si era capito da quando dovevano inventare il programma che lui avrebbe vinto. Ma io tifo per la pischelletta della Lindt, co sta voce e sta grinta che quando cucino e la sento in Tv me vengono le ova strapazzate. Brrrrilliant! Fanthhhhhhhhaaaaastic! Go for gold, mate!


So you think you can dance
Ecco, questo e' proprio carino. Non e' "Ballando con le stelle". Sono munieddi e muniedde che ballano, in coppia o singoli, un po' tutti i generi musicali. Sono molto bravi. Ma credo che il programma non sia ozy, mi sa che e' americano. La conduttrice e' un'attrice di cui non mi ricordo il nome. C'e' la giuria, le selezioni, il prosciutto e due salami con forma di parmigiano in premio per i primi classificati al torneo di briscola. I secondi vincono un fine settimana al Festival della Salciccia nell'incantevole cornice di Coccore con free-pass per una big night out a
Col della Noce. Alla terza coppia, bicchiere di Fanta offerto da Giovannino e sconto sulla seconda canna per il laghetto.


The Backyard
Un programma strutturato come quello americano dove ti rifanno le macchine in modo fighissimo (non mi ricordo come si chiama, Manu tu lo sai...). Solo che qui non rifanno le macchine ma ti ristrutturano il Backyard. Delle robe tacky che piu' tacky non si puo'. Per chi non lo sapesse, il Backyard e' il giardinetto dietro casa. Un'istituzione per le famiglie australiane. E' sacro. E' l'area divinatoria dove si erge il tempio del barbeque. Volo pindarico solo su questo aneddoto: al McDonald's c'e' un panino che si chiama 'Backyard Burger', perche' buono e fragrante proprio come quello che ti fai nel bbq dietro casa tua. E pensare che era stato fatto il concorso pubblico per dare un nome a questo sandwich. Dovevi provarlo, andare sul sito e scrivere il nome che ti ispirava. Io avevo proposto "The Homeburger". Mi sembrava intelligente (faceva leva su Ham, cambiando in Home e comunicando il valore rupestre e genuino di un hamburger fatto in casa). Niente, je so' andati di 'backyard'. Chiudo il pindarico e torno sul programma. Che e' una cagata, e questo spiega perche' ho fatto il pindarico.

E infine, il vero momentum della mia serata, quello che aspetti bramoso ogni settimana:

ARE YOU SMARTER THAN A 5th GRADER?
- Un conduttore che fa piangere di risate, e che per questo chiameremo Jerry Scottex.
- 10 bambini dietro ai banchi di scuola.
- 1 concorrente che deve rispondere alle bibliche domande con il saltuario supporto di un bambino a scelta (ma non e' sfruttamento uguale? Che solo quando cuciono i palloni, eh??? E poi i soldi chi li piglia?)
- $500.000 al top delle vincite.

Si va per escalation, come "Chi vuol essere milionario".
Le domande sono domande del livello di quinta elementare. Non sono ironico, e' il motivo del programma. Un adulto e' in grado di rispondere a domande di quinta elementare? Possono sembrare semplici, ma in realta' non lo sono. E quando non la sai, puoi 'ricorrere' all'aiuto del bambino, che ti salva il culo e i soldi.
Questo programma ha due finalita': 1) fare beneficenza. Non puoi mettere in palio tutti quei soldi con domande a volte imbarazzantemente semplici; 2) mettere semplicemente in imbarazzo gli adulti che non sanno le risposte.
Secondo me il vero intento del gioco e' vedere chi e' davvero stupido e non vince. Ieri sera la concorrente ha vinto $250.000. Aveva risposto bene alla domanda sul risotto, ma poi ha ceduto su quella finale, si e' incartata sull'indovinello "Where are you going? At the cinema. What you gonna see? Quo Vadis. And what does it mean? Where are you going...? At the cinema! What you gonna see? Quo Vadis! And what does it mean? Where are you going...? At the cinema!! What you gonna see? Quo Vadis!! And what does it mean? Where are you going...? At the cinema...

Voglio fare domanda. In fondo e' un gioco da bambini. :)))

mercoledì 24 ottobre 2007

Post eri ore

Solo per comunicare che mi sono reso conto del destabilizzante fatto che tra poco ci differenzieranno ben 10 ore. Quando ritorna in Italia l'ora legale (che e' l'unica cosa legale rimasta)? Me lo dite per favore? Cmq, quando vigera', ci saranno non piu' 8 ore di fuso, ma ben 10. Sono un boato. E' una giornata completa. Vi scrivero' sempre piu' dal futuro. Indi, chiunque volesse scrivermi, fare l'amore per telefono, inviarmi smsmsmsmsms, insultarmi o quant'altro, tenesse a mente che ci sono 2 orette in piu' da aggiungere.

Tra l'altro mi sono quantunque rimembrato che tra poco e' il primo di novembre! (Ma come fa "tra poco" ad essere il primo di novembre? Allora "piu' tardi" e' il secondo? Mah...)
Li morti! Li santi! Qui ovviamente non si fa il ponte, anzi no. Domenica c'e' il Bridgewalk. Una camminata stracittadina che seguira' un percorso di 25 km passando per tutti i ponti di Sydney. Daje a cammina' tra i ponti. Praticamente 'na processione. Che poi il traguardo sta dopo l'ultimo, dicono che devi arrivare proprio al di la'.

Questi pubblicitari messicani ci sono gia' arrivati, con ironia.


Product: Luxury coffins and urns
Agency: Lowe Mexico, Mexico City
Country: Mexico

lunedì 22 ottobre 2007

Quiete

Questa settimana non e' successo granche'. Ecco perche' non ho scritto.
Situazione di calma. Sydney procede tranquilla, so do I.
La mattina mi sto alzando presto per correre un'oretta prima di andare a lavoro. Il tempo e' ogni giorno piu' bello, e gia' alle 7 di mattina fa caldo. La vista dal parco dove corro e' cio' che mi fa spalancare gli occhi ancora un po' assonnati. Poi vado a lavoro, bello tonico e abbronzatino. Situazione tranquilla anche in agenzia. La sera esco, mi crogiolo tra i fornelli, se mi va vado fuori per una passeggiata (che arietta pre-estiva che tira...), altrimenti guardo il magnifico tramonto dal terrazzo, libro, dvd, telefonatina o chattatina su msn e poi a sleep. Mi sto rilassando e godendo al massimo questo stile di vita. E che vita. Sempre in infradito, o scalzo. Calzoncini corti, havajanas e magliettina anche in agenzia. Che pace dello spirito. Riesco a fare tutto, lo stesso che facevo a Roma, anzi credo anche di piu', ma con una tranquillita' e una calma interiore degne del piccolo buddha. Dicono che Sydney sia la citta' "easy-busy". Impegnata, sicuramente e molto. Eppure con un approccio alla vita e al lavoro che permette alle persone di risolvere ogni problema sul nascere, non lasciando che si ingrandisca o che si accumuli ad altri. Questo e' il segreto. Ben intesi, non si tratta di prendere le cose alla leggera, qui non accade mai. Le cose vengono prese come vanno prese e risolte subito. E subito si passa al nuovo problema, se c'e'. Perche' quando sei sereno e risolvi le cose come ti arrivano, i problemi svaniscono esponenzialmente. Ebbene si, si puo' essere "busy in the easy way". Quale miglior soluzione per una metropoli contemporanea. Presto scrivero' un post solo su Sydney, ed anche su Melbourne. Non comparadole, ma accettandone le differenze e le particolarita'. Sono due citta' prototipi delle metropoli del futuro a mio avviso, ma ognuna ha il suo modo di interpretarsi.

Sydney si sta preparnado all'estate adesso. E' la quiete prima della tempesta, di sole. Sono cosi' curioso di vedere e vivere l'estate australiana. Ne parlano tutti come di un'esplosione. Sento un forte senso d'estate dentro di me, quel giallo splendente che mi fa alzare col sorriso ogni mattina. Direi anche che era ora, dopo due inverni di seguito.
Eppure qualche volta, cosi', improvvisamente, arriva una ventata di frescolino. Arriva quel pensiero d'autunno. Di castagne, dei morbidi aranciati colori d'ottobre. Arriva l'odore di camini e di legna ad ardere. Arriva il focolare e un bicchiere di buon rosso a lubrificare le divertite chiacchiere di noi amici davanti al camino in cucina a Perty. Arriva quella valle circondata di monti punteggiati di foglie come su tele di Seurat. Arriva l'odore del caffe' quando sei ancora sotto le coperte, e il resto della stanza e' gelida e se tiri fuori un braccio senti che il freddo pizzica di mattina d'inverno. Arriva quel soave ribollire del sughetto per il pranzo.
Sono istanti che giocano con la mia mente. Avvengono, cosi', all'improvviso, non posso farci nulla, non scelgo di pensarci. E quando arrivano, lascio che entrino, che mi emozionino, li lascio vivere in me, finche' una stanga in due pezzi non mi riporta di nuovo a questa parte del mondo. Ed e' estate di nuovo. E lo sara' ancora per un bel po'.

Cmq, tra le notizie piu' rilevanti del periodo:

(1)
In un'ora e mezza di dibattito televisivo, ieri sera Kevin Rudd (sfidante) e John Howard (primo mistro australiano, non so ancora il perche' ma deriso da tutti dall'epoca del suo primo mandato nel '96) hanno illustrato agli australiani i loro piani per i prossimi tre anni di governo se saranno eletti alla guida del Paese. Ecco, una noia letale. Mi sono addormentato che neanche avevano acceso i microfoni.

(2)
E' partita Isabella. La nostra amica bisteccona di Firenze. Oggi torna definitivamente in Italia, dopo un anno qui. Sabato l'abbiamo salutata al piu' classico dei classici barbie a Bondi, il 'farewell bbq'.
Isabeauty
, come l'ho sempre chiamata, e' una gran bella figliuola. Ha 25 anni ed e' una planner. Nel senso che ha lavorato sempre come planner strategico, sia in Italia, che qui in George Patterson Y&R. Se qualche agenzia avesse bisogno di una giovane planner e qualche boss stesse per caso leggendo queste righe, io dico 'prendetela'. Ma prendetela per ROMA, non per milano.

(3)
Ho finito di pagare le rate del conto del ristorante "Da Baffone", altrimenti noto come "Trattoria da Arsenio" dove, in codesto stesso periodo, ci recammo per quello che doveva essere un pranzo frugale da 10 euro in dicesi "fraschetta" nei pressi di Nemi. Fummo depredati di ben 38 Euro a testa per 4 funghi al gratin. Oggi la banca mi ha chiamato dicendo che il debito e' estinto. Grazie. Ecco forse perche' oggi avevo quei 'ricordi autunnali' cosi' intensi. A pensarci bene, sopra non avevo nominato l'odore tipico dei funghi. :)

martedì 16 ottobre 2007

Teppanyaki in opposition

In attesa di vedere Saturn in opposition (Saturno Contro) nella serata finale dell'Italian Film Festival, io, Fra e Bec, ieri a cena ci siamo imbattuti in un ristorante japponese che serviva secondo lo stile Teppanyaki. Bec gia' conosceva questo metodo e come ha visto il ristorantino lungo la strada ci ha praticamente costretto ad entrare e provare. Quale migliore invito ci puo' essere a Sydney se non quello di sperimentare ogni volta variazioni culinarie? Questa e' un citta' dove puoi mangiare per settimane ogni giorno in modo diverso, tali sono le cucine offerte, non contando poi le interpretazioni. Ergo, incuriositi ed affamati, siamo entrati.
Traggo la definizione da wikipedia:

Teppanyaki
(鉄板焼き teppan'yaki) e' uno stile di cucina Giapponese che utilizza una piastra di ferro per cucinare il cibo. La parola 'Teppanyaki' deriva da teppan (鉄板), che significa per l'appunto 'piatto di ferro', e yaki (焼き), che significa 'grigliato'. Facile dedurre che il cibo sia 'grigliato su un piatto di ferro'. Etimologo sisotto.

Fin qui tutto normale.
Ora chiediamoci: Dove sta questo piatto di ferro?
Esattamente al centro del vostro tavolo.
Piu' precisamente, il tavolo e' fatto a forma di U ed ha posto per una decina di persone distribuite sui tre lati. Il lato 'vuoto', e' occupato dalla grande griglia, dietro la quale, tutto ad un tratto, mentre tu scherzi e ridi, compare lo chef che inizia a cucinarti il cibo davanti agli occhi. E' spettacolare ed accade solo nei ristoranti giapponesi che utilizzano questo metodo. Assisti alla preparazione di cio' che stai per mangiare. Parli con lo chef davanti a te, stai cucinando praticamente tu, ma con le sue mani. Lo ammiri roteare gamberetti, riso, pollo, bocconcini di manzo e vegetali sopra la piastra. Gli stessi alimenti sembra siano proprio felici ad essere cotti li' sopra "Ciao sisotto, io sono il calamaro, e il cuoco mi sta friggendo. Mi piaci stasera lo sai, sisotto? Che solletico questo olietto. Ah, come mi rosolo tutto, spalmami sopra un po' di salsa di soia che mi abbronzo meglio. Ecco, cosi'. Non vedo l'ora di finire sulle tue labbra."

Ora chiediamoci di nuovo: Come ci finisce in bocca il cibo?
Con le bacchette giapponesi? Ogni tanto.
La maggior parte delle volte lo chef lo tira. Si, lo tira.
Tira di tutto, lo lancia in aria e tu devi essere pronto a prenderlo.
Solo con la bocca ovviamente. A mo' di foca.
C'e' stato un momento in cui ha tirato addirittura un blocchetto di riso e noi dovevamo raccoglierlo al volo nelle nostre ciotole. Se ti macchi, sono affari tuoi. Se non prendi i bocconi, cadono. Quando ti tira l'uovo, puoi mancarlo e fare un casino per terra. Fra l'ha mancato.
Certo se non li prendi neanche la seconda volta, forse e' meglio che te fai fa na' minestrina calda e due straccetti gia' tagliati da mamma.
E cosi' avanti fino ad esaurimento scorte. E' stata una cena troppo divertente. Mangiavamo e ridevamo ad ogni boccone, preso o mancato. Ne manchi pochi, se c'hai fame. Fame avevamo.
E poi e' un modo molto carino per unire le persone a tavola, tutte sullo stesso bancone. E' un modo di mangiare socialmente che e' diffuso non solo in questo tipo di locali giapponesi ma anche in buone parte dei ristoranti di Sydney. Un lungo tavolone, o ad U, dove ti unisci a mangiare con perfetti sconosciuti che, dopo un cenno di complicita', diventano compagni di un bel momento a cena. Se sei ben disposto, ti trovi a desinare (come direbbe nonno) con una piccola famiglia fatta dei tuoi amici e di gente che non hai mai visto prima.
Questo Paese unisce, anche a tavola.

P.S.
Non avevo mai visto Saturno Contro. Mi ha riaperto finestre su sentimenti che credevo seppelliti ma che ho scoperto essere solo assopiti. Non sono gay, parlo di altri sentimenti. :)
Come, ad esempio, il senso di irritante fastidio per Carmen Consoli che canta in francese.
Carme', Carmelina de casa tua, c'e' gia Battiato a fare della cultura una musica, e noi siamo felici perche' a lui gli viene spontaneo, e si sente. Non c'e' bisogno che ti sforzi a farne la versione femminile. Cercando parole altisonanti a tutti i costi. So tutti boni a tira' fori due avverbi inco-ntro-verti-bi-lme-nte consi-de-re-voli. Lo sai, bheniiiisssimo.

Ora pero' mi sorge una domanda: se scrivo i nomi di persone famose, aumento la probabilita' di apparire negli indici di ricerca web? Forse si'! Ma allora:

CRISTIANO MALGIOGLIO!


lunedì 15 ottobre 2007

Bondi, ce sei o ce fai?



Bondi Beach e' la spiaggia piu' famosa d'Australia, e tra le piu' famose al mondo.
Genti di tutte le nazioni la affollano durante l'anno, ma il vero boom, come e' logico, e' d'estate durante il periodo natalizio.
Vive di una tribu' diversamente composta. C'e' una base autoctona fissa, i residenti australiani, che guardano alla spiaggia dall'alto delle lussuose case in North Bondi. E poi c'e' la comunita' giovane, sprizzante, esuberante e multirazziale, composta da ragazzi e ragazze di tutto il mondo che popolano ogni anno a turno le case e gli appartamenti ora piu' sistemati ora piu' accroccati.
Il flusso varia di sei mesi in sei mesi, seguendo l'arrivo delle stagioni calde. Come api ogni volta diverse che attingono dallo stesso alveare.
La maggior parte dei ragazzi, tra i 18 e i 30 anni, sono backpackers, ovvero persone che girano il mondo zaino in spalla e 4 lire in tasca (quando sono le loro) o tante lire in tasca (quando sono di papa'). I restanti, o studiano o lavorano (sono le persone che restano anche d'inverno).

Bondi e' un post a parte.

Non c'entra niente con Sydney. E' un villaggio a se' stante. Con le sue regole, i suoi stili, le sue culture, i suoi riti e le sue dinamiche. Tutto e' diverso e tutto si integra a Bondi. Le diversita' sono motivo di conoscenza e di unione (e questo accade in tutta l'Australia che ho avuto occasione di vedere finora).
Bondi e la sua popolazione sono eccentrici, stravaganti, attraenti, bohemien, stranissimi, ai margini, variopinti, felici, sorridenti, pacifici, aperti, caricature ed espressioni. Sono calamite per la mia curiosita'. Non c'e' una persona che non reputo interessante da conoscere. O da scoprirne la storia e la provenienza. Gia' solo nel modo di vestire, un pugno nell'occhio che pero' poi si abitua e apprezza. Ieri a pranzo me ne sono uscito con: "Mia mamma ci vivrebbe tranquillamente a Bondi". E' cosi', e' proprio lo stile esplosivo, a volte irrazionale, colorato, impressionista e un po' naive, con graffi di pennellate fauviste, tipico di mia mamma. Il tutto in una cornice elegante e coerente, nonostante la sua incoerenza. Tipico di mia mamma.

Bondi e' un villaggio, come lo e' ogni sobborgo di Sydney. Non a caso Sydney viene definita 'The City of Villages', o ancora 'The City of Tribes'. La sfaccettata, spezzata e dispersiva disposizione geografica della citta' sul territorio, caratterizzato da decine di baie, ha contribuito in maniera determinante alla variegata composizione e struttura della popolazione. Sydney si dovrebbe chiamare in realta' "Sydneys", al plurale. Tante sono le "citta" che la compongono, ognuna con la sua comunita'. Perche' ogni villaggio, ovviamente, ha la sua tribu'. E ogni tribu' ha i suoi costumi, le sue usanze e i suoi rituali. Avevo ideato addirittura una campagna per il Sydney Morning Herald, basata su questa complessa struttura geografica e sociale. Ma e' rimasta in saccoccia.
Vabe', tornando a Bondi, la sua tribu' e' multietnica, divisa per gran parte a meta' tra due grandi comunita', quella francese e quella brasiliana. Diciamo che e' molto presente una comunita' Frasiliana.

Ci sono alcune categorie di persone che qui potete evidentemente riconoscere. I tratti sono indubbiamente distintivi:


1) Il brasiliano che e' venuto per sei mesi a fare surf.

Non si sa come e dove lavora. Ne', soprattutto, se lavora. Ha i soldi che ha messo da parte, o quelli che gli ha lasciato qualcuno dopo averlo rapinato in brasile prima di venire qui. Ha il fisico di una statua, il sorriso latino sensual-beffardo sulle labbra, ma raramente il pallone tra i piedi. I brasiliani di bondi non giocano a calcio, sembra facciano solo surf e organizzino party a tutto spiano. Insomma, non fanno un cazzo e si godono sti sei mesi.


2) Il francese, di parigi.

Devo commentare? Non credo. Questo tipo di persona, uomo o donna che sia, viene odiato da tutto il mondo, compresi i francesi che non sono di parigi. Il francese di parigi e' una razza a parte. Fatta per essere odiata. Lo riconoscete perche' e' l'unico che si ostina a parlare solo francese anche a Bondi. Riconosciutolo solo da questo, poi viene da se' notare la puzza sotto al naso, il capello ondulato e balsamato, l'atteggiamento effeminato, francese, saccente e superiore per i ragazzi, e quell'aria da problematica, complessata, finta incosciente, distratta, lunatica, 'non so ancora cosa voglio dalla vita' per le ragazze. Non sono luoghi comuni, c'est la vie. Abitano Bondi atteggiandosi a bohemien in perenni incertezze caratteriali ed economiche.
Non e' vero niente, sono imballati di soldi e il papi finanzia ogni volta che miagolano. Un po' come i finti artistoidi di sinistra, poveri per atteggiamento, che abitano pero' a trastevere o a testaccio. "Il bohemien coi soldi di papa'', per intenderci. Ecco, questo e' il secondo tipo di popolazione 'dalle caratteristiche evidenti' presente a bondi.


3) Il terzo tipo e' Francesco Solfrini.

Lui a rappresentanza di una categoria. La categoria di chi ha scelto Bondi per vivere bene. Che gode di un solare stile di vita, e che va avanti lavorando, sempre col sorriso sulle labbra. Perche' Bondi il sorriso sulle labbra te lo fa venire anche se sei triste. Quando vivi qui, anche se lavori ti sembra di essere in vacanza. Insomma, la mattina ti svegli e vai a correre sul lungomare costeggiando l'oceano. Oppure vai a fare surf all'alba. La sera torni e puoi fare la stessa cosa. E cosi' nel weekend. Ed e' un continuo conoscere persone sempre nuove, culture, punti di vista. E' un continuo arricchirsi e incontrarsi nei localini, nei bistrot, nelle intime brasserie. La sera adesso e' un susseguirsi di barbeque e cene aperte nei cortili. L'apertura e' totale.
Questo villaggio e' la celebrazione della vita e della vitalita'. E la comunita' "Francesco Solfrini" la vive non da backpacker, ma da attore protagonista, prendendo sia il lato 'f-estivo' che il lato residenziale.

4) Il quarto tipo e' il resto del mondo, che fa di Bondi un paese di paesi.

5) Il quinto e ultimo tipo e' il sisotto. Che se quando c'e' il sole gli chiedi 'Ndo vai?', lui ti risponde 'Che domande, a Bondi!'.

Primavera d'ottobre

E' stato un fine settimana primaverile. Se 30 gradi si possono definire Primavera.
E' la mia prima (e forse unica, chi lo sa) primavera d'ottobre.
Un ossimoro che sto vivendo in maniera oraziana. Carpe diem e' la filosofia che mi guida in questo momento. Incerti momenti, godi dell'attimo e di cio' che ti viene dato. Questo ho imparato a fare. Vivere il presente, in ogni secondo, in ogni minimo istante di questa esperienza i cui giorni non torneranno piu'. Sospeso tra il passato e la mia vita di prima, le aspettative per il domani, la paura e la gioia di restare o di tornare a casa, vivo immerso nel presente, attimo dopo attimo, che sia positivo o negativo. Lo vivo col corpo e soprattutto con la mente. Sono presente.
Tutto questo, lo stare cosi' lontano, il timore di allontanarmi sempre di piu', misto alla voglia di tornare e di ritrovare le persone che contano davvero per me, mi ha insegnato a concentrarmi in quello che vivo. Senza struggermi per quello che ho lasciato alle spalle, ne' preoccuparmi per o anelare a cio' che incontero'. Le ansie passate e future si fanno spesso avanti, ma le contrasto vivendo l'oggi. E oggi dopo oggi, il domani viene da se'. Credo sia questo uno dei segreti per essere felici con se stessi. Viversi quotidianamente. Sembrera' ovvio, ma non e' cosi'. Io l'ho imparato passando attraverso molteplici stati d'animo. E ci sono arrivato solo da poco. E' un sentimento che chiamo 'Nostalgioia'. Questo ambivalente ed unico, allo stesso tempo, senso di paura ed eccitazione, nostalgia e felicita', preoccupazione e tranquillita', freni e spinte, rallentamenti e accelerazioni improvvise, nuvole e sereno. "Se resto, vado avanti. Si' resto, e poi giro il mondo. Non mi ferma nessuno". - "No, torno. Mi manca troppo la mia casa, le persone, i luoghi. Voglio tornare e iniziare a costruire la mia vita e la mia famiglia. Ma se torno, vado avanti o e' un tornare indietro? Cosa mi aspetta a casa? Chi mi aspetta a casa?". Si alternano, si susseguono dentro me, con uguale intensita' queste domande. Sembra giochino a rincorrersi. Paure e coraggio si affrontano continuamente, fin da quando sono partito. E' un testa a testa continuo, tra domande e risposte trovate, o mancate. Tra il giorno e la notte. Non sono mai stato cosi' dominato da sentimenti cosi' opposti e cosi' uguali. La forza che li distingue e' la stessa forza che li unisce. Ma non mi lacerano. Mi fanno sentire vivo. Non provo ansie, ma tranquillita'. Gioco anche io con loro, nell'attimo presente in cui si presenta uno o si presenta l'altro. Li seguo, curioso. A volte in profondita', altre in superficie evitando di leggere troppo a fondo nelle situazioni. Come dire, mi lascio trasportare dalla corrente presente, in questo momento di attesa e di incertezza.

E in questo momento di attesa e di incertezza, venerdi' sera con il Solfrins, Ben e Nick (che era in serata libera perche' la moglie era in giappone) ci siamo sollazzati all'Argyle per poi addentare delle pizze dai gusti australiani (pizza con sopra limone, carne e gamberetti...).

Sabato giornata ad informarmi per il 'piano B' qualora dovessi tornare prima del tempo. Ovvero, ho preso info per vedere la Nuova Zelanda e il resto dell'Australia ante rincasata natalizia.

Domenica al mare a Bondi. Era praticamente estate. Un pullulare di vita. Pranzetto delizioso al 'Paris go', il tempo di constatare che l'atmosfera, la musica, la serenita', la vitalita', l'internazionalita' ma soprattutto la gnocca di Bondi non esiste in nessuna altra parte del mondo. Poi ancora un po' di mare, il tempo di vedere cambiare il tempo come al solito improvvisamente, e poi tutti a fare il gioco dell'uva.
Bondi, comunque, e' un post a parte.

mercoledì 10 ottobre 2007

Manzu di bronzo.

Che mio fratello fosse un geniaccio l'avevo capito da quando e' nato.
Che fosse un concentrato di talento e passione per la regia, il montaggio e avesse un occhio cinematografico sorprendentemente sensibile, l'ho imparato a capire vedendolo crescere.
Che avesse delle doti di narrazione visiva indiscusse che prima o poi sarebbero emerse, e' stato presto sotto gli occhi di tutti quelli che lo conoscono.
Che avesse vinto un Bronzo ai Promax Award di New York l'ho saputo ieri sera.

Mi ha chiamato felice, e felice mi ha reso.
Manu, sei grande. Un grande fratello, per rimanere in tema.
Sono orgoglioso di te, di tutto cio' che sei e che fai. E questo premio te lo sei strameritato.
Sei bravissimo, hai un talento che ho visto in poche altre persone in vita mia, e non lo dico perche' sei mio fratello. Te lo direi anche se non lo fossi.
La tua capacita' di cogliere il carattere e tutta l'espressivita' di una persona con una sola, istantanea inquadratura. Il tuo saper emozionare con le immagini. Taglianodole, montandole, incollandole, amandole. La sensibilita', l'attenzione, la cura, il bagliore negli occhi che che hai quando riprendi. Le incazzature divertenti, la mancanza di pazienza a volte, quel sorriso che ti distingue anche se rimani in silenzio tra 100 persone. Ti vorrei abbracciare forte, ma posso farlo solo con le parole. Sei grande Manu, sei veramente grande. Non sai quanto sia contento di questo riconoscimento per te. Non ce n'era bisogno, ma fa sempre un gran piacere, vero? E' l'ennesima conferma che sei sulla strada giusta. Forse una delle piu' difficili, ma la tua. E la stai percorrendo correndo. Ci crediamo tutti, ed io per primo, che ce la farai, piccolo Spielberg.
Sai, penso tante volte a quando un giorno lavoreremo insieme. Perche' accadra'. Pensiamo un'idea, giu' lo script, ed ecco li' che ti vedo girare uno spot, o un corto, o un video, o un film, con il tuo inconfondibile stile. Si, di questo ne vado fiero. Del tuo stile. Hai 5 anni meno di me, ma molte volte mi hai insegnato, molte volte ti ho guardato ammirandoti. Non te lo ho mai detto credo, te lo dico ora che da lontano non lo posso trattenere. Molte volte ho imparato da te. E non ho mai smesso di sorprendermi. Sono cosi' curioso di vederti e di viverti di nuovo. Ti sento cambiato dopo la mia partenza, diverso, piu' grande, piu' sicuro, piu' sfacciato perche' no, insomma credo tu abbia iniziato a prendere coscienza della bella testa che sei.
Sai, diversi mesi fa, nella lettera che scrissi a me stesso prima di partire, ad un certo punto scrissi questo:

"Sono nato a Roma, il 18 Marzo del 1981. Era un mercoledì, ironia del destino, è lo stesso giorno in cui sto per dare una svolta alla mia vita. Forse il destino esiste allora Simò, non solo le scelte sofferte. Vengo da una famiglia normale, per chi la guarda dall’esterno. Ma infatti dall’esterno sembro normale anche io. Mio papà lavora in dogana, mia mamma nell’amministrazione di una scuola. Mio fratello invece è nato con la telecamera in mano. E’ taciturno, silenzioso, introverso, riflessivo, chiuso. Dall’esterno. Dentro è più profondo di me. Solo che io mi faccio guardare, lui no, lui dice poche cose, comunica con gli occhi, esprime pensieri profondi come fondali marini in poche, concise, chiare, nitide parole. Io e mio fratello siamo agli antipodi. Ma è come la terra. Il nord e il sud sono opposti, distanti, all’esterno. Ma uniti indelebilmente ed eternamente da un nodo, un cuore, uno scrigno, che è nel profondo."

Penso questo, l'ho sempre pensato e lo penso ancora oggi. Eppure da qui ti sento diverso. Forse sei cambiato, cresciuto, non lo so. Anche dalla sola voce, o da come mi scrivi, sento in te una sicurezza che ti fa essere non piu' chiuso ma libero, aperto, vulcanico, senza quel broncio che mi faceva sempre ridere. E ora mi fai ridere ancora di piu.
E hai sempre la telecamera in mano.
I miei piu' grandi e sfacciatamente pubblici complimenti fratellino.
Se penso a quando ci rivedremo, non sto nella pellicola.
Ciao geniaccio.

Per notizia, lo spot che ha vinto il bronzo e' un'idea di Alessandro Canale (mio direttore creativo quando ero in Y&R) per Studio Universal. Il Manu de oro di bronzo ha curato l'editing e il montaggio.

Dedico ad entrambi questo splendido annuncio australiano:

lunedì 8 ottobre 2007

Sing it & Song it

'Me la canto e me la sono'.
Che mi manca da fare in questa agenzia? E penso le campagne, e me le disegno, e me le presento, e faccio i radio da solo, mi cerco i jingle, registro la mia voce e incido il sample per il cliente, e faccio il modello, che manca? Doppiatore? Ce l'ho! Da oggi, anche 'sisotto dubber'. Disponibile in versione CD o VHS, e anche in musicassetta. Sto a diventa' un artista a tutto tondo (non solo perche' ho preso 3 chili). Serviva un vociotto europeo per doppiare il voice-over dello spot per il 'Festival del cinema europeo' che si terra' a Sydney e Melbourne in novembre. E chi ti chiamano questi compagnoni di colleghi? Ma il sisotto, che domande. Stavolta pero' mi pagano. Ci si puo' stare. E' un'invasione sisottesca: foto su stampa, immagini in tv, voice-over in uno spot. Mi aspetto di fare da bar tender al bar dell'agenzia, poi di pulire i bagni la sera, o servire per il catering del venerdi' e direi che posso ritenere quest'esperienza veramente completa.
Tra l'altro oggi mi e' arrivata una cassa enorme di birre come ringraziamento da parte del Sydney Morning Herald per essermi prestato come modello. Come dire "nun te pagamo, bevici su'...". Pero' lo ammetto, mi ha fatto molto piacere. Sono stati gentili. Come il sapore del malto. A proposito, come si chiama il nano che beveva sempre birra? Luppolo.
Cheers.

Goethe possino!


Frase del giorno:

"Un giorno la paura busso' alla porta:
il coraggio ando' ad aprire ma non c'era piu' nessuno".

Goethe (un copywriter d'altri tempi)


dedicata a chi se la sente addosso.

Italian Film Festival

Allora adesso c'e' l'Italian Film Festival.
I film in programmazione sono i piu' recenti prodotti dal cinema nostrano, con qualche 'pillola' del passato, ma purtroppo non Albertone. Se avessero proiettato 'Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata' mi sarei chiuso al cinema a vederlo per tutto il fine settimana. Invece mi sono chiuso solo venerdi' sera. Siamo andati a vedere 'The night before exams', si' proprio lui, 'Notte prima degli esami' di Fausto Brizzi. L'avevo visto due anni fa' e mi era piaciuto molto. Qui mi e' piaciuto di piu'. Rivedere l'Eur, la scuola dove ho fatto le elementari, guardare di nuovo i vicoli di Roma, sentire le spendide battute salaci e la parlata inconfondibile, sentire nominare di nuovo piazze, vie, locali e ascoltare la canzone di Venditti (che non l'ho mai sopportato Venditti) mi ha fatto ridere e commuovere allo stesso tempo. Non sapevo che emozioni provare. Le avro' provate tutte penso, nella scala che va da nostalgia a felicita'. I sottotitoli erano in inglese ovviamente, e non rendevano la straordinaria varieta' della lingua capitale. L'audio per fortuna era in originale, e che musica per le orecchie. Che piacere senti' parla' romano. Quanto ridevo e quanto e' stato bello cantare 'notte di mamma e di papa' col biberon in mano, notte di nonno alla finestra, ma questa nooooootteeee e' ancooooora nostraaaaaa' dentro al cinema. Ho rifatto anche l'ondulato strascico vocale tipico di Venditti. Si' ho cantatoooooo nel cinemaaaaaa, nummene'fregato nienteeeeeee. Che liberazzzioneeeeeeee. Me so sentito tutto n'friccicore, Roma dentro. Che bello. Che bello. L'ho quasi respirata. C'e' voluto un po', una volta usciti, per riconnettermi con questa realta' sydneyana. E' bastato andare a cena al Thailandese. Che pesantezza, che intrugli. E io che mentre mangiavo immaginavo d'essere a Trust-ever in un ristorantino intimo, con tavolini all'aperto, magari sotto una veranda di vite, con due spaghetti alla 'Lilli e il Vagabondo', na' chitara e na' fisarmonica, en friccico de luna tutta pe' noi. E invece 'Chicken noodles in salsa peanuts' per passare ai 'gamberi al cocco' (buoni devo dire) e concludere con 'calamari sguazzanti tra strani licheni'. L'ideale per concludere una serata che e' stata, per cosi' dire, Ithailiana.

Sabato invece puntatina a Bondi, con Amelie. Pranzetto di fish&chips superlativi sul prato proprio sopra la spiaggia e poi via di corsa a prendere l'autobus perche' ha messo brutto in un minuto. Qui non si sa com'e' ma il tempo cambia nel giro di attimi. Un po' come Perty. Se la mattina e' bello, nulla vieta che da pranzo in poi arrivino le lumache. Ma che fish&chips ragazzi, il migliore che abbia mangiato in Australia. No forse no, il migliore e' stato da 'Mongers' a Byron Bay con i 4 dell'ave maria quando eravamo in viaggio. Ma anche questo a Bondi ha avuto il suo perche'. Perche' infatti mi sono sentito colmo d'olio fritto per tutto il pomeriggio. Non ho cenato e sono andato a letto col mal di fish&chips.

Domenica, sveglia-caffe'-barba e bidet (che qui non c'e') e son uscito per un delizioso brunch at The Rocks, seguito da una intellettuale visita alla mostra d'arte contemporanea, nell'omonimo museo. Era gratis, e meno male. C'era poco da vede'. Ma pure quando paghi qui nei musei c'e' poco da vede', e te rode pure perche' hai pagato. Dieci minuti e hai finito. Con tutta la buona volonta', nel senso che ti vai a leggere tutte le didascalie possibili anche quelle dei cessi (che e' sempre arte), la visita richiede una mezz'oretta o poco piu'.
Interessante. Per carita'.
Diciamo che lo stato dell'arte contemporanea australiana e' di gran lunga meno coinvolgente dell'arte aborigena che rimane, a mio avviso, la forma d'espressione umana piu' cruda, irrazionale, ossessiva, delirante, impulsiva e immediata, pur con la sua logica interna, che io abbia visto.
E dopo la-mostra-che-dura-dieci-minuti, pomeriggio in relax, tra faccende di casa, lavatrice, stendino, spesuccia e un sisotto in grembiule in versione domestic housewife. Cute.

Magic

Avrei voluto idearlo,
avrei voluto pensarlo,
avrei voluto scriverlo,
avrei voluto seguirlo,
avrei voluto correggerlo,
avrei voluto presentarlo,
avrei voluto condividerlo,
avrei voluto riscriverlo,
avrei voluto venderlo,
avrei voluto girarlo,
avrei voluto guardarlo.
Per il momento, lo adoro.

Mi piace questo spot.

Mi piace la regia.
Amo la musica e la sua voce.
Mi piace, ora che ci penso, la Saatchi&Saatchi New York.
A Niu' Yo', prima o poi io e te se rivedemo.
Mi piace questo modo di fare pubblicita':
brillante, intuitivo, emovente,
romantico, allegro, meravigliato,
giocoso, fresco, femminile, magico.

Che bel pensiero, che bel modo di esprimerlo.

giovedì 4 ottobre 2007

Don't stop me now

E' il mio piccolo ringraziamento alla piu' grande voce di tutti i tempi ad un testo e ad una musica che esprimono in ogni dettaglio questo momento della mia vita e' cosi' che mi sento mi sveglio e rido la vita mi esplode libero di essere libero non mi era mai successo di sentire il mondo in pugno la mia vita completamente mia padrone del mio destino consapevole di me stesso ho trovato la via dentro di me ho trovato il modo di conoscermi simone in faccia a simone che e' in faccia al mondo e' come il piu' bel tiro al volo che abbia mai fatto ed e' gol e' una sensazione indescrivibile e non avrei saputo trovare parole migliori per esprimerla

Tonight I'm gonna have myself a real good time
I feel alive and the world turning inside out yeah!
And floating around in ecstasy
So don't stop me now don't stop me
cause I'm having a good time having a good time

I'm a shooting star leaping through the sky
Like a tiger defying the laws of gravity
I'm a racing car passing by like lady godiva
I'm gonna go go go
There's no stopping me

I'm burning through the sky yeah!
Two hundred degrees
That's why they call me mister fahrenheit
I'm travelling at the speed of light
I wanna make a supersonic man out of you

Don't stop me now I'm having such a good time
I'm having a ball don't stop me now
If you wanna have a good time just give me a call
Don't stop me now (cause I'm havin a good time)
Don't stop me now (yes I'm havin a good time)
I don't want to stop at all

I'm a rocket ship on my way to mars
On a collision course
I am a satellite I'm out of control
I am a sex machine ready to reload
Like an atom bomb about to
Oh oh oh oh oh explode

I'm burning through the sky yeah!
Two hundred degrees
That's why they call me mister fahrenheit
I'm travelling at the speed of light
I wanna make a supersonic woman of you

Don't stop me don't stop me
Don't stop me hey hey hey!
Don't stop me don't stop me ooh ooh ooh (I like it)
Don't stop me don't stop me
Have a good time good time
Don't stop me don't stop me ah

I'm burning through the sky yeah!
Two hundred degrees
That's why they call me mister fahrenheit
I'm travelling at the speed of light
I wanna make a supersonic man out of you

Don't stop me now I'm having such a good time
I'm having a ball don't stop me now
If you wanna have a good time just give me a call
Don't stop me now (cause I'm havin a good time)
Don't stop me now (yes I'm havin a good time)
I don't want to stop at all

Eucalizzucchero e Kangoorbation

Koalizziamoci.
Oggi vorrei invitare chiunque si colleghi al blog, cioe' tu che lo hai appena fatto, ad unirsi nell'apprezzamento di questo video. E' un video che mi ha dato Isabella, la mia amica fiorentina (sempre una grandissima bisteccona). Era in viaggio, stava visitando Kangaroo Island, un'isola incantevole proprio sotto Adelaide (che si pronuncia 'Edeleid'), nel South Australia. Ad un certo punto, alzando gli occhi, su di un eucalipto ha visto questa palletta grigia di pelo che mangiava. Non ha potuto far altro che filmarla. Sono rimasto incantato dall'osservare, anche se solo per video, un koala cosi' da vicino. Lo trovo tenerissimissimissimissimo. E allora ho scelto di mettere un po' di zucchero sul blog. Eucalizzucchero.




Quest'altro invece e' un video che girava questa mattina in agenzia.
Non sapevo che anche i canguri prendessero per il collo polifemo.
Un 'tocco' simpatico di real Australia.

martedì 2 ottobre 2007

The long weekend - Domenica e Lunedi'










Sometimes words are very unnecessary.
Due giorni cosi', neanche in 'Laguna Blu'.