lunedì 8 ottobre 2007

Italian Film Festival

Allora adesso c'e' l'Italian Film Festival.
I film in programmazione sono i piu' recenti prodotti dal cinema nostrano, con qualche 'pillola' del passato, ma purtroppo non Albertone. Se avessero proiettato 'Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata' mi sarei chiuso al cinema a vederlo per tutto il fine settimana. Invece mi sono chiuso solo venerdi' sera. Siamo andati a vedere 'The night before exams', si' proprio lui, 'Notte prima degli esami' di Fausto Brizzi. L'avevo visto due anni fa' e mi era piaciuto molto. Qui mi e' piaciuto di piu'. Rivedere l'Eur, la scuola dove ho fatto le elementari, guardare di nuovo i vicoli di Roma, sentire le spendide battute salaci e la parlata inconfondibile, sentire nominare di nuovo piazze, vie, locali e ascoltare la canzone di Venditti (che non l'ho mai sopportato Venditti) mi ha fatto ridere e commuovere allo stesso tempo. Non sapevo che emozioni provare. Le avro' provate tutte penso, nella scala che va da nostalgia a felicita'. I sottotitoli erano in inglese ovviamente, e non rendevano la straordinaria varieta' della lingua capitale. L'audio per fortuna era in originale, e che musica per le orecchie. Che piacere senti' parla' romano. Quanto ridevo e quanto e' stato bello cantare 'notte di mamma e di papa' col biberon in mano, notte di nonno alla finestra, ma questa nooooootteeee e' ancooooora nostraaaaaa' dentro al cinema. Ho rifatto anche l'ondulato strascico vocale tipico di Venditti. Si' ho cantatoooooo nel cinemaaaaaa, nummene'fregato nienteeeeeee. Che liberazzzioneeeeeeee. Me so sentito tutto n'friccicore, Roma dentro. Che bello. Che bello. L'ho quasi respirata. C'e' voluto un po', una volta usciti, per riconnettermi con questa realta' sydneyana. E' bastato andare a cena al Thailandese. Che pesantezza, che intrugli. E io che mentre mangiavo immaginavo d'essere a Trust-ever in un ristorantino intimo, con tavolini all'aperto, magari sotto una veranda di vite, con due spaghetti alla 'Lilli e il Vagabondo', na' chitara e na' fisarmonica, en friccico de luna tutta pe' noi. E invece 'Chicken noodles in salsa peanuts' per passare ai 'gamberi al cocco' (buoni devo dire) e concludere con 'calamari sguazzanti tra strani licheni'. L'ideale per concludere una serata che e' stata, per cosi' dire, Ithailiana.

Sabato invece puntatina a Bondi, con Amelie. Pranzetto di fish&chips superlativi sul prato proprio sopra la spiaggia e poi via di corsa a prendere l'autobus perche' ha messo brutto in un minuto. Qui non si sa com'e' ma il tempo cambia nel giro di attimi. Un po' come Perty. Se la mattina e' bello, nulla vieta che da pranzo in poi arrivino le lumache. Ma che fish&chips ragazzi, il migliore che abbia mangiato in Australia. No forse no, il migliore e' stato da 'Mongers' a Byron Bay con i 4 dell'ave maria quando eravamo in viaggio. Ma anche questo a Bondi ha avuto il suo perche'. Perche' infatti mi sono sentito colmo d'olio fritto per tutto il pomeriggio. Non ho cenato e sono andato a letto col mal di fish&chips.

Domenica, sveglia-caffe'-barba e bidet (che qui non c'e') e son uscito per un delizioso brunch at The Rocks, seguito da una intellettuale visita alla mostra d'arte contemporanea, nell'omonimo museo. Era gratis, e meno male. C'era poco da vede'. Ma pure quando paghi qui nei musei c'e' poco da vede', e te rode pure perche' hai pagato. Dieci minuti e hai finito. Con tutta la buona volonta', nel senso che ti vai a leggere tutte le didascalie possibili anche quelle dei cessi (che e' sempre arte), la visita richiede una mezz'oretta o poco piu'.
Interessante. Per carita'.
Diciamo che lo stato dell'arte contemporanea australiana e' di gran lunga meno coinvolgente dell'arte aborigena che rimane, a mio avviso, la forma d'espressione umana piu' cruda, irrazionale, ossessiva, delirante, impulsiva e immediata, pur con la sua logica interna, che io abbia visto.
E dopo la-mostra-che-dura-dieci-minuti, pomeriggio in relax, tra faccende di casa, lavatrice, stendino, spesuccia e un sisotto in grembiule in versione domestic housewife. Cute.

8 commenti:

alemarty79 ha detto...

Notte prima degli esami...! quante volte l'ho visto?! Boh. Pero' l'ultima volta me la ricordo ancora...

"Aho ma com'e' fatta l'avena?
"Eccheneso', sara' a fiocchi no?!"

Hugs
:-)

L'AustraloSisotto ha detto...

Quella battuta e' storica, si sono sganasciati anche gli australiani nella sala... er dialogo romano e' internazionale, anacapito.

See you later alligator, in a while crocodile.

Ciao ;)

Anonimo ha detto...

Ale,

per caso l'ultima volta che l'hai visto eri a Roma da un amico?!?!

ciao, sono fra...

(siso scusa l'occupazione indebita di "suolo digitale"...)

L'AustraloSisotto ha detto...

Che carrambata sul mio blog! Siete splendidi! Per notizia, ecco la storia in breve: Vado in Australia, conosco il Solfrins, diventiamo amici. Continuo a scrivere il mio blog, un giorno ci si imbatte per puro caso una ragazza di Milano che e' partita per Londra. Alessia. Decide di rimanere collegata e di seguirmi sul blog. Diventiamo amici via blog. Alessia ha una amico che un anno fa e' partito per Sydney. Lo conosce da undici anni. E indovinate chi e'?
Ecco il sillogismo aristotelico. Simone e' amico di Francesco. Simone e' amico di Alessia. Quindi Alessia e' amica di Francesco. Ora rifatelo al contrario. Funziona uguale!!! hahahahaha.
Credo la coincidenza piu' assurda e inattesa e intercontinentale e casuale e sorprendente e ancora non ci credo che mi sia capitata in vita mia.
Ciao Alessia, ciao Francesco. Ben ri-incontrati sul mio blog.

alemarty79 ha detto...

Che roba ragazzi, davvero... questa e' da raccontare, da scriverci un racconto (probabilmente lo faro')...La Carra' sbaverebbe per uno scoop simile... (boh, non e' da escludere che lo stia leggendo anche lei!)

Siso, certo che sto blog a quello di Grillo gli fa...

Beh, buona serata giovanotti, vado in pausa pranzo

Ciao Fra, gia', ti ho praticamente costretto, so non ricordo male. Povero te :-) Here you soon my dear friend, tvb!

Anonimo ha detto...

Mi sollazzo in questo blog...pieno di gente incontrata e rincontrata qua e la' per il globo terracqueo...ci sguazzo volentieri per un po'...

(Quasi quasi aprirei una sezione intitolata: "Siamo tutti figli della Carra'"...)

Anonimo ha detto...

Dalla Carrà a...

Jorge Luis Borges

LOS JUSTOS

Un hombre que cultiva su jardin, como queria Voltaire.
El que agradece que en la tierra haya musica.
El que descubre con placer una etimologia.
Dos empleados que en un cafè del Sur juegan un silencioso ajedrez.
El ceramista que premedita un color y una forma.
El tipografo que compone bien esta pagina, que tal vez no le agrada.
Una mujer y un hombre que leen los tercetos finales de cierto canto.
El que acaricia a un animal dormido.
El que justifica o quiere justificar un mal que le han hecho.
El que agradece que en la tierra haya Stevenson.
El que prefiere que los otros tengan razon.
Esas personas, que se ignoran, estan salvando el mundo.

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

alemarty79 ha detto...

...Buscarais a mi comentario en mi blog chicos ... ;-)


Un abrazo carinos!

Ciao!

Ale