mercoledì 13 giugno 2007

THE CRACKER

C'e' voluto il weekend a Melbourne per riprendermi.
Penso che sto ancora sognando, eppure e' vero.
E' succeso mercoledi' scorso. Tutto in un giorno.

Ore 9 - Cammino per strada col mio taccuino. Azzurro nel cielo, gente per strada. Sorrido.
9.05 - Mi viene un'idea per Nivea.
9.06 - La annoto. Veloce. Schizzata.
Due parole scritte tra un semaforo e un altro per ricordarmi il concetto.

9.15 - Arrivo in agenzia. Con l'entusiamo di chi ha voglia di esprimere qualcosa.
9.16 - Racconto il mio pensiero a Dave.
9.18 - Gli piace.
9.20/11 - Lavoriamo all'idea. A come adattare tutto alla cultura australiana (che piu' che cultura e' uno stile di vita).
Scrivo lo script dello spot. Poi vengono giu' da se' la stampa, le affissioni, la campagna ambient per le citta', gli eventi, le promozioni, tricche e tracche, de tutto de piu'.
Capiamo che e' un'idea che puo' fare il botto. Semplice, semplicissima, ma forte, potente proprio per questo. Ogni mezzo di comunicazione ne sarebbe coinvolto.

11 - Prima interna con gli account. Le varie coppie presentano a turno le loro proposte.
12 - Abbiamo appena finito di presentare noi. C'e' qualcosa nell'aria. Torniamo tutti a lavorare per affinare ulteriormente le campagne.
13 - Pranzo con quel folletto nello stomaco che sfarfalla di sensazioni positive. Quelle mie. Quelle che riesco ancora a provare e a trasmettere. Grazie al cielo.
14 - Tutte le coppie ripresentano in interna agli account.
14.45 - Dave deve andare da un cliente.
14.46 - Mi cago addosso. Realizzo che devo fare la mia prima interna in inglese al board dell'agenzia.
14.47 - Calma sisotto. Calma. Respirone. No worries. Take it easy.
14.48 - Non mi preparo niente. Discorso a braccio. Decido che parlera' quello che ho dentro per convincere. Rem tene, verba sequentur (il Classico serve anche in Australia. "Eschilo, Eschilo! Che qui si Sofocle! Ma attento alle scale Euripide, senno' Tucidide!")
14.50 - Tra poco tocca a me. Sembra un esame.
15 - "Daje sisotto!" - dico a me stesso. Si, mi da' forza trattarmi in terza persona a volte.
15.30 - "Promosso?" - faccio agli account esaminatori.
15.30 - "Promosso" - mi rispondono parlandomi di Cracker.
15.30 - Penso che sono contenti e che vogliono fare merenda.
15.30 - Realizzo che invece sta capoccetta potrebbe aver tirato fuori qualcosa di grosso.
15.31 - Torno a posto. 7.5 in pagella all'orale. 8 allo script.
15.32/17 - Cazzeggio su internet e con Dave, che intanto era tornato.
17.05 - Sentiamo urlare dal piano di sopra.
17.05 - Vediamo le account che piombano di sotto.
17.05 - Vengono verso le stanze dei creativi (il creati-ceo, oggi mi ritira il classicismo)
17.05 - Ma stanno proprio venendo verso la stanza nostra?
17.05 - Stanno proprio venendo verso la stanza nostra.
17.06 - "We've cracked!".
17.06 - Il cliente ha approvato la campagna.
17.10 - Erano state presentate 6 campagne e il board di Nivea ha approvato all'unanimita' la mia e di Dave.
17.10 - Gli account ci dicono che sono tutti entusiasti. Il cliente per primo.
17.10 - Sara' una campagna totale, in cui investiranno per 3 anni su Tv e tutti gli altri mezzi di comunicazione, compresi gli eventi "ad-hoc" per le citta'. Se so comprati tutto.
17.10 - Lo spot, a quanto ci dicono, sara' trasmesso in Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Sud America e forse Europa.
17.11 - Svengo.
17.12 - Non mi sembra possibile.
17.14 - Invece e' cosi'.
18 - Tutti a bere per festeggiare.
20 - Tutti ancora a bere per festeggiare. Qui si festeggia a ritmi di birre una dietro l'altra. Non facevo in tempo a finire un boccale, che qualcuno a turno, me ne aveve gia' offerto un altro.
21 - Col sorriso da ebete torno a casa.
22 - Col sorriso da ebete, penso che sono contento di questa cosa che e' successa.
22 - Mi addormento.
Oggi - Mi risveglio, dopo Melbourne, e mi accorgo che non e' stato un sogno.
Sembra che si fara' tutto.
Ed io, non sto nella pelle.
Nivea for sisotto, please.

mercoledì 6 giugno 2007

Tu breins is megl' che uan!


Io e Dave a lavoro.
Ora che siamo anche su Nivea, ci capiamo a pelle.
Nivea Sun. Prodotti per gli australiani a palle all'aria in spiaggia.
Ieri sera ci passano sto brief. Ore 7. Consegna idee roughatissime stamattina alle 11. Per la prima volta da quando sono qui ho avvertito stress. Ma no worries! Alle 7.30 ce ne siamo andati, ognuno a casa sua a pensare, per poi mischiare le idee l'indomani. Io ho chattato un po', poi sono uscito per salutare Valerio (che a questo punto credo sia partito davvero, dato che fino a questo momento non mi ha chiamato...). Poi son tornato at home e fatto 4 chiacchiere con Gianlu per organizzare the next weekend a Melbourne. Morale, fino a stamattina non avevo una mazza. Nella notte pero' un'ideuzza mi era balzata nte' sta capoccetta. E oggi, bello like the sun (non a caso), mentre mi recavo a lavoro passeggiando ho attaccuinato un po' di idee fresche di giornata.
Morale della favola, abbiam presentato 3 concept di cui uno sono fiero. Volevano la Big Idea estendibile ad ogni mezzo. Qui la definiscono "The Cracker". Io ho tradotto in romano con:"L'idea che spacca". Beh, forse c'e'. Everyone seems to love it. Crossfingers mates.
Sono contento. Spero che il cliente abbocchi all'amo e che la campagna esca. Anche se poi non si sa quando torna. (due battute in una, chi ci e' arrivato vince un sisotto di pelouche a forma di koala). Ok, basta cazzate, vado a mangiarmi un cracker. hahahahahahahha.
Beauty for all. :-)

P.S.
Di questa ideona, sorte ha voluto, che facessi la presentazione agli account da solo.
E' stata la mia prima presentazione in inglese a 5 persone davanti a me.
Mi e' sembrato un esame (pero' gli ho buttato li' pure due battute, e' piu' forte di me).
Beh, promosso! Siiiiiiiiii che c'abbiamo il Crackers! Daje!
Quanto e' bello quando vedi che le persone credono in quello in cui credi.
E quanto e' bello convincerli nella loro lingua!
Ma quanto me sto a diverti'?!?!?!?!

martedì 5 giugno 2007

Primo Italiano







Domenica 3/6/07


L'Italia all'estero e' un altro Paese. Nel senso che e' un paese proprio.
Ma non all'estero Europa. All'estero lontano, come negli Stati Uniti, o quaggiu'.
Domenica scorsa io e Solfrins siamo andati al "Primo Italiano". L'evento principale del Sydney Italian Festival. Una domenica bestiale in cui tutta Stanley Street (la via storica del quartiere italiano a sydney) si e' trasformata in Via Del Tutto Eccezionale. Che bello essere italiani. Che sensazione unica. Che bella domenica. Mi sono e ci siamo sentiti a casa.
Partiti in due, poi ci hanno raggiunto Elena, una ragazza di Pescara, e nel pomeriggio Gianlu e Valerio (che sta ancora a decide se tornare a roma o no...ha cambiato il volo di ritorno sette volte...una delle quali alle sette di mattina quando aveva l'aereo alle undici. Qua se nun so matti nu ce li volemo.).
Appena arrivati, girato l'angolo di una di queste vie insipide di Sydney, vediamo un'apparizione. Panni stesi tra un palazzo e un altro. Camicie, calzini, mutande, canottiere. Mai alcuna vista mi ha dato cosi' gioia da due mesi a questa parte. Subito dopo, lungo la discesetta di platani, tra le casette e i balconcini attaccati, sulla destra, una famiglia molto numerosa, stava tenendo un pranzo all'aperto, con tavolini, pasta al forno che usciva, uomini a parlare con i bicchieri in mano, donne che portavano i piatti stracolmi. Pasta, affettati, carne e pesce al forno. Ci siamo commossi. Dalla fame. Allora ci siamo avvicinati semplicemente dicendo che eravamo italiani. Neanche il tempo di dire i nostri nomi che...Urla di gioiaaaaa! Ue' ue'! Cumpa'! Trase! Trase! E giu' ci hanno coinvolto a bere vino, ci hanno offerto di tutto. Un signore si e' messo a suonare la fisarmonica in nostro onore. Ragazzi, un'emozione nostrana. Tra i bocconi poi, ci siamo conosciuti. Il signor Fabio e il signor Marco ci hanno raccontato le loro storie. I bisnonni che sono venuti qui nel 1887, le tradizioni mai perse, quell'italiano di aggettivi antichi e di parole buttate li' in mezzo all'inglese. La lingua dei nostri compaesani emigrati fonde dialetti stretti, calabro, campano, siciliano, a volte veneto, con l'anglosassone.
Comme inne picciotti! Wudd you laik mbo' de rosso? Ma che calore nel cuore sentirli parlare. Come vivere dal vivo delle foto color seppia. Gente che si e' dovuta inventare la vita. Che va fiera del passato italiano. Che e' orgogliosa di essere italiana, molto piu' di tanti di noi.
Gente che si e' tramandata storie di paese, parlate, canti, poesie, credenze, tradizioni, che sono l'ultimo ricordo del loro (nostro) luogo natio. Ho provato una sensazione duplice. Quella di un'Italia stereotipata all'estero, l'Italia del "Ciao Bella, Primo, Pasta, Spghedi, Linguini, Mandlino, That's Amore, Capri, Naples, O' sole, etc". E l'Italia profonda, intima, interiore, ricordata, raccontata e li' rimasta, che hanno dentro queste persone. L'Italia degli anni 50. Il periodo in cui non solo dall'Italia, ma soprattutto dall' est europeo e dal mediterraneo orientale, molte popolazioni si sono mosse, dopo la guerra, per raggiungere l'Australia in cerca di fortuna. Gli Australiani non esistono. O almeno esiste solo la discendenza inglese. Il resto sono Libanesi, Macedoni, Greci e Italiani piu' di tutti, Tedeschi, Slavi, Croati, Sloveni, Polacchi che sono emigrati after the 2 world war. E koreani e cinesi a go-go.
La prima domanda che ci hanno fatto per strada infatti e' stata: "Da dove provengono i vostri genitori?". Dice tutto. Proprio come accade nei paesini italiani. A me ogni volta che vado a perticano mi dicono : "Questo e' coso, si', e' coso...el nipote de' Imolo". "Ahh...sendi mbo' e nonneto..come schta'?" Tu non sei Simone, sei il figlio di Pina e il nipote di Imolo e Adriana. E qua e' rimasto come nei paesi italiani 50 anni fa. A sta festa me pareva de sta' alla "Sagra del Cocomero de Coldepeccio" (tacci vostra, brutti zingari de coldepeccio). Mancava Neno a far da mattatore. Ma c'erano i palchi con le band, le fisarmoniche zompettanti, le rappresentazioni in strada di Romeo e Giulietta, gli stand con "Veri Piadini Romagnoli". C'era il tipico piacione 60enne emigrato, tutto bruciato dall'abbronzatura, parrucchino laccato nero impomatato, capezza e orologio d'oro, anello al mignolo, giacca, camicia sbottonatissima, con accanto la bamboletta di turno. Eccola m'e' venuta finalmente: "L'italia all'estero e' un ricordo che si e' fatto stereotipo". Fermo ai simboli perenni dell'Italia regionale e della bella dolce vita.
Alla fine, "O sole mio" ce la siamo cantata. La pasta al pesto, mangiata. Il caffe', preso. Quattro cazzate al bar se so dette comunque. Mi sembra che non c'e' mancato niente.
In fondo, Paese che vai, Italia che trovi.

E' da lontano che si apprezzano veramente le cose.
Siamo proprio un grande popolo. Con una forza culturale come nessun altro al mondo.
Solo che da fuori se ne accorgono tutti, e invece chi ci vive si lamenta e basta.
Ma com'e' sto fatto?

sabato 2 giugno 2007

Il tempo del cuore


Dicono che c'è un tempo per seminare

e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno teso
come un lino a sventolare.

C'è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci.

C'è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d'estate
e saper raccontare ai nostri bambini quando
è l'ora muta delle fate.

C'è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c'era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato.

È tempo che sfugge, niente paura
che prima o poi ci riprende
perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo, c'è tempo
per questo mare infinito di gente.

Dio, è proprio tanto che piove
e da un anno non torno
da mezz'ora sono qui arruffato
dentro una sala d'aspetto
di un tram che non viene
non essere gelosa di me
della mia vita
non essere gelosa di me
non essere mai gelosa di me.

C'è un tempo d'aspetto come dicevo
qualcosa di buono che verrà
un attimo fotografato, dipinto, segnato
e quello dopo perduto via
senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
la sua fotografia.

C'è un tempo bellissimo tutto sudato
una stagione ribelle
l'istante in cui scocca l'unica freccia
che arriva alla volta celeste
e trafigge le stelle
è un giorno che tutta la gente
si tende la mano
è il medesimo istante per tutti
che sarà benedetto, io credo
da molto lontano
è il tempo che è finalmente
o quando ci si capisce
un tempo in cui mi vedrai
accanto a te nuovamente
mano alla mano
che buffi saremo
se non ci avranno nemmeno
avvisato.

Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo sognato
che bisognava sognare.

(C'è tempo, Ivano Fossati)

venerdì 1 giugno 2007

Massima

Ieri sera con Gianluca e Francesco abbiam fatto l'Aperisiso allo Hugo's. C'era presa di fare i belli. Lo Hugo's e' il locale piu' fashion, cool, trendy, up-town, dress-code, e altri comici aggettivi, della citta'. 100 dollari per tre pizze e tre birre. E' stata la prima e ultima volta. Arrivati, incontro 3 patatissime colleghe dell'agenzia. Tre account di portata metafisica. "Helloooooooo, lovely to have you here! Fun, cool, three italians...join us!". Ci invitano a sederci con loro. Si parla, si cazzeggia, si scherza. Tutto procede all'italiana. Dopo 5 minuti, c-i-n-q-u-e, ci dicono gentilmente che li stano raggiungendo gli account del nostro cliente Absolut Vodka. Aperitivo di lavoro. Noi dobbiamo alzarci subito e muovere le chapette. Vabe', grazie lo stesso. Ci mettiamo all'interno del locale, strapieno. Ordiniamo le 3 pizze. Mangiamo a tozzi e bocconi. In piedi. 100 dollari. Ok, ok. Fino qui ok. A fine aperitivo ci accorgiamo, simpaticamente, che quelli di Absolute non hanno mai raggiunto le nostre tre patatissime account al tavolo. Hahahahah. Ma che carine ste australiane. Te liquidano in 5 minuti, con simpatia, elegantemente. Cmq il vero bordello e' successo dentro. Ci siamo messi a rileggere insieme la lettera di protesta che ho mandato all'ADCI e alla creativita' italiana, troppo impegnata a discutere di fuffa e ignara a mio avviso del vero problema della comunicazione nel nostro paese. Sembravamo 3 braveheart. Uno de spinaceto, uno de Roma 70, l'altro de Giuliano Dalmata. Fomentati come pochi. 3 amici al bar che vorrebbero cambiare il mondo. Destinati a qualche cosa in piu'. Tipo quelle gnocche assurde che ci sono qui! Ma ragazzi e' il delirio! Non riuscivamo piu' a parlare ad un certo punto, distratti dalla costante e variegata presenza di donzelle bellissime. Roba dell'altro mondo. Infatti ci stiamo. heheheheh. Tutto e' finito in bianco as usual. Birra e grasse sisate. Pero' ho tirato fuori la massima della serata.

"L'Australia e' un paese calmo e pieno di belle donne.
Praticamente l'unica cosa tesa e' il pisello."

Brindisi e controbrindisi a sta minchiata. Che pero' mi e' piaciuta troppo. Al solito ho cominciato a ridere gia' mentre mi stava venendo. Gianlu e Solfrins mi hanno compasiso.
Vabe' alla fine e' stata una serata molto carina. Ci siamo divertiti. Soprattutto le 3 account.

Oggi che e' venerdi' invece, pranzo all together regolare in agenzia. Ma stavolta non mi e' piaciuto. Roba troppo strana. Bleah. E ho saltato i massaggi n'altra volta. Ma porca miseria! Non ho letto la mail in tempo. Oh damn! (the club has to close in a minute. Can I get you numba beba, so you can let me go get in ya.).

Stasera poi festeggiamo Francesco al "Mars Lounge", il locale dove Kinna, all'inizio-inizio, aveva fatto il farewell party. Ma che e' il locale dei Party? E' incredibile! Ci vai quando Party, ma non sai quando Torny. Che storia!
Cmq celebriamo il prode Solfrins, che ha trovato lavoro come account in una Agenzia di pubblicita'. Dopo essersi licenziato anche lui, da McCann Roma, e aver praticamente fatto quello che ho fatto io. Due imbecilli. O due illuminati? Mah, ai posters l'ardua sentenza.