venerdì 3 agosto 2007

Tutta mia la città





Non ho mai sentito Roma così mia come sto sentendo Sydney adesso.
Sabato scorso (28 Luglio) ho passato un altro sabato di quelli che riempiono. Tempo meraviglioso, primavera alle porte, calore leggero che scalda appena la pelle. Di prima mattina sono andato a correre (solito giro di preparazione per la City to Surf). Poi, tornato a casa, ho preso il mio Bill Bryson, sono uscito di nuovo e sono andato ad Hyde Park. Sdraiato sull'erba, sono rimasto a piedi nudi, mentre leggevo su un fianco. Ogni tanto andavo avanti con le parole, ma venivo costantemente interrotto dalla voglia di guardarmi intorno. Dal senso di pace dato dall' essere di sabato mattina al centro di una metropoli e non sentire rumori. Solo animali e persone intente a leggere o a camminare, o sedute sulle panchine o sdraiate al sole. Intorno al parco le automobili e i bus si muovevano silenti. In quattro mesi non ho sentito un clacson suonare. E non ho sentito un bambino piangere. Qui i bambini non piangono. Ridono tutti. Le mamme li lasciano in mare a 3 anni. Vedi questi bambini che surfano nelle acque più velenose e pericolose del pianeta con una serenità e una gioia che addolcirebbero anche lo squalo più affamato. Questo popolo sa vivere. Sa adattarsi. Sa amare la vita, sa difenderla e sa difendersi. Fin da piccoli sono messi alla prova. La nostra cultura non permetterebbe mai ad una mamma di lasciare il figlio a fare surf (anche perché non abbiamo il surf...) in acque piene di squali e meduse. Ma questo non significa che qui le mamme se ne fregano. No, non parliamo di disaffezione. Qui è necessario farlo. Per insegnare da subito ai propri figli a vivere in un territorio paradossalmente contrario alla vita. Questo è un popolo libero. E questa libertà la sa trasmettere anche ad un giovane lettore di un sabato mattina in un parco. Sì, posso dirlo. Non ho letto il libro quel sabato, ma ho letto quel sabato. Con gli occhi come tele impressioniste.
Ho sentito mia questa città. Ho sentito davvero di avere la mia vita in pugno, il pieno controllo di me. Pascal diceva: "L'irrequietezza umana deriva dall'incapacità dell'uomo di saper stare da solo, fermo in una stanza". Io l'irrequietezza l'ho provata per tanto tempo. Sembra di impazzire. Non riesci a stare da solo. Ti sembra di soffocare tra le mura. E invece in questo sabato ho realizzato che ero sdraiato a piedi nudi su un prato. Da solo. In culo al mondo. Con un libro tra le mani. E una città ai miei piedi. Si l'ho sentita mia. Come sento mio il mondo intero. Perché ho imparato a stare bene con me stesso, fermo in una stanza o in un parco ad osservare alberi, prati e persone illuminate dal sole. Forse che forse quel sabato ho iniziato a capire che sto trovando il bandolo della mia matassa. E mi ha pervaso dentro un senso di pace. La potente e disarmante sensazione di aver vinto su di me. Sulle mie paure. E su tutte, quella più grande, la paura della solitudine. E' stato questo il giorno, e lo ricorderò sempre, in cui spontaneamente le mie emozioni mi hanno fatto capire che io sto bene con me. Che io so stare da solo, prima di tutto. Questo cercavo da questo mio viaggio. Niente di più. La forza di stare bene con me, di essere sereno a pieno per conto mio, prima di essere felice con una compagna al fianco. E ho pensato anche, che se al mondo esiste una città perfetta, questa è Sydney.

2 commenti:

Sylvie Malaussène ha detto...

Siso, è bellissimo assistere a questa tua riscoperta/rinascita...leggerla giorno dopo giorno...farne parte silenziosamente e allo stesso tempo così vividamente...Ti auguro che tu possa tornare a Roma un giorno e sentirla finalmente tua...perché, in fondo, se sei padrone di te stesso,lo sei e lo sarai in ogni parte del mondo!!!
Un abbraccio!!!

L'AustraloSisotto ha detto...

Esatto Silviè. Quando ti scopri e capisci che stai bene e sei padrone di te stesso, non c'è luogo che non sia tuo. Non c'è traguardo che tu non possa raggiungere. Ho capito che per cambiare le cose fuori, bisogna prima capirsi dentro. Poi le cose fuori prenderanno la stessa direzione. E adesso la direzione è quella giusta. Ma tanto lo so anche io, tutte le strade portano a Roma. Ciao mittticccaaaaaaaaa! ;-)