Trovo questo spot intelligente, e divertente allo stesso tempo. E' stato ideato da "The Campaign Palace - Red Cell" qui a Sydney. L'idea mi piace, la trovo originale e affilata, con quell'ironia che sa smorzare in modo costruttivo un tema importante. Se non altro lo affronta da altro punto di vista, estremamente brillante secondo me. La vera chicca sta nel fatto che la protagonista era la nostra centralinista, Amee Evans, che ora e' negli Stati Uniti. Il soggetto perfetto per interpretare lo script.
Insomma, utilizzate forme di energia alternativa, salvate la terra dal 'global warming', almeno azzitteremo tutti sti pseudo-rivoluzionari cortei e ste manifestazioni pubbliche. Agnoletto smettila dai, nun te se sopporta piu'. Enjoy our pretty green receptionist instead.
mercoledì 12 settembre 2007
Vegemite addicted
Ok, non avrei mai voluto, non lo avrei mai creduto possibile, non penso nemmeno sia reale ma, mi piace la Vegemite. Questa e' una frase storica per me, una sentenza, un assioma. E' dura ammettermelo ma e' cosi'. Sto uscendo da lavoro, dopo essermi sparato 4 toast con burro e Vegemite a piacimento. L'ho realizzato solo oggi. In realta' e' un bel po' che mi faccio questo tipo di toast. All'inizio ero convinto non fosse neanche commestibile, non riuscivo sinanco ad odorarla. E invece, passo dopo passo, giorno dopo giorno, assaggio dopo assaggio, toast dopo toast, cercando di capire come mai gli australiani ne andassero pazzi, sono finito con l'iniziare a mangiarla di gusto. Non ci vado pazzo, ben intesi. Pero' ha quel non so che' che mi attira e mi incuriosisce. E oramai quasi ogni giorno, verso quest'ora, una splamatina la do' volentieri.
Sono fiero, sono riuscito a superare un limite psicologico (che cmq era anche gustativo e metabolistico). Sto arricchendo sempre piu' la sfera sensorial-palatale con pietanze e sapori imprevisti ed eterogenei. Ma questo anche perche' quanno c'ho fame, me magno veramente de tutto (detto in francese stretto). C'est la Vegemi'...!
Sono fiero, sono riuscito a superare un limite psicologico (che cmq era anche gustativo e metabolistico). Sto arricchendo sempre piu' la sfera sensorial-palatale con pietanze e sapori imprevisti ed eterogenei. Ma questo anche perche' quanno c'ho fame, me magno veramente de tutto (detto in francese stretto). C'est la Vegemi'...!
"If you reject the food, ignore the customs, fear the religion and avoid the people, you might better stay home."
James A. Michener Settembre e' fico.
E' arrivata la primavera. O almeno sembra. E' incitante, e' opposto, odora curioso Settembre tra fioriture, sbocciamenti e impollinazioni. Che dire, Settembre qui e' fico. ;-) Che poi mica lo so se ce l'hanno adesso i fichi. Stando all'inversione stagionale, qui i fichi dovrebbero esserci a Marzo. Ehi ma e' il mio mese! Fico!
Stamattina mi sono svegliato con quella sensazione frizzantina che solletica il naso (no, non ho pippato ieri sera...), si' quella di Aprile o Maggio a Roma. Quella che ti svegli, respiri, e ti parte quel sorriso incontenibile, ti brillano gli occhi, sembra che ti sei appena fatto i vapori col Gled Idea. Apri le finestre e la natura esplode dentro casa. E quasi non riesci a guardare fuori dal sole che vuole giocare, inseguendoti in ogni stanza e cercando il tuo sguardo. Finalmente e' tornato. E' stato un weekend piovoso, lungo e indaffarato. Last weekend I've made the move. L'ho passato traslocando nella mia nuova casa. Ah, Settembre, periodo di cambiamenti. Quanto e' stato strano fare le valigie completamente, come se dovessi partire. E invece mi stavo solo spostando di un quarto d'ora. Si, e' normale, c'ho pensato ironico, quando le ho viste li' pronte sulla porta: "Chissa' quando le rifaro' per tornare a casa". Ma vabbe', e' stato un lampo. Arrivato poi nella nuova ho conosciuto i miei nuovi inquilini. Ora vivo con una ragazzo brasiliano, Victor, molto simpatico. E' una sagoma, a volte sembra 'Salvatore' del Nome della Rosa, in una frase ci mette parole di quattro lingue differenti e poi sorride sempre. Poi c'e' Jeremie, il mio compagno di stanza francese. E ancora Cristina, italiana e ragazza di Victor, e poi Roberto e Giulia, anche loro coppia italiana. Siamo 6. Sto bene, loro mi piacciono e sono innamorato dell'appartamento. E' un piacere tornare la sera, cucinare, cazzarare, vedere i film insieme (ieri abbiamo visto 'Babel', intenso, e confermo che se incontro Kate Blanchet le chiedo di sposarmi.). E' bello alzarsi la mattina, e vedere le luci che svegliano Sydney. Come oggi. Mi sento raggiante, ho in testa 'Crazy little thing called love' e sono anche su 'Don't stop me now'. Si', energia pura. Quasi resto a fatica a scrivere su questa sedia d'agenzia. Vorrei poter uscire e far vibrare questa citta' dell'anima che gli manca. E neanche posso fare le foto ancora, ne' di questa giornata ne' della dimora, devo riparare la macchinetta, il pirulino non funziona piu'. Non so se me la compro direttamente nuova. E intanto sto ancora aspettando che Christian o Stef o Marco mi mandino il benedetto cd con le foto del viaggio, che qua cio' i racconti ma me servono le foto per postarli. Aho, me lo mandate o no?!?! Daje mbo' rega'.
Cmq, il mio nuovo indirizzo e':
609/320 Harris St.
2009 Pyrmont
Sydney, NSW, Australia.
Per qualsiasi pacco, lettera, catalogo postal-market si voglia inviare. Se poi lo cercate su Google Earth, potrete vedere dove abita il sisotto. Mi riconoscerete perche' sono quello sul tetto che vi sta salutando. :-)
Ciao! Vado a riparare la macchinetta, e' un problema che devo mettere a fuoco, e non vorrei rimanesse solo un obiettivo.
Stamattina mi sono svegliato con quella sensazione frizzantina che solletica il naso (no, non ho pippato ieri sera...), si' quella di Aprile o Maggio a Roma. Quella che ti svegli, respiri, e ti parte quel sorriso incontenibile, ti brillano gli occhi, sembra che ti sei appena fatto i vapori col Gled Idea. Apri le finestre e la natura esplode dentro casa. E quasi non riesci a guardare fuori dal sole che vuole giocare, inseguendoti in ogni stanza e cercando il tuo sguardo. Finalmente e' tornato. E' stato un weekend piovoso, lungo e indaffarato. Last weekend I've made the move. L'ho passato traslocando nella mia nuova casa. Ah, Settembre, periodo di cambiamenti. Quanto e' stato strano fare le valigie completamente, come se dovessi partire. E invece mi stavo solo spostando di un quarto d'ora. Si, e' normale, c'ho pensato ironico, quando le ho viste li' pronte sulla porta: "Chissa' quando le rifaro' per tornare a casa". Ma vabbe', e' stato un lampo. Arrivato poi nella nuova ho conosciuto i miei nuovi inquilini. Ora vivo con una ragazzo brasiliano, Victor, molto simpatico. E' una sagoma, a volte sembra 'Salvatore' del Nome della Rosa, in una frase ci mette parole di quattro lingue differenti e poi sorride sempre. Poi c'e' Jeremie, il mio compagno di stanza francese. E ancora Cristina, italiana e ragazza di Victor, e poi Roberto e Giulia, anche loro coppia italiana. Siamo 6. Sto bene, loro mi piacciono e sono innamorato dell'appartamento. E' un piacere tornare la sera, cucinare, cazzarare, vedere i film insieme (ieri abbiamo visto 'Babel', intenso, e confermo che se incontro Kate Blanchet le chiedo di sposarmi.). E' bello alzarsi la mattina, e vedere le luci che svegliano Sydney. Come oggi. Mi sento raggiante, ho in testa 'Crazy little thing called love' e sono anche su 'Don't stop me now'. Si', energia pura. Quasi resto a fatica a scrivere su questa sedia d'agenzia. Vorrei poter uscire e far vibrare questa citta' dell'anima che gli manca. E neanche posso fare le foto ancora, ne' di questa giornata ne' della dimora, devo riparare la macchinetta, il pirulino non funziona piu'. Non so se me la compro direttamente nuova. E intanto sto ancora aspettando che Christian o Stef o Marco mi mandino il benedetto cd con le foto del viaggio, che qua cio' i racconti ma me servono le foto per postarli. Aho, me lo mandate o no?!?! Daje mbo' rega'.
Cmq, il mio nuovo indirizzo e':
609/320 Harris St.
2009 Pyrmont
Sydney, NSW, Australia.
Per qualsiasi pacco, lettera, catalogo postal-market si voglia inviare. Se poi lo cercate su Google Earth, potrete vedere dove abita il sisotto. Mi riconoscerete perche' sono quello sul tetto che vi sta salutando. :-)
Ciao! Vado a riparare la macchinetta, e' un problema che devo mettere a fuoco, e non vorrei rimanesse solo un obiettivo.
sabato 8 settembre 2007
Mutatis mutandis
Che il 'ritorno' sia un momento di cambiamenti importanti, forse molto più che la partenza, lo trovo confermato nelle pagine che leggo in questi giorni a proposito di una grande novità che sta segnando una svolta nella comunicazione italiana, romana in particolare. Ebbene sì, quando l'ho letto ci sono rimasto: Francesco Taddeucci e Luca Albanese hanno lasciato la direzione della Saatchi per avviare una loro struttura, una 'boutique' creativa. 'The Name' è il nome, senza troppe perifrasi. Non solo, Stefano Massari (vice cd sempre in Saatchi), sarà il coordinatore del progetto di Brand Portal, agenzia di comunicazione integrata che sta aprendo a Roma, di cui 'The Name' è parte responsabile del settore advertising.
E' un vento nuovo, sconvolgente per il nostro mercato. E' il segno di una novità importante. E' una bomba. E' la prova che in Italia qualcosa sta cambiando, è la prova che si può ancora innovare, che si ha la forza di osare, e che ci sono persone ai vertici che hanno il coraggio di credere nel cambiamento e scardinare lo status quo. Prima o poi qualcosa doveva accadere per scuotere l'ambiente, ed è accaduto per fortuna.
Sono contento, per Francesco e per Stefano (Luca non ho avuto modo di conoscerlo...ma sono contento anche per te). Francesco Taddeucci è stato il mio mentore, la persona che mi ha 'iniziato' a questo lavoro, che ha creduto in me per primo, che mi ha insegnato a pensare in modo laterale. Nutro per lui una stima incondizionata. Gli devo tantissimo, come devo molto anche a Stefano. Entrambi mi hanno 'sopportato' ogni volta, almeno una al mese, in cui andavo in Saatchi a farmi vedere, a chiedere consigli, a mostrare i miei lavori e testare così i miei miglioramenti o meno. Sono stati e sono per me un punto di riferimento costante. Ed è una vera gioia sapere che proprio loro stanno dando vita a questa grande novità, con una scelta forte e coraggiosa. In Francesco in particolare vedo adesso la realizzazione del mio grande sogno, creare un giorno una mia agenzia. Sento vibrazioni positive in tutto questo, riesco a sentirle da così lontano. Immagino come possa avvertirle allora tutto il mondo della creatività italiana. Vedo già il subbuglio e il fermento dei miei colleghi per entrare a far parte di questa nuova realtà. Ed è logico e del tutto normale, credo. Con una semplice metafora, vedo questa novità come una finestra, benché piccola ancora, di aria fresca. Una finestra, una possibilità, una boccata d'aria pura a cui molti vorranno attingere per respirare dopo anni di immobilismo, di aria viziata, di polvere, di finestre chiuse. Me la sto immaginando così la situazione, e non credo di sbagliare. Una casa chiusa, a tutti gli effetti, logora, vecchia, stagnante, puzzolente, in cui qualcuno ha avuto il coraggio di riaprire una tapparella per provare di nuovo a inspirare freschezza. Quell'aria friccicarella mattutina che fa sfrizzolare il cervello e il pensiero. Bravi, non ho altro da aggiungere. A voi va tutta la mia stima, se mai ce ne fosse ancora bisogno, e la mia approvazione. Dal punto di vista personale, proiettando tutto questo sulla mia esperienza, trovo una semplice equazione: "The Name sta a Roma come l'Australia sta a Siso". L'Australia è stata per me la finestra da cui attingere aria nuova; così credo lo sarà The Name per la Capitale.
Ma la mia riflessione si estende anche ad un altro aspetto, fondamentale per la crescita del nostro sistema: finalmente si sta dando vita ad una struttura olistica di comunicazione integrata. Un'unica struttura con le sue divisioni di specialisti nei vari ambiti: advertising, marketing digitale, media planning, media relations, below the line, organizzazione eventi, publishing, direct marketing, web, architettura, design. Una struttura che integra tutti i rami della comunicazione aziendale, per diffondere ogni volta un unico grande messaggio. Finalmente si può iniziare a pensare alle Big Ideas, e ai Big Ideals. E' così che funziona nel mondo, è questo il futuro della comunicazione. Ed è quello che sto imparando da questa mia esperienza in Tbwa. Pensare a grandi idee, ad un'unica grande idea, che possa essere veicolata e declinata coerentemente su ogni mezzo. E' finita l'era dei singoli annuncetti o dei singoli spottini. E' la grande idea che va pensata, per ogni brief. Ed è la grande idea che è l'unica in grado di comunicarsi e comunicare alle persone, avvolgendole e stimolandole con ogni strumento. E' qui il segreto. E solo le grandi idee hanno questo potere, la forza di agire e di funzionare a tutti i livelli. Altrimenti non sarebbero grandi idee. E' l'adattattabilità e la declinabilità la prova della loro forza ed essenza. E' il pensiero che conta. Il concetto prima di ogni esecuzione pratica. Trovato il concetto 'vero' e grande, poi può essere eseguito come e dove si vuole. Non lo dico io, non lo dicono i calmi australiani, né i guru americani, né i sofisticati inglesi, lo diceva semplicemente Cicerone:
"Rem tene, verba sequentur". E, guarda caso, è spesso ancora lui a farci da 'Cicerone' nei segreti dell'Ars Oratoria.
Mutatis mutandis, dopo questo mio volo pindarico (ma neanche troppo pindarico), faccio il mio grande in bocca al lupo a Francesco e a Stefano. Good Luck mates, in The Name of creativity.
E' un vento nuovo, sconvolgente per il nostro mercato. E' il segno di una novità importante. E' una bomba. E' la prova che in Italia qualcosa sta cambiando, è la prova che si può ancora innovare, che si ha la forza di osare, e che ci sono persone ai vertici che hanno il coraggio di credere nel cambiamento e scardinare lo status quo. Prima o poi qualcosa doveva accadere per scuotere l'ambiente, ed è accaduto per fortuna.
Sono contento, per Francesco e per Stefano (Luca non ho avuto modo di conoscerlo...ma sono contento anche per te). Francesco Taddeucci è stato il mio mentore, la persona che mi ha 'iniziato' a questo lavoro, che ha creduto in me per primo, che mi ha insegnato a pensare in modo laterale. Nutro per lui una stima incondizionata. Gli devo tantissimo, come devo molto anche a Stefano. Entrambi mi hanno 'sopportato' ogni volta, almeno una al mese, in cui andavo in Saatchi a farmi vedere, a chiedere consigli, a mostrare i miei lavori e testare così i miei miglioramenti o meno. Sono stati e sono per me un punto di riferimento costante. Ed è una vera gioia sapere che proprio loro stanno dando vita a questa grande novità, con una scelta forte e coraggiosa. In Francesco in particolare vedo adesso la realizzazione del mio grande sogno, creare un giorno una mia agenzia. Sento vibrazioni positive in tutto questo, riesco a sentirle da così lontano. Immagino come possa avvertirle allora tutto il mondo della creatività italiana. Vedo già il subbuglio e il fermento dei miei colleghi per entrare a far parte di questa nuova realtà. Ed è logico e del tutto normale, credo. Con una semplice metafora, vedo questa novità come una finestra, benché piccola ancora, di aria fresca. Una finestra, una possibilità, una boccata d'aria pura a cui molti vorranno attingere per respirare dopo anni di immobilismo, di aria viziata, di polvere, di finestre chiuse. Me la sto immaginando così la situazione, e non credo di sbagliare. Una casa chiusa, a tutti gli effetti, logora, vecchia, stagnante, puzzolente, in cui qualcuno ha avuto il coraggio di riaprire una tapparella per provare di nuovo a inspirare freschezza. Quell'aria friccicarella mattutina che fa sfrizzolare il cervello e il pensiero. Bravi, non ho altro da aggiungere. A voi va tutta la mia stima, se mai ce ne fosse ancora bisogno, e la mia approvazione. Dal punto di vista personale, proiettando tutto questo sulla mia esperienza, trovo una semplice equazione: "The Name sta a Roma come l'Australia sta a Siso". L'Australia è stata per me la finestra da cui attingere aria nuova; così credo lo sarà The Name per la Capitale.
Ma la mia riflessione si estende anche ad un altro aspetto, fondamentale per la crescita del nostro sistema: finalmente si sta dando vita ad una struttura olistica di comunicazione integrata. Un'unica struttura con le sue divisioni di specialisti nei vari ambiti: advertising, marketing digitale, media planning, media relations, below the line, organizzazione eventi, publishing, direct marketing, web, architettura, design. Una struttura che integra tutti i rami della comunicazione aziendale, per diffondere ogni volta un unico grande messaggio. Finalmente si può iniziare a pensare alle Big Ideas, e ai Big Ideals. E' così che funziona nel mondo, è questo il futuro della comunicazione. Ed è quello che sto imparando da questa mia esperienza in Tbwa. Pensare a grandi idee, ad un'unica grande idea, che possa essere veicolata e declinata coerentemente su ogni mezzo. E' finita l'era dei singoli annuncetti o dei singoli spottini. E' la grande idea che va pensata, per ogni brief. Ed è la grande idea che è l'unica in grado di comunicarsi e comunicare alle persone, avvolgendole e stimolandole con ogni strumento. E' qui il segreto. E solo le grandi idee hanno questo potere, la forza di agire e di funzionare a tutti i livelli. Altrimenti non sarebbero grandi idee. E' l'adattattabilità e la declinabilità la prova della loro forza ed essenza. E' il pensiero che conta. Il concetto prima di ogni esecuzione pratica. Trovato il concetto 'vero' e grande, poi può essere eseguito come e dove si vuole. Non lo dico io, non lo dicono i calmi australiani, né i guru americani, né i sofisticati inglesi, lo diceva semplicemente Cicerone:
"Rem tene, verba sequentur". E, guarda caso, è spesso ancora lui a farci da 'Cicerone' nei segreti dell'Ars Oratoria.
Mutatis mutandis, dopo questo mio volo pindarico (ma neanche troppo pindarico), faccio il mio grande in bocca al lupo a Francesco e a Stefano. Good Luck mates, in The Name of creativity.
venerdì 7 settembre 2007
Tornando tornato, tornado tornante.
E' passato qualche giorno dalla fine del grande viaggio.
Tornare e' il verbo dei turbini, dei cambiamenti, delle riprese, dei conti da fare, dei movimenti, delle decisioni, delle intensita' interiori. Ho avuto bisogno di un po' di tempo per ricollegarmi con Sydney, con la vita che ho qui, con il lavoro e lo stato d'animo che avevo acquisito prima di partire. Ho avuto bisogno di tempo per realizzare che questo viaggio e' stato fatto davvero, sono convinto che mentre lo vivevamo non ci rendevamo conto di quel che stavamo vivendo. Per me non e' stato solo un viaggio. E' stato un incontro con la mia vita di prima. Con i miei amici sono arrivati inevitabili anche i pensieri, le riflessioni, i momenti passati e le aspettative per quelli futuri. E' stato uno specchio, un fine primo tempo, una prova, un faccia a faccia con me stesso, tra quello che ero, e quello che sono. Beh, sono cambiato. Tanto. E mi viene da ridere perche' sono felice. Sono vero a me stesso. Sono vero a me stesso. Non sono ancora pronto per tornare, ma questo viaggio mi ha confermato che mi sono ripreso Simone. E Simone in questo viaggio ha vissuto un'esperienza incontaminata (a parte le 'steffe' di Stef...). Sono stati 15 giorni ricchi, pieni, intensi, veloci, lunghi, incastrati, incidentati, bagnati, sorrisi, sentiti, liberi. Cosi' tanto da scrivere, da raccontare, da ricordare. Mi piacerebbe riuscire a dire tutto, spero di farlo questo fine settimana. A proposito, in questo fine settimana qui a Sydney accadono due cose importanti:
1) C'e' la conferenza dell'APEC (Asia & Pacific Economic Cooperation).
E' arrivato anche Giorgione Cespuglio. La citta' e' in preda alle pattuglie della polizia. Solo che i poliziotti australiani sono particolari: camminano in gruppetti da gita fuori porta, spensierati per strada. Sorridono a tutti, ogni tanto si fermano con qualche ragazza per farsi scattare la foto insieme. Ci manca che li vedi all' Opera Bar a prendere un cocktail ascoltando Jack Johnson. Che dire, sono proprio delle allegre 'brigate'. C'e' na festa n' paese, annamo a vede'! Iamme, Iamme!
2) Cambio casa!!! House warming! Yeah!
Lascio finalmente quel covo di freddi Scoreani. Non ce la facevo piu', e' stato un trav-aglio. E me ne vado a stare meglio. Ero deciso a spostarmi a Bondi, ma poi ho trovato una casetta a cui non ho saputo dire di no. A Pyrmont, esattamente a due minuti a piedi dall'agenzia. E' un appartamento su due piani, al roof di un grande palazzo su Harris St. E' bello il palazzo (dicono sia uno dei palazzi storici di Sydney, boh, e a dire il vero e' anche abbastanza fighetto, mah), ed e' bella la casa. Sono proprio contento. L'appartamento e' grande (taaac...), moderno al limite del vintage, essenziale, stiloso (taaac...), accogliente (taaac...), all'ultimo piano (taaac...), vista sulla citta' (taaac...), grandi finestrone e legno che domina (taaac...), terrazzone zen con zona barbeque (taaac...), senza koreani (taaac!!!). Finalmente e' un vero piacere tornare a casa la sera. Presto mettero' le foto. Non appena riparo la macchinetta digitale per scaricarle.
Per il resto, tornato dal viaggio e dopo che i ragazzi sono partiti ho vissuto nell'ordine:
- 3 giorni di malinconia e depressione totale
- Sydney non la potevo sopportare piu'
- Volevo tornare a casa
- 2 orribili giorni a lavorare su dei testi lunghissimi e noiossimi per il sito di St.George
- 1 campagna interamente pensata e gestita da me per Singapore Airlines (di questo sono stato molto contento)
- hanno scambiato tutte le coppie. Mi sono trovato senza Dave, che adesso e' in coppia con Shri, mentre io sto per affiancare Graham, l'art senior con i controcoglioni dell'agenzia. Una cosa che mi mette un po' in soggezione ma che mi emoziona pure. Davide e Golia.
- ho conosciuto una ragazza. E' spagnola. Si chiama 'Esperanza d'escobar'.
P.S.
'Tornando' serio, ci tengo anche io a far giungere la mia voce, da quaggiu', per salutare Luciano Pavarotti. E' giunto al tramonto un uomo che ha vinto, fin dall'alba. Bella Lucia'.
Tornare e' il verbo dei turbini, dei cambiamenti, delle riprese, dei conti da fare, dei movimenti, delle decisioni, delle intensita' interiori. Ho avuto bisogno di un po' di tempo per ricollegarmi con Sydney, con la vita che ho qui, con il lavoro e lo stato d'animo che avevo acquisito prima di partire. Ho avuto bisogno di tempo per realizzare che questo viaggio e' stato fatto davvero, sono convinto che mentre lo vivevamo non ci rendevamo conto di quel che stavamo vivendo. Per me non e' stato solo un viaggio. E' stato un incontro con la mia vita di prima. Con i miei amici sono arrivati inevitabili anche i pensieri, le riflessioni, i momenti passati e le aspettative per quelli futuri. E' stato uno specchio, un fine primo tempo, una prova, un faccia a faccia con me stesso, tra quello che ero, e quello che sono. Beh, sono cambiato. Tanto. E mi viene da ridere perche' sono felice. Sono vero a me stesso. Sono vero a me stesso. Non sono ancora pronto per tornare, ma questo viaggio mi ha confermato che mi sono ripreso Simone. E Simone in questo viaggio ha vissuto un'esperienza incontaminata (a parte le 'steffe' di Stef...). Sono stati 15 giorni ricchi, pieni, intensi, veloci, lunghi, incastrati, incidentati, bagnati, sorrisi, sentiti, liberi. Cosi' tanto da scrivere, da raccontare, da ricordare. Mi piacerebbe riuscire a dire tutto, spero di farlo questo fine settimana. A proposito, in questo fine settimana qui a Sydney accadono due cose importanti:
1) C'e' la conferenza dell'APEC (Asia & Pacific Economic Cooperation).
E' arrivato anche Giorgione Cespuglio. La citta' e' in preda alle pattuglie della polizia. Solo che i poliziotti australiani sono particolari: camminano in gruppetti da gita fuori porta, spensierati per strada. Sorridono a tutti, ogni tanto si fermano con qualche ragazza per farsi scattare la foto insieme. Ci manca che li vedi all' Opera Bar a prendere un cocktail ascoltando Jack Johnson. Che dire, sono proprio delle allegre 'brigate'. C'e' na festa n' paese, annamo a vede'! Iamme, Iamme!
2) Cambio casa!!! House warming! Yeah!
Lascio finalmente quel covo di freddi Scoreani. Non ce la facevo piu', e' stato un trav-aglio. E me ne vado a stare meglio. Ero deciso a spostarmi a Bondi, ma poi ho trovato una casetta a cui non ho saputo dire di no. A Pyrmont, esattamente a due minuti a piedi dall'agenzia. E' un appartamento su due piani, al roof di un grande palazzo su Harris St. E' bello il palazzo (dicono sia uno dei palazzi storici di Sydney, boh, e a dire il vero e' anche abbastanza fighetto, mah), ed e' bella la casa. Sono proprio contento. L'appartamento e' grande (taaac...), moderno al limite del vintage, essenziale, stiloso (taaac...), accogliente (taaac...), all'ultimo piano (taaac...), vista sulla citta' (taaac...), grandi finestrone e legno che domina (taaac...), terrazzone zen con zona barbeque (taaac...), senza koreani (taaac!!!). Finalmente e' un vero piacere tornare a casa la sera. Presto mettero' le foto. Non appena riparo la macchinetta digitale per scaricarle.
Per il resto, tornato dal viaggio e dopo che i ragazzi sono partiti ho vissuto nell'ordine:
- 3 giorni di malinconia e depressione totale
- Sydney non la potevo sopportare piu'
- Volevo tornare a casa
- 2 orribili giorni a lavorare su dei testi lunghissimi e noiossimi per il sito di St.George
- 1 campagna interamente pensata e gestita da me per Singapore Airlines (di questo sono stato molto contento)
- hanno scambiato tutte le coppie. Mi sono trovato senza Dave, che adesso e' in coppia con Shri, mentre io sto per affiancare Graham, l'art senior con i controcoglioni dell'agenzia. Una cosa che mi mette un po' in soggezione ma che mi emoziona pure. Davide e Golia.
- ho conosciuto una ragazza. E' spagnola. Si chiama 'Esperanza d'escobar'.
P.S.
'Tornando' serio, ci tengo anche io a far giungere la mia voce, da quaggiu', per salutare Luciano Pavarotti. E' giunto al tramonto un uomo che ha vinto, fin dall'alba. Bella Lucia'.
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