giovedì 12 aprile 2007

Ma siamo sicuri che nella Hunter Valley producono vini?








Mercoledì 4/4/2007


Un bel giorno, sempre io, Gianluca e Ugo, decidiamo di prenderci il nostro "day off" per andare a vedere e soprattutto a degustare gli osannati e decantati vini della Hunter Valley.
Partiamo alle 7.30 con il pulmino della "Boutique Hunter Valley Tour", capitanato alla guida da un signore che assomigliava a Paolo Bonolis ma con la nasca ancora più prepotente. Premetto che la sera prima avevamo fatto molto tardi, chi per un motivo chi per un altro. In quel pulmino c'avevamo un sonno che non lo sto a raccontare, ma purtroppo era impossibile dormire. Perché? Perché il nostro gentile Paolino non si è azzittato un attimo. Parlava di qua, di là, di questo, di quello. Un tormento! Anzi, una "bean's pot" (na pila de facioli) come la chiamano qui. Bla bla bla durante tutto il viaggio. 2.45 h. da Sydney alla vallata. Ma, devo dire, la vallata ha meritato davvero. La vallata. Dei vini ne parlo dopo, se non mi rode ancora il palato. Dunque, a metà viaggio ci fermiamo per una sosta in un'autogrill, che ha un altro nome ovviamente. Come entro, preso dal sonno, faccio uno sbadiglio, ma quando richiudo sento dentro la bocca un'aria molto densa, corposa, quasi solida. Dopo un attimo sento sapore di carne, come se l'avessi mangiata. Ma era solo aria. Non ci ho voluto credere. Eravamo in un fast food alle 8 di mattina, con gli omìni che cuocevano la carne e friggevano patatine. E l'aria era talmente densa di cotture che, con il mio farfallino e leggadro sbadiglio, ho potuto assaporare un big mac. Praticamente l'ho mangiato. E da lì ho iniziato a capire come sarebbe andata la giornata. Ripartiti, dopo un'altra ora e mezza di chiacchiere di sto infinito rompi maroni, arriviamo nella Hunter Valley. Una verdeggiante distesa di pianure e colline coltivate. Vitigni che ora si avvicinavano ora si allontanavano all'orizzonte (avevo già bevuto? no). Farm che punteggiavano il territorio. Emozionante, come l'attesa che preannunciava una giornata di gote rosse. Le premesse, a parte il sandwich d'aria, c'erano tutte. Ma, purtroppo, proprio come funziona con i vini, se la vista e l'olfatto promettono molto, poi il gusto deve mantenere e soddisfare. E' questo equilibrio, la prova olfatto/gusto, che fa capire se un vino è un buon vino o una sola pazzesca. Perché la vista e l'odore si posso "costruire" con tecniche raffinate, ma il gusto, belli de casa, o i chicchi c'hanno carattere e so pieni de sostanza, o so mosci e pieni d'acqua. L'equilibrio, in questa giornata è mancato. Per tanti motivi...heheheheheh.
Diciamo che anche se i vini non sono stati il massimo, na bella 'nciuccata ce la siamo presa.
E pensa che mal di testa alla fine, al ritorno. Pieni di vino e con Paolino che ancora c'aveva da dì sul paesaggio, sulle storie, sui vitigni. Ho capito! Statte zitto n'attimoooooooooooo!
Cmq, andiamo con ordine ad introdurre un'analisi organolettica dei nettari.
Abbiamo visitato in tutto tre produttori. Stavano bene, tutt'apposto.
Salute, allora! Cheers!
Tutti e tre ci hanno fatto più o meno assaggiare gli stessi vini.
Per i rossi, questa è la terra dello "Shiraz" e del "Cabernet Sauvignon".
Per i bianchi, questa è la terra del "Semillon".
Per i neri, questa è una terra come un'altra, tanto la lavorano sempre loro.
Zi Padrone!
Scherzo èh, ma è vero che le piantagioni sono monocolore.
Anzi, ecco l'idea per una campagna sociale: "Basta con la storia in bianco e nero".
Questo potrebbe essere il concetto in fase embrionale, va sviluppato, ma non mi va.
Canà pensace te.
Dall'esame prima lucido ma via via sempre più lucido nell'occhio, il palato del sisotto ha constatato che:

"I vini della Huntev Valley sono pvomettenti all'olfatto ma deludenti al gusto. Gli odovi sono di fvutta fvesca, fiovi, con sentovi di pesca, vaniglia. Ma puvtvoppo il sapove è acidulo, il legno si sente ma "allappa". Non hanno equilibvio, pavtono covposi e votondi pev finive a metà bocca lasciando solo acqua. Non pevsistono, si pevdono dopo un attimo. Mancano totalmente di stvuttuva. Sono sbilanciati, ova vevso gli acidi, ova vevso gli zucchevi. Penso anche che siano vini concentvati o con zucchevi aggiunti. Sembvano costvuiti apposta pev la vendita. Ed infatti sono frvutto di aziende molto giovani. Abbiam bevuto tutti 2005, 2006. Le stesse aziende esistono al massimo dal 2003. Non c'è stovia. Come dappevtutto qui in Austvalia".

Manacano di tradizioni tramandate, di botti di rovere che trasudano, di cantine impregnate di mosto. Sono tutti capannoni, nuovissimi, con macchinari spaziali e le botti dell'ikea.
Puro legno danese, bello, marrone chiaro, nuovo!
Manco la Playmobil ne farebbe di migliori.
E, ovviamente, in vino veritas.
Un nota di merito va però data all'impegno, lasciamoli crescere.
L'uva e il terreno buoni, secondo me, ci sono. E' l'arte che va sviluppata.
Non male i vini da dessert, simili al nostro passito o ad un moscato molto leggero.
"Il passito vuole un passato", ho detto ai produttori.
Hanno riso. (Peccato, volevo la pasta).
Ma mi sa che non l'hanno capita, il fatto è che non era solo una battuta.

Al calar del sole, ci siamo poi fermati a "desinare" come dice nonno, perché mangiare è "urrito", come pensa manu. Dicevo, ci siamo fermati in un'industria casearia.
Ecco, i formaggi meritano sul serio. Sono ottimi. E va detto.
Na scaciottata del genere non me la sono mai fatta neanche in Italia.
Ne avremo assaggiati una ventina. E nessuno che abbia deluso.
Qui è avvenuto il contrario, che ironia.
Gli odori erano disgustosi, puzza di piedi pura appena tolte le superga senza calzini, con la cremina tra le dita proprio. Ma il sapore, il sapore non dico ai livelli dei casei svizzeri, ma un bell'otto in pagella se lo sono meritato.

Quindi, puzzanti di formaggio dalla testa ai piedi (ovviamente) e ubriachi come carta assorbente, siamo tornati a casa.
E Paolino ancora parlava.

1 commento:

Bea ha detto...

Siso...ti prego...sto piegata in due...mi ti vedo con le guanciotte e il naso rosso con una puzza di vino misto a caciotta...ora si capisce perchè Paolino parlava parlava parlava...tra caciotte e vino. Baciotti sisotti