giovedì 28 giugno 2007

Sitting, waiting, wishing.

La foglia


La foglia,

d'amor e' figlia.
Leggera
s'appiglia,
sol'al cuor
di chi d'amar ha voglia.

Come sorgente gorgoglia,
trasparente meraviglia.
Desiderio sulla soglia,
impeto senza briglia.

E' ninfa che bisbiglia,
e' seme che germoglia,
e' carne sulla griglia,
e' il lilla che m'invoglia.

E' la mia parte spoglia,
il cuor della conchiglia,
beata chi mi piglia,
di piu' chi me s'ammoglia.

Di donne ce ne'e' avoglia,
ma voglio sol chi m'assomiglia.

The bachelor Sisotto.


martedì 26 giugno 2007

eBay - Whistler

Se volete vedere il nostro nuovo spot per eBay.
L'idea e' dei direttori creativi, Garry Horner e Matt Kemsley.
Purtroppo la mia e di Dave non ce l'ha fatta. Vabe'.
Lo spot e' carino, ma troppo "per bene", troppo "pulito".
L'idea e' forte ma secondo me poteva essere eseguita in modo veramente estremo.
Magari con qualche soldo in piu' potevano girare proprio con Johnny Knoxville e tutta la banda di Jackass. Avrebbe reso molto di piu'.
La canzone e' la parte che preferisco.

Make shopping exciting!
http://pages.ebay.com.au/exciting/tvc.htm

lunedì 25 giugno 2007

Morning gift



Stamattina, dopo un po' che ero a lavoro, sono uscito fuori dall'agenzia.
Cosi', mi andava di prendere una boccata d'aria.
Esco dalla porta, pochi passi e arriva una folata di vento.
Ero con la testa a guardare in terra, assorto nei miei pensieri.
Noto una foglia.
La folata di vento me la ha letteralmente adagiata tra i piedi.
La osservo qualche istante, ha una forma davvero curiosa e familiare.
Non ci voglio credere eppure, e' proprio cosi'.
E' una foglia a forma di cuore.
Non ha neanche piu' il rametto che la teneva attaccata all'albero.
Perfetta,
come se fosse stata ritagliata con cura,
mi sono ritrovato ai piedi una foglia a forma di cuore.
Allora l'ho presa,
fosse mai un segnale,
ma pure che non lo fosse
mi e' piaciuto cosi' tanto il momento che non potevo lasciarla li'.
Ora e' sulla mia bacheca a lavoro.
L'ho voluta conservare e ho voluto darle un significato
con una frase che ho scritto apposta per l'occasione.

Poco piu' tardi ho pensato ad un altra frase.
Piu' significativa di quella che ho fotografato accanto alla foglia.
Mi avvolge completamente nella circostanza che ho vissuto.
Con il vento che soffia la foglia a me incontro,
mi piace immaginare anche il soffio di queste parole:

"You give a little love, and it all comes back to you...".

A cuore e' la foglia, che ci apre la via.
Trovate la vostra, che io ho trovato la mia.


Un Sisotto d'altri tempi.

La pubblicita' in cui credo



Questo annuncio ha vinto un Leone d'oro nella categoria "Outdoor" al Festival della Pubblicita' di Cannes di quest'anno. E' il mio preferito. E' cio' che intendo per comunicazione commerciale con finalita' sociali ed educative. Comunicando il valore di un prodotto si puo' sempre provare a dare, a mio avviso, una connotazione carica di valori al messaggio. Una connotazione piu' ricca, piu' impegnata, non strettamente legata ai prodotti. Io credo fortemente che la pubblicita' possa essere educativa anche quando e' prettamente commerciale e non dichiaratamente no-profit. I valori, i temi forti, le speranze, il buonsenso, i denominatori comuni, gli argomenti trasversali e intercontinentali, i retaggi universalmente condivisi possono emergere anche quando stiamo pubblicizzando una macchina, uno shampoo, un servizio telefonico o, come e' evidente, i giocattoli Lego. Non emergono ovviamente a livello denotativo, a prima impressione cio' che colpisce e risalta sara' la macchina, lo shampoo, il giocattolo, etc. Emergono invece a livello sotteso, connotativo, e per questo acquisiscono un significato e un valore ancora piu' forti.
Il senso del messaggio sara' allora piu' profondo, piu' ricco, fara' pensare, generera' riflessioni, magari discussioni, attivera' i cervelli. Ecco come la pubblicita' potrebbe entrare nei tessuti sociali e culturali per provare a produrre cambiamenti. Se parliamo di una macchina che va piu' veloce, la gente ci ascolta, ma solo per 30 secondi. Se magari invece parliamo di una macchina che va normale, ma a idrogeno, forse l'attenzione per quei 30 secondi di spot potrebbe poi diventare argomento di discussione, di dibattito, di scambio di opinioni negli ebeti salotti affollati di sguardi passivi davanti le Tv la domenica pomeriggio o la sera a cena. Certo, ci vuole un grande impegno da parte delle aziende a creare e commercializzare prodotti veramente utili al miglioramento della qualita' della vita. Ma una volta che questi ci sono, penso che ogni creativo possa contribuire a ideare campagne dove partendo dal valore intrinseco del prodotto si possa finire a toccare temi piu' ampi e piu' importanti. Magari non sempre ci si riesce, pero' si puo' sempre riuscire a provarci. E' quello che faccio ogni giorno a lavoro con ogni prodotto che mi trovo a pubblicizzare. Cerco sempre di trovare il suo valore "collettivo", la sua "utilita'" al miglioramento della qualita' della vita. E, se lo trovo, trovo anche il modo di comunicarlo.
E' cosi' questo esempio di impegno sociale-commerciale di Lego. Bambini al posto di uomini nella strafamosa immagine storica di New York. "Builders of Tomorrow". E' un messaggio detto da una societa' di giocattoli. Ma non da' positivita'? Energia? Non da' speranza nel domani? Non e' una miccia che scatena voglia di credere in un futuro migliore? Non parla di un prodotto, banale agli occhi dei piu', dotandolo di un grande valore in prospettiva? Non parte dal prodotto per andare a toccare argomenti di interesse universale? Si'.
I bambini che oggi giocano con i Lego, saranno domani ingegneri magari, architetti, che determineranno le nostre configurazioni ambientali e urbanistiche. Ecco il senso di responsabilita' sociale e collettiva anche da parte una di una azienda di giocattoli.
Di questo sto parlando.
Grande, potente annuncio di "valore".
Me lo Lego al dito.

domenica 24 giugno 2007

Someday

In my search for freedom
And peace of mind
I’ve left the memories behind
Wanna start a new life
But it seems to be rather absurd
When I know the truth
Is that I always think of you

Someday someway
Together we will be baby
I will take and you will take your time
We’ll wait for our fate
Cos’ nobody owns us baby
We can shake we can shake the rock

Try to throw the picture
Out of my mind
Try to leave the memories behind
Here by the ocean
Wave’s carry voices from you
Do you know the truth
I am thinking of you too

Someday someway
Together we will be baby
I will take and you will take your time
We’ll wait for our fate
Cos’ nobody owns us baby
We can shake we can shake the rock

The love we had together
Just fades away in time
And now you’ve got your own world
And I guess I’ve got mine
But the passion that you planted
In the middle of my heart
Is a passion that will never stop

Someday someway
Together we will be baby
I will take and you will take your time
We’ll wait for our fate
Cos’ nobody owns us baby
We can shake we can shake the rock

venerdì 22 giugno 2007

3 mesi

Cavolo ma oggi sono gia' 3 mesi che sono qui! Sono volati! Sembrano solo 3 mesi fa' che sono partito! Incredibile. Scherzi a parte, non sono molti. Ma vissuti dall'altra parte del pianeta sembrano una vita. Ed e' di vita che e' giusto parlare allora. Nuova vita. Rinascita.
Il periodo di gestazione procede bene. Pinuzza e Fefotto avranno un nuovo pargoletto. Il Manzu un nuovo fratellone. E il sor Imolo un nipote di destra (je piacerebbe...).
Cmq dopo 3 mesi, dai risultati dell' Amniosisocentesi emerge che:

L'Umbrione (la rinascita ha inconfondibili connotazioni Perticanesi...) si trova bene.
E' sano come un Pesci. Mangia regolarmente, sperimentando diverse cucine. Gli piace assaggiare di tutto, dall'indiano, al messicano, al libanese, al koreano, al giapponese.
Ma si esalta davanti a un piatto de spaghi.

Il lavoro va alla grande.
La campagna per Nivea procede senza sosta.
Le idee "ambient" per Country Energy usciranno in toto.
L'annuncio per Playstation sta affrontando la fase dello scatto fotografico.
Il cliente St. George e' molto soddisfatto dei comunicati radio e stampa. They'll run out.
Il bimbo inoltre attende gli esiti di Cannes per lo spot del Wwf. Guardate gli occhietti curiosi in attesa della comunicazione della shortlist. Ma non e' tenerissimo? Ed e' anche contento per il suo collega Dave, che ha ottenuto una nomination in shortlist, sempre a Cannes, con la campagna per le Olimpiadi dei Disabili. Good on you ("bella pe te" esiste anche qui...).

Oh! E guardate le manine! Sempre un po' a ranocchietta ma, da non credere, hanno le unghie!
Che dolci. Ok, ammetto che ogni tanto sgraffigno qualche dito. Ma ho fatto gia' molti passi in avanti.

E i polmoncini, come stanno? Bene. Sani, forti e puliti, a parte qualche sigarettina di circostanza. Ma c'e' qualcuno di molto potente che a Melbourne mi ha tolto l'abitudine anche di quelle.

The life still goes on. Molti amici sono partiti. Gianluca tra le vigne. Isabella per i campi del Queensland. Federico per l'Italia. Ma c'e' sempre il prode Solfrins che non molla mai. E continua impavida anche la coppia marchiciana doc: Giacomo e Marika. Quevve possino, munieddi scirrabbiti!
Ovviamente l'accampamento Koreano e' sempre piu' saldo. Ormai sono in trincea.
Pero' il bimbo, che piano piano cresce, sta cercando di cambiare casa. Zona Bondi Beach, Surry Hills o Paddington. Dipende anche dal fatto se mi prolungano il contratto per altri tre mesi o no.

I piedini stanno cosi' cosi'. Un po' tristi. In tre mesi il "siso de oro" ha giocato solo tre volte a pallone. Sigh! Ogni tanto va a correre, ma non basta. Ci vuole una palla. La prossima settimana lo aspetta un nuovo team di australopipponi per giocare. Il direttore di produzione in agenzia ormai e' diventato il mio agente (mi sta proponendo a tutte le squadre di Sydney che conosce). Lui si chiama "Al" ed e' scozzese. Ma e' innamorato dell'Italia e della pasta. Infatto lo chiamo Al Dente. E ogni giorno gli insegno parole italiane. Ormai siamo in grado di sostenere una conversazione completa su: Pubblicita', Donne, Calcio, Meteo, Musica, Stile di vita, etc. Da qualche giorno abbiamo iniziato a disquisire sul concetto di "essere o apparire" in Schopenauer. Eh si', a 3 mesi e' gia' filosiso. Poi con Dave ci divertiamo a cantargli la canzone di Paul Simon "You can call me Al" quando entra in stanza. ;-)

Il cuoricino? Il cuoricino, dopo un eccessivo periodo di stallo, e' tornato a battere.
Pian piano, giorno dopo giorno, battito dopo battito, l'ometto sisotto ha preso di nuovo consapevolezza dei suoi sentimenti. Per se' stesso, per le persone a cui vuole bene, per chi ama, e per quelli che lo hanno perso per strada. "Era ora - aggiunge il medico - che tornasse ad ascoltare il cuore, mettendo da parte la ragione". Per troppo tempo i neuroni avevano bloccato gli impulsi del sangue. E cosi' il grande cuore del sisotto, sta pulsando di vita. E sta riscoprendo il suo sound. Un "battere e levare" naturale, spontaneo, limpido, libero. Il ritmo scorre con i bassi ben attutiti. Sono i medi che adesso segnano la traccia e gli alti che tessono la melodia. Violini arabi, chitarre gitane, tamburi aborigeni, cornamuse scozzesi, mandolini italiani, parole francesi, percussioni sudamericane, assoli di Mark Knopfler. E questa fluida, rossa e bruciante musica scorre nelle vene, e l'ossigeno la colma di ampi respiri. Non c'e' piu' paura di dare. Non c'e' piu' paura di trattenere. Non c'e' piu' ansia, tensione, incertezza. Non c'e' piu' quel blocco allo stomaco. Non ci sono i dubbi, quegli ostacoli interiori. Ma solo voglia di affrontare.
Via, via, via, via, via, via, via, via, via prendi il volo sulle ali del coraggio.

E il cervelletto? E' gia' formato?
Poesse.
O madonna smno sompleramene uriap alle orte 7.01....
l'agenzia e' fuori controllo...
anbbaimo app0ena festeggiatp [er la campagen di ebay..
n un m'atreggo in piedi.,..
che tajo;..

sto crollando., non r5ies o asdcvirverre...
viao a tutti...
odhggi a e' venberdi'..
adoiro i venbersidi' autdtaralianoi...
cioa

mercoledì 20 giugno 2007

Melbourne secondo Sisotto / Copertina

Gianluca












"L'Australia e' fatta d'incontri e d'abbandoni".
(Gianluca Franceschini)

Gianluca e' gito via. Ora stara' per un mese e mezzo dall'altra parte dell'isola, in Western Australia, a Margaret River, poco al di sotto di Perth, a fare Grape Pruning. Ovvero lavorera' in una Vinyard, potera' i filari e dara' una mano alla gestione della fattoria vinicola. Margaret River dicono sia un posto d'incanto. Una culla di terra verde e alberata distesa al sole che ospita un fiume e fattorie di legno qua e la', prima di affacciarsi sul mare. E' la stessa esperienza che avrei fatto se non mi avessero preso in pubblicita' qui a Sydney. Ma niente e' escluso. Mi interesserebbe moltissimo. Forse quando andro' a vedere la Nuova Zelanda ci faro' un pensierino. O forse andro' a Margaret River piu' in la'.
Quanto a Gianlu, ho trovato veramente una bella persona. Ci siamo incontrati tramite Federico, the hairdresser, che adesso e' tornato in Italia. Siamo stati roommates per tre mesi, e abbiamo avuto modo di conoscerci abbastanza bene. E' un ragazzo schietto, genuino, sempre col sorriso sulle labbra. Un po' indeciso a volte, confuso, attruppone, con la testa fra le nuvole eppure, di quante gliene capitano, riesce sempre a cavarsela alla grande. Mi ha colpito. E' generoso, tanto, ed ha una sensibilita' notevole. E' venuto anche lui in Australia per mettersi alla prova. Ha mollato il locale che dirigeva a Roma ed e' partito. Sembra che buona parte dei ragazzi che vengono fino qui lo fanno per scelta radicale, drastica, di messa alla prova di se'. Voleva mettersi in discussione totale anche lui. Credo che ce l'abbia fatta a vincere. Mi ha stupito soprattutto per la costanza, la forza di volonta', la determinazione nel voler vedere curiosamente il mondo. Occhi vispi, sempre sull'onda, non si e' perso una conoscenza, non si e' perso una serata, un incontro, un attimo, un'occasione. Sembrava un aspirapolvere sociale. Ed e' stato importante per me osservarlo e viverlo. Una spontaneita' che a volte varcava i limiti ma che era sempre e comunque fresca, mai inopportuna. Ho imparato molto da questo suo approccio alla vita. Siamo simili, ma quando io mi chiudo non ce n'e' per nessuno. E invece lui mi ha insegnato a "restare sempre aperto" anche quando soffrivo e stavo male. Sempre "on air", sempre acceso e pronto a captare o aspirare tutto cio' che e' intorno.
E poi lo ammiro per il rapporto che ha con Rosa. La sua ragazza. Stanno insieme da tanti anni. E questa santa (Santa Rosa. Innamorata fresca a pezzettoni.) lo sopporta e lo aspetta dopo ogni suo viaggio. E' stato in America per mesi, ha fatto altri viaggi, ora e' venuto in Australia per un anno. La rivedra' ad Agosto (beato lui), faranno un viaggio insieme e poi, lui dice che vuole ripartire da solo. Ma secondo me o resta o riparte con lei. Cmq e' meraviglioso vederli parlare su msn o in video-chat. L'amore va oltre qualsiasi distanza di tempo e di spazio. Lottano in due per una promessa. In due. Lui ha voglia di vedere il mondo, scoprirlo, girarlo, ha l'animo avventuriero di Johnatan Livingstone. Lei, a quanto ho avuto modo di capire, crede profondamente in una famiglia con lui. E cosi', si amano. Con le loro regole, i loro tempi, i loro distacchi e i loro momenti vicini. Ma non e' meraviglioso? Un amore cosi' grande che lascia la liberta' di essere liberamente cio' che si e', pur soffrendo e sopportando lunghi periodi divisi? Io credo che sia una grandissima dimostrazione di amore. L'amore che io amo, l'amore spontaneamente altruistico per il bene dell'altro. Anche se in questo caso e' piu' per il bene di lui. Ho vissuto solo marginalmente la loro storia, ma e' bastato per capire la sua forza. Lui e' un ragazzo che ha scelto di diventare un uomo e che si sta affrontando nel suo viaggio. Lei e' una ragazza, ormai donna, che lo ha capito e che gli e' vicino, forte, in attesa dell'uomo che tornera' da lei. Non c'e' distanza, non c'e' debolezza, non c'e' uomo, non c'e' donna, non c'e' storia, per chi si ama davvero. E sono felice per loro. Certo, quest'altro pazzo dovra' finirla di girare prima o poi. Oppure gireranno insieme, chi lo sa. Glielo auguro.
Sta di fatto che adesso che e' partito, mi ha lasciato da solo con 6 korean pistols dentro casa. Sono rimasto l'unico non koreano nell'appartamento. Sto imparando la loro lingua, gli ideogrammi e sto apprezzando la loro cucina. Se torno con gli occhi a mandorla, prendetevela con Gianluca.
Jal ga, anyho! (Buona giornata a tutti, ciao!).

martedì 19 giugno 2007

Non lo sa neanche lui.







"Well, his holiness, tell all this people:
What do you think is the meaning of life?"

"Well, I don't know".
E si e' sganasciato dalle risate.

E con lui, centinaia di persone sotto la pioggia di Sydney.
Me e Gianlu compresi.
Il Dalai Lama e' un comico. Ed ha capito tutto della vita.
Ecco perche' e' cosi' sereno.
Perche' nella vita non c'e niente da capire. E' inutile farsi domande complesse, interrogativi cosmici sul destino e sul nostro significato. Quello che conta e' vivere bene ogni giorno, da soli ma soprattutto in rapporto agli altri. Altri che inevitabilmente entrano piu' o meno nella nostra esistenza, se non condizionandola quanto meno contribuendo a definire una parte della nostra identita'.
Un'ora e mezza di parole sagge. Non rivelative, ma sagge. Non e' un guru. Credo sia un uomo che ha semplicemente compreso l'importanza basilare della serenita' dell'animo, sorgente sana di buoni sentimenti, per poi fare qualsiasi altra cosa (l'aveva detto anche S. Agostino). L'importanza dell'alzarsi la mattina e decidere che sara' una giornata positiva. Perche' ogni mattina noi possiamo scegliere come vivere e come guardare il mondo. Si, possiamo e come. Poi come va, va. Ma e' la predisposizione dell'animo che determina molte volte cio' che ci accade. L'importanza della complicita', della compassione, nel senso di mettersi nell'altro, di capirlo, di SAPER ASCOLTARE. E lo condivido pienamente. Il fulcro della relazione umana e' l'Ascolto. Il mettersi negli altri. E questo viaggio mi sta insegnando che lo si puo' fare solo quando si e' forti dentro e si ha una bella relazione con se stessi. Ora che sono sempre piu' pieno dentro me, che ho ritrovato stima e considerazione di me stesso, so di avere di nuovo la forza di poter ascoltare. Si, bisogna essere forti dentro per saper ascoltare. Se si e' vuoti o insicuri si ascolta confondendosi con le vite degli altri, oppure si parla, si parla, si parla convinti che il proprio vuoto possa risuonare all'esterno. Ma e' un parlare a vuoto, appunto. Io credo che chi ha tanto da dire, e' una persona che prima di tutto ha saputo ascoltare. Se stesso prima, il mondo dopo.
Il Dalai Lama, col suo sorriso coinvolgente, con quel cappelletto rosso, con quegli occhietti vispi, parla di ricerca di felicita' nelle piccole cose di ogni giorno. Nel saper apprezzare cio' che si ha. Parla della semplicita' di emozioni e di esternazioni. Parla della negativita' del capitalismo che ha nella bramosia e nella cupidigia il germe del male dell'uomo: l'insoddisfazione. Il volere di piu', sempre di piu'. Questo mi ha messo (da tempo, erano riflessioni che avevo fatto gia' da un po'...) anche un po' in crisi per il tipo di mestiere che amo. Mi sento parte di uno strumento, la pubblicita', che non e' altro che olio che unge queste capitalistiche ruote. E' la benzina che fa andare questa macchina avanti alla cieca, anzi accecata dal desiderio. Desiderio del nuovo, che non e' mai nuovo, perche' c'e' sempre qualcosa di piu' nuovo del nuovo precedente. E' una rincorsa ansiosa e ansiogena continua. Un cane che si morde la coda, una morsa che si stringe sempre di piu' e che sta arrivando all'autodistruzione.
Perche' continuo a fare questo mestiere e a crederci? Perche' non si puo' dirottare un aereo senza prima esserci salito sopra. Un kamicaze, anzi un Kakacaze, come dice nonno. Ascoltare il sistema, capirlo, per poi contribuire a cambiarlo. L'ho gia' sostenuto nella mia "lettera alla creativita' italiana", non e' mitomania o saccenza o delirio di onnipotenza. E' semplice presa di coscienza e ferma volonta' di fare anche solo una piccola cosa per migliorarmi e migliorare. E la pubblicita' e' uno strumento privilegiato, potentissimo e immediato, per parlare alle persone. In modo positivo, etico e valoriale ovviamente. Cosa fare per produrre questo cambiamento? Ancora non lo so, una cosa alla volta. Non lo sa neanche il Dalai Lama. Ma come diceva saggiamente Seneca "Prima di trovare la risposta, e' gia' importante avere avuto la sensibilita' di porsi la domanda".
Alla fine anche il Dalai praticamente parla di "No worries" e "Take it easy". State bene con voi stessi che poi state bene con tutti. E allora pure l'atarassia di Epicuro. L'assenza di turbamenti per perseguire la felicita'. Ecco. Ho collegato 2000 anni di storia Europea a 300 anni di non-storia Australiana. Riduttivo, certo. Una burla, uno scherzo. Ma, a pensarci bene, chi con un millenario passato alle spalle, chi no, dicono tutti la stessa cosa. Serenita' d'animo, Atarassia, No worries, Ama e fai cio' che vuoi, Ama il prossimo tuo come te stesso. Anche Michael Jackson lo dice: "If you wanna make the world a better place, take a look at yourself and make the change". Insomma, mi sembrano condizioni sufficienti per provare a fare qualcosa. Forse le differenze umane e culturali esteriori non sono piu' cosi' evidenti se andiamo a guardare dentro l'uomo (inteso come essere umano, senno' le femministe, che sono femministe quanno je pare, ci rimangono male).
Cerchiamo tutti la stessa cosa.
E il Dalai Lama e' convinto che la si possa cercare con il sorriso.
Come dargli torto. Effettivamente "Col Dalai Lama te taji". hahahahahahaha.

venerdì 15 giugno 2007

Cucciolone Time

Giusto per tenermi in forma.

"Che ci fa uno al mare con degli occhiali tristissimi?
Porta gli occhiali da solo."

"Ma se la mia ragazza mi tradisce al telefono,
mi mette le cornette?"

Canzone fotografica:

Puo' darsi ch'io non sappia cosa dico,
scambiando te una Canon per la Nikon.
Ma per mestier fotografo la vita,
che sia di tutti i giorni un po' sfocata.
Ti scatto dolce digital compagna,
che mette a fuoco solo sulla ..... legna. Ho detto legna.

"Cosa dice un fotografo quando vuole amoreggiare con la sua musa?
Ci facciamo una pellicola?"

"Ma un koala di periferia e' un koatto?"

E dopo Carosisello, tutti a nanna.

Otto Sis!


Sveglia il caffe'...

barba e bide'...
presto...che perdo il cab...
se il cartellino...
non timbrero'...
Sisotto! Watchu-wari-wari...Watchu-wari-wari!

Ho preso il taxi by bottom stamattina.
Sveglia 6.45, like the chickens. Come sempre mi riaddormento.
Altri 2 minuti, che je fa'.
Riapro gli occhi alle 7 e un quarto. Alle 8 dovevo essere alla Beiersdorf, in the assland (inculonia, per chi non fosse avvezzo all'inglese).
Porka puttanen!
Faccio tutto di korsen. Al soliten. Doccien, barben, profumo nelle mutanden, vestiten, sukko d'arancen, e vien!
Le mie belle abitudini di fare tutto all'ultimo e arrivare sempre un pochino in ritardo non le ho perse. Dai un po' fa cool.
Me se e' troppo tardi te lo fanno.
Mo shono un creatiiiiiiiiiiiiiiivo. Ve lo fazzo vedere iiiiiiiiiiiiiiiio sochmacher! Fatto sta che alle -12 (8 meno 20...) "Tachiiiiiiis?!?!?". Lo prendo al volo per il cool. Ci mette 20 minuti invece di mezz'ora. Era un taxi della Qantas. Ho pure controllato se avesse il turbo-boost tipo Kit. Di certo l'autista non era Michael Knight. Era cinese. Eppure e' stato bravo. Quando e' arrivato volevo brindare per la puntualita'. Cin-Cin (...).
Therefore, ci ritroviamo tutti nella Casa della Nivea. Aho, se sta na crema.
Sembrava un wellness center, quei centri benessere meditativo-orientali ricchi di essenze essenzialmente essenziali. Cascatelle e rocce intersecate alla struttura del palazzo. Colori pastello bianco-azzurro (che anche qui mischiati danno il marrone...come mai? chissa'...).
Riunione con io e Dave, 3 nostre account, alcuni esponenti della fazione del cliente e fotografo plus assistente fotografo gay. Abbiamo scelto i protagonisti dell'annuncio stampa. Le ragazze due belle figliole, erano quelle che preferivo. I ragazzi, due saccoccioni australiani. Non sono stato d'accordo, ne preferivo altri due. Vabe'. La location e' by fear.
Tutt'apposto scriccioli.
A Brisbane seguira' lo scatto Dave. Che in occasione di questa campagna ho iniziato a chiamare Dove. L'art director con 1/4 di crema idratante.
Per me domani scatta il Dalai. Speriamo che non piova. Anche perche' deve essere entusiasmante. Ci sono annunci ovunque, tipo manifesti Rock del Tour '07 del Dalai Lama in tutta l'Australia. Pensa se si presenta dentro il tendone da circo tipo Moira Orfei. Una Rock band tibetana:
"Dalai Lama and the Free Spirits" in Tour!
Venite gente, venite! Accorrete numerosi. Ma mai numerati. There's a soul in everyone, not a number. Peace and Love. Anzi, mo fondo pure un movimento che ho in mente da tempo. Lo chiamero' "Hello Peace!". Ma per gli amici "PeaceHello!". Ok, ho svalvolato abbastanza. Sara' stato il cin-cin cinese di stamattina.
Cool. Peace. Yo.

giovedì 14 giugno 2007

In attesa del Dalai Lama.




Sabato arriva il Dalai Lama a Sydney. Terra' un discorso pubblico nei Royal Bothanic Gardens a tutta la citta'. Sul potere della compassione, del perdono, dell'empatia, della ricerca della felicita'. Non vedo l'ora di andare. Anche perche' sto per finire di leggere il suo libro. So, it falls down like a bean. Intanto, nell'attesa, escono altri due annuncetti. Due copy-ads per Country Energy. Banalotti, lo ammetto, ma e' pur sempre farina nelle macine.
Domattina Pre-Production Meeting per Nivea. Alle 8 dal cliente Beiersdorf. Porka Troien ma e' taffero presten! Nun se potefen faren un po' piu' tarden? Nein! Sabato e domenica ci sara' lo shooting della campagna stampa, a Brisbane, perche' li' c'e' il sole. Qua diluvia.
Mi e' giunta voce che il fotografo sia uno dei migliori in circolazione. Ce stanno a spenne li sordi sti tedeschi. "Poldino?" - "Quello e' Leopoldo Banks...!" - "Ah...parente di..." - "Ma che parente...! Figlio e unico erede..." - "Aho, di fronte ar marco pesante, m'arendo...". Un sisotto a forma di wallaby a chi indovina il film.

Altre novita': sto scrivendo un vangelo su Melbourne.
"Melbourne secondo Sisotto".
Perche' una citta' piena di patata, e' proprio una buona novella.

mercoledì 13 giugno 2007

THE CRACKER

C'e' voluto il weekend a Melbourne per riprendermi.
Penso che sto ancora sognando, eppure e' vero.
E' succeso mercoledi' scorso. Tutto in un giorno.

Ore 9 - Cammino per strada col mio taccuino. Azzurro nel cielo, gente per strada. Sorrido.
9.05 - Mi viene un'idea per Nivea.
9.06 - La annoto. Veloce. Schizzata.
Due parole scritte tra un semaforo e un altro per ricordarmi il concetto.

9.15 - Arrivo in agenzia. Con l'entusiamo di chi ha voglia di esprimere qualcosa.
9.16 - Racconto il mio pensiero a Dave.
9.18 - Gli piace.
9.20/11 - Lavoriamo all'idea. A come adattare tutto alla cultura australiana (che piu' che cultura e' uno stile di vita).
Scrivo lo script dello spot. Poi vengono giu' da se' la stampa, le affissioni, la campagna ambient per le citta', gli eventi, le promozioni, tricche e tracche, de tutto de piu'.
Capiamo che e' un'idea che puo' fare il botto. Semplice, semplicissima, ma forte, potente proprio per questo. Ogni mezzo di comunicazione ne sarebbe coinvolto.

11 - Prima interna con gli account. Le varie coppie presentano a turno le loro proposte.
12 - Abbiamo appena finito di presentare noi. C'e' qualcosa nell'aria. Torniamo tutti a lavorare per affinare ulteriormente le campagne.
13 - Pranzo con quel folletto nello stomaco che sfarfalla di sensazioni positive. Quelle mie. Quelle che riesco ancora a provare e a trasmettere. Grazie al cielo.
14 - Tutte le coppie ripresentano in interna agli account.
14.45 - Dave deve andare da un cliente.
14.46 - Mi cago addosso. Realizzo che devo fare la mia prima interna in inglese al board dell'agenzia.
14.47 - Calma sisotto. Calma. Respirone. No worries. Take it easy.
14.48 - Non mi preparo niente. Discorso a braccio. Decido che parlera' quello che ho dentro per convincere. Rem tene, verba sequentur (il Classico serve anche in Australia. "Eschilo, Eschilo! Che qui si Sofocle! Ma attento alle scale Euripide, senno' Tucidide!")
14.50 - Tra poco tocca a me. Sembra un esame.
15 - "Daje sisotto!" - dico a me stesso. Si, mi da' forza trattarmi in terza persona a volte.
15.30 - "Promosso?" - faccio agli account esaminatori.
15.30 - "Promosso" - mi rispondono parlandomi di Cracker.
15.30 - Penso che sono contenti e che vogliono fare merenda.
15.30 - Realizzo che invece sta capoccetta potrebbe aver tirato fuori qualcosa di grosso.
15.31 - Torno a posto. 7.5 in pagella all'orale. 8 allo script.
15.32/17 - Cazzeggio su internet e con Dave, che intanto era tornato.
17.05 - Sentiamo urlare dal piano di sopra.
17.05 - Vediamo le account che piombano di sotto.
17.05 - Vengono verso le stanze dei creativi (il creati-ceo, oggi mi ritira il classicismo)
17.05 - Ma stanno proprio venendo verso la stanza nostra?
17.05 - Stanno proprio venendo verso la stanza nostra.
17.06 - "We've cracked!".
17.06 - Il cliente ha approvato la campagna.
17.10 - Erano state presentate 6 campagne e il board di Nivea ha approvato all'unanimita' la mia e di Dave.
17.10 - Gli account ci dicono che sono tutti entusiasti. Il cliente per primo.
17.10 - Sara' una campagna totale, in cui investiranno per 3 anni su Tv e tutti gli altri mezzi di comunicazione, compresi gli eventi "ad-hoc" per le citta'. Se so comprati tutto.
17.10 - Lo spot, a quanto ci dicono, sara' trasmesso in Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Sud America e forse Europa.
17.11 - Svengo.
17.12 - Non mi sembra possibile.
17.14 - Invece e' cosi'.
18 - Tutti a bere per festeggiare.
20 - Tutti ancora a bere per festeggiare. Qui si festeggia a ritmi di birre una dietro l'altra. Non facevo in tempo a finire un boccale, che qualcuno a turno, me ne aveve gia' offerto un altro.
21 - Col sorriso da ebete torno a casa.
22 - Col sorriso da ebete, penso che sono contento di questa cosa che e' successa.
22 - Mi addormento.
Oggi - Mi risveglio, dopo Melbourne, e mi accorgo che non e' stato un sogno.
Sembra che si fara' tutto.
Ed io, non sto nella pelle.
Nivea for sisotto, please.

mercoledì 6 giugno 2007

Tu breins is megl' che uan!


Io e Dave a lavoro.
Ora che siamo anche su Nivea, ci capiamo a pelle.
Nivea Sun. Prodotti per gli australiani a palle all'aria in spiaggia.
Ieri sera ci passano sto brief. Ore 7. Consegna idee roughatissime stamattina alle 11. Per la prima volta da quando sono qui ho avvertito stress. Ma no worries! Alle 7.30 ce ne siamo andati, ognuno a casa sua a pensare, per poi mischiare le idee l'indomani. Io ho chattato un po', poi sono uscito per salutare Valerio (che a questo punto credo sia partito davvero, dato che fino a questo momento non mi ha chiamato...). Poi son tornato at home e fatto 4 chiacchiere con Gianlu per organizzare the next weekend a Melbourne. Morale, fino a stamattina non avevo una mazza. Nella notte pero' un'ideuzza mi era balzata nte' sta capoccetta. E oggi, bello like the sun (non a caso), mentre mi recavo a lavoro passeggiando ho attaccuinato un po' di idee fresche di giornata.
Morale della favola, abbiam presentato 3 concept di cui uno sono fiero. Volevano la Big Idea estendibile ad ogni mezzo. Qui la definiscono "The Cracker". Io ho tradotto in romano con:"L'idea che spacca". Beh, forse c'e'. Everyone seems to love it. Crossfingers mates.
Sono contento. Spero che il cliente abbocchi all'amo e che la campagna esca. Anche se poi non si sa quando torna. (due battute in una, chi ci e' arrivato vince un sisotto di pelouche a forma di koala). Ok, basta cazzate, vado a mangiarmi un cracker. hahahahahahahha.
Beauty for all. :-)

P.S.
Di questa ideona, sorte ha voluto, che facessi la presentazione agli account da solo.
E' stata la mia prima presentazione in inglese a 5 persone davanti a me.
Mi e' sembrato un esame (pero' gli ho buttato li' pure due battute, e' piu' forte di me).
Beh, promosso! Siiiiiiiiii che c'abbiamo il Crackers! Daje!
Quanto e' bello quando vedi che le persone credono in quello in cui credi.
E quanto e' bello convincerli nella loro lingua!
Ma quanto me sto a diverti'?!?!?!?!

martedì 5 giugno 2007

Primo Italiano







Domenica 3/6/07


L'Italia all'estero e' un altro Paese. Nel senso che e' un paese proprio.
Ma non all'estero Europa. All'estero lontano, come negli Stati Uniti, o quaggiu'.
Domenica scorsa io e Solfrins siamo andati al "Primo Italiano". L'evento principale del Sydney Italian Festival. Una domenica bestiale in cui tutta Stanley Street (la via storica del quartiere italiano a sydney) si e' trasformata in Via Del Tutto Eccezionale. Che bello essere italiani. Che sensazione unica. Che bella domenica. Mi sono e ci siamo sentiti a casa.
Partiti in due, poi ci hanno raggiunto Elena, una ragazza di Pescara, e nel pomeriggio Gianlu e Valerio (che sta ancora a decide se tornare a roma o no...ha cambiato il volo di ritorno sette volte...una delle quali alle sette di mattina quando aveva l'aereo alle undici. Qua se nun so matti nu ce li volemo.).
Appena arrivati, girato l'angolo di una di queste vie insipide di Sydney, vediamo un'apparizione. Panni stesi tra un palazzo e un altro. Camicie, calzini, mutande, canottiere. Mai alcuna vista mi ha dato cosi' gioia da due mesi a questa parte. Subito dopo, lungo la discesetta di platani, tra le casette e i balconcini attaccati, sulla destra, una famiglia molto numerosa, stava tenendo un pranzo all'aperto, con tavolini, pasta al forno che usciva, uomini a parlare con i bicchieri in mano, donne che portavano i piatti stracolmi. Pasta, affettati, carne e pesce al forno. Ci siamo commossi. Dalla fame. Allora ci siamo avvicinati semplicemente dicendo che eravamo italiani. Neanche il tempo di dire i nostri nomi che...Urla di gioiaaaaa! Ue' ue'! Cumpa'! Trase! Trase! E giu' ci hanno coinvolto a bere vino, ci hanno offerto di tutto. Un signore si e' messo a suonare la fisarmonica in nostro onore. Ragazzi, un'emozione nostrana. Tra i bocconi poi, ci siamo conosciuti. Il signor Fabio e il signor Marco ci hanno raccontato le loro storie. I bisnonni che sono venuti qui nel 1887, le tradizioni mai perse, quell'italiano di aggettivi antichi e di parole buttate li' in mezzo all'inglese. La lingua dei nostri compaesani emigrati fonde dialetti stretti, calabro, campano, siciliano, a volte veneto, con l'anglosassone.
Comme inne picciotti! Wudd you laik mbo' de rosso? Ma che calore nel cuore sentirli parlare. Come vivere dal vivo delle foto color seppia. Gente che si e' dovuta inventare la vita. Che va fiera del passato italiano. Che e' orgogliosa di essere italiana, molto piu' di tanti di noi.
Gente che si e' tramandata storie di paese, parlate, canti, poesie, credenze, tradizioni, che sono l'ultimo ricordo del loro (nostro) luogo natio. Ho provato una sensazione duplice. Quella di un'Italia stereotipata all'estero, l'Italia del "Ciao Bella, Primo, Pasta, Spghedi, Linguini, Mandlino, That's Amore, Capri, Naples, O' sole, etc". E l'Italia profonda, intima, interiore, ricordata, raccontata e li' rimasta, che hanno dentro queste persone. L'Italia degli anni 50. Il periodo in cui non solo dall'Italia, ma soprattutto dall' est europeo e dal mediterraneo orientale, molte popolazioni si sono mosse, dopo la guerra, per raggiungere l'Australia in cerca di fortuna. Gli Australiani non esistono. O almeno esiste solo la discendenza inglese. Il resto sono Libanesi, Macedoni, Greci e Italiani piu' di tutti, Tedeschi, Slavi, Croati, Sloveni, Polacchi che sono emigrati after the 2 world war. E koreani e cinesi a go-go.
La prima domanda che ci hanno fatto per strada infatti e' stata: "Da dove provengono i vostri genitori?". Dice tutto. Proprio come accade nei paesini italiani. A me ogni volta che vado a perticano mi dicono : "Questo e' coso, si', e' coso...el nipote de' Imolo". "Ahh...sendi mbo' e nonneto..come schta'?" Tu non sei Simone, sei il figlio di Pina e il nipote di Imolo e Adriana. E qua e' rimasto come nei paesi italiani 50 anni fa. A sta festa me pareva de sta' alla "Sagra del Cocomero de Coldepeccio" (tacci vostra, brutti zingari de coldepeccio). Mancava Neno a far da mattatore. Ma c'erano i palchi con le band, le fisarmoniche zompettanti, le rappresentazioni in strada di Romeo e Giulietta, gli stand con "Veri Piadini Romagnoli". C'era il tipico piacione 60enne emigrato, tutto bruciato dall'abbronzatura, parrucchino laccato nero impomatato, capezza e orologio d'oro, anello al mignolo, giacca, camicia sbottonatissima, con accanto la bamboletta di turno. Eccola m'e' venuta finalmente: "L'italia all'estero e' un ricordo che si e' fatto stereotipo". Fermo ai simboli perenni dell'Italia regionale e della bella dolce vita.
Alla fine, "O sole mio" ce la siamo cantata. La pasta al pesto, mangiata. Il caffe', preso. Quattro cazzate al bar se so dette comunque. Mi sembra che non c'e' mancato niente.
In fondo, Paese che vai, Italia che trovi.

E' da lontano che si apprezzano veramente le cose.
Siamo proprio un grande popolo. Con una forza culturale come nessun altro al mondo.
Solo che da fuori se ne accorgono tutti, e invece chi ci vive si lamenta e basta.
Ma com'e' sto fatto?

sabato 2 giugno 2007

Il tempo del cuore


Dicono che c'è un tempo per seminare

e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno teso
come un lino a sventolare.

C'è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci.

C'è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d'estate
e saper raccontare ai nostri bambini quando
è l'ora muta delle fate.

C'è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c'era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato.

È tempo che sfugge, niente paura
che prima o poi ci riprende
perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo, c'è tempo
per questo mare infinito di gente.

Dio, è proprio tanto che piove
e da un anno non torno
da mezz'ora sono qui arruffato
dentro una sala d'aspetto
di un tram che non viene
non essere gelosa di me
della mia vita
non essere gelosa di me
non essere mai gelosa di me.

C'è un tempo d'aspetto come dicevo
qualcosa di buono che verrà
un attimo fotografato, dipinto, segnato
e quello dopo perduto via
senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
la sua fotografia.

C'è un tempo bellissimo tutto sudato
una stagione ribelle
l'istante in cui scocca l'unica freccia
che arriva alla volta celeste
e trafigge le stelle
è un giorno che tutta la gente
si tende la mano
è il medesimo istante per tutti
che sarà benedetto, io credo
da molto lontano
è il tempo che è finalmente
o quando ci si capisce
un tempo in cui mi vedrai
accanto a te nuovamente
mano alla mano
che buffi saremo
se non ci avranno nemmeno
avvisato.

Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo sognato
che bisognava sognare.

(C'è tempo, Ivano Fossati)

venerdì 1 giugno 2007

Massima

Ieri sera con Gianluca e Francesco abbiam fatto l'Aperisiso allo Hugo's. C'era presa di fare i belli. Lo Hugo's e' il locale piu' fashion, cool, trendy, up-town, dress-code, e altri comici aggettivi, della citta'. 100 dollari per tre pizze e tre birre. E' stata la prima e ultima volta. Arrivati, incontro 3 patatissime colleghe dell'agenzia. Tre account di portata metafisica. "Helloooooooo, lovely to have you here! Fun, cool, three italians...join us!". Ci invitano a sederci con loro. Si parla, si cazzeggia, si scherza. Tutto procede all'italiana. Dopo 5 minuti, c-i-n-q-u-e, ci dicono gentilmente che li stano raggiungendo gli account del nostro cliente Absolut Vodka. Aperitivo di lavoro. Noi dobbiamo alzarci subito e muovere le chapette. Vabe', grazie lo stesso. Ci mettiamo all'interno del locale, strapieno. Ordiniamo le 3 pizze. Mangiamo a tozzi e bocconi. In piedi. 100 dollari. Ok, ok. Fino qui ok. A fine aperitivo ci accorgiamo, simpaticamente, che quelli di Absolute non hanno mai raggiunto le nostre tre patatissime account al tavolo. Hahahahah. Ma che carine ste australiane. Te liquidano in 5 minuti, con simpatia, elegantemente. Cmq il vero bordello e' successo dentro. Ci siamo messi a rileggere insieme la lettera di protesta che ho mandato all'ADCI e alla creativita' italiana, troppo impegnata a discutere di fuffa e ignara a mio avviso del vero problema della comunicazione nel nostro paese. Sembravamo 3 braveheart. Uno de spinaceto, uno de Roma 70, l'altro de Giuliano Dalmata. Fomentati come pochi. 3 amici al bar che vorrebbero cambiare il mondo. Destinati a qualche cosa in piu'. Tipo quelle gnocche assurde che ci sono qui! Ma ragazzi e' il delirio! Non riuscivamo piu' a parlare ad un certo punto, distratti dalla costante e variegata presenza di donzelle bellissime. Roba dell'altro mondo. Infatti ci stiamo. heheheheh. Tutto e' finito in bianco as usual. Birra e grasse sisate. Pero' ho tirato fuori la massima della serata.

"L'Australia e' un paese calmo e pieno di belle donne.
Praticamente l'unica cosa tesa e' il pisello."

Brindisi e controbrindisi a sta minchiata. Che pero' mi e' piaciuta troppo. Al solito ho cominciato a ridere gia' mentre mi stava venendo. Gianlu e Solfrins mi hanno compasiso.
Vabe' alla fine e' stata una serata molto carina. Ci siamo divertiti. Soprattutto le 3 account.

Oggi che e' venerdi' invece, pranzo all together regolare in agenzia. Ma stavolta non mi e' piaciuto. Roba troppo strana. Bleah. E ho saltato i massaggi n'altra volta. Ma porca miseria! Non ho letto la mail in tempo. Oh damn! (the club has to close in a minute. Can I get you numba beba, so you can let me go get in ya.).

Stasera poi festeggiamo Francesco al "Mars Lounge", il locale dove Kinna, all'inizio-inizio, aveva fatto il farewell party. Ma che e' il locale dei Party? E' incredibile! Ci vai quando Party, ma non sai quando Torny. Che storia!
Cmq celebriamo il prode Solfrins, che ha trovato lavoro come account in una Agenzia di pubblicita'. Dopo essersi licenziato anche lui, da McCann Roma, e aver praticamente fatto quello che ho fatto io. Due imbecilli. O due illuminati? Mah, ai posters l'ardua sentenza.