sabato 21 aprile 2007

Il Caffè Roma


Sabato 7 - Domenica 8/4/2007


Due settimane or sono, nel week-end di Pasqua, il sisotto ebbe la sciagurata idea di accettare, essendo a corto di money, un lavoro come cameriere al Caffè Roma, come già accennato nelle pagine addietro. Dire che è stata un'esperienza massacrante è un eufemismo.
Dodici ore di lavoro sabato sera e altrettante domenica, dalle 6 del pomeriggio alle 6 di mattina. Un totale di 24 ore di seguito, saltando giusto la mattina di Pasqua, a correre da un tavolo all'altro. Non solo, per poi essere pagato molto meno del pattuito. Il proprietario è italiano. Molti mi avevano detto di diffidare dal lavorare con gli italiani all'estero. Ora ho capito il perché. Ma, tralasciando questi piccoli dettagliuzzi, mi sono divertito. Il Caffè Roma è effettivamente un locale bello e molto particolare. E' uno dei pochi ristoranti qui a Sydney ad avere la licenza per restare aperto e vendere alcoolici oltre la mezzanotte. Infatti, fino a mezzanotte, si presenta gente normale a cena e la serata scorre tranquilla. Dopo, quando tutto sembra calmo, in realtà è la quiete prima della tempesta. Arrivano a non finire fino alle 5, orde di ragazzi e ragazze ubriachi, appena usciti dai locali (la zona è quella di Kings Cross, il centro della vita notturna). 18-22 anni, tanto alcool, tanta droga. Sfasciati come pochi, bagnati dalle bevute, con gli occhi sfatti e le risate ebeti, arrivano al locale per ordinare, le poche volte che si riesce a capire mentre sbiascicano parole, la loro pizza, il loro ennesimo drink o la loro pasta con il pesce e "can I have some parmesan please?". Pesce e parmigiano sulla pasta. Questi stanno veramente luridi. Dà quasi fastidio vederli. E in effetti questa è, ad un mese che sono qui, la notte di Sydney. Ragazzetti in giro per la città, sfranti e ubriachi, che sembra debbano divertirsi per forza. Amara, molto amara visione. Non sono fastidiosi né tanto meno importunano la altre persone. Si distruggono tra loro stessi, rimangono isolati con le loro pasticche e i loro stordimenti forzati.
Beauty for them.

La nota positiva sta invece nel fatto che in queste due sere consecutive non ho mai visto una concentrazione così alta di belle ragazze nello stesso posto.
Il Caffè Roma è uno showroom di gnocche.
Non ci credevo mentre servivo. Ogni, dico ogni, ragazza seduta in un tavolo qualsiasi, aveva delle gambe lunghe e tornite, un fisico perfetto, un viso splendido. Non sto esagerando. Sarà che qui, come dice Kinna, sono "body conscious", consapevoli e attenti al fisico, ma queste hanno veramente esagerato. E poi tutte tettone, co' ste bocce de fora.
Molte rifatte, ma rifatte bene. Dopo tanto bel vedere però, mi sorse un dubbio. Locale posto in una zona molto "hot" di Sydney + ora tarda + le splendide veneri erano accompagnate da tipi della "napoli nascosta", loschi figuri laccati e abbronzati col viso butterato di 50enni con anelli d'oro alle dita. 2 + 2 fà 4 anche in Australia. Parecchie, non dico tutte ma almeno la metà, erano "escort". Accompagnatrici d'alto bordo.
La restante metà erano gnocche e basta.
In questo mese ho avuto modo di osservare che qui a Sydney esiste una particolare dicotomia nel sesso femminile. Il 70% sono buste della Sma. Veri e propri scaldabagni. Grasse, grosse, brutte, informi, sciape, inespressive, vuote.
Il 30% sono ragazze bellissime, modelle che incontri di giorno per strada. Alte, snelle, gambe impressionanti, caviglie fine, seni tondi, visi angelici. Ma rimangono sempre inespressive e vuote nella maggior parte dei casi. Sembra di parlare con delle "bellissime" noci di cocco.
Ma che c'avranno da ride tutti i momenti.
Eh...ma qui è così, sono belli i panorami, è bella la natura.
Se a Roma ci sono le "fighe di legno", a Sydney ci sono le "gnocche di cocco".
Ecco, ho trovato il pay off.
Ed ecco la reason why: perché sono belle, perché sono torde e perché si fanno di coca.
Meno male, da buon pubblicitario, sono ancora capace di analizzare il mercato.

A proposito di pubblicità. Durante quel sabato sera di lavoro, entra una tavolata di venti persone. Era un compleanno. Tutti belli, uomini e donne. Ad un certo punto mi accingo a servire il copioso tavolo - "Simon???" - sento una voce inquieta chiamare questo nome - "Simon!" - di nuovo la voce, più diretta verso di me questa volta , al che ho capito che era me che stava chiamando. Incredulo e curioso, dirigo lo sguardo verso la voce. "No" - ho commentato dentro me - "No! Signore, sono arrivato da poco, perché già mi fai questo?".
La voce era uno dei Copywriter della Saatchi con cui avevo fatto il colloquio pochi giorni prima. "Simon?!?!!? What are you doin' here?!" Mi chiede perplessissimissimissimissimo. E io, muto e imbarazzato in un primo momento ma con un guizzo di ironia un istante dopo: "Hi Anthony" - "I'm just "waiting"...(waiter è il cameriere)...for your call in Saatchi". Tiè, battuta pronta a brucia pelo. L'ha capita, meno male. Ha sorriso divertito.
Poi però non mi ha più rivolto la parola per tutta la sera.
Cosa mi avrà voluto dire???

Però che scena ragazzi. A volte il destino è più ironico di me. Ma proprio questo della Saatchi dovevo beccare? E' stato a metà tra il divertente e l'imbarazzante. Da nascondersi e non farsi vedere più. Io, che poche ora prima ci avevo parlato proponendomi come creativo, adesso lo servivo e riverivo con le varie portate e gli chiedevo se la cena gli fosse piaciuta, mentre continuava ad ordinare bottiglie di vino. Oh, non ho saltato una portata! Ho cercato di fare di tutto per mandarci un altro cameriere a servire, ma niente! Destino ha voluto che andassi sempre io. Ad un certo punto incrociargli lo sguardo era diventato terrificante.
Che grezza infinita. Ma la battuta glie l'ho fatta.
E, in fin dei conti, ci siamo salutati con un sorriso.
E' stato carino:

"Ciao Simone...no worries, you'll do it, just wait...things will happen".
"Yes, I wait, Anthony....as you can see, I'm just a "waiter" at the moment". ;-)

Manu prepara la scenenggiatura per il film,
che quel "soggetto" di tuo fratello ce l'hai già.

1 commento:

Pitt ha detto...

Io sarei stato smodatamente contento di vedere il tipo.
La capacità di svolgere anche lavori "umili" (che significa, poi, umili?!) è decisamente ben vista da un capo di un certo livello (culturale) e lungimirante.
Se così non fosse...
A chi frega di quell'uomo? =)

Take care,
have fun!