sabato 7 aprile 2007

Still alive

Arieccomi! Si, lo so, è passata una settimana dall'ultimo post. Non ho scritto per un po'. Ma il tempo è stato minimo e lo stato d'animo non era dei migliori. E' stata una settimana molto dura. Diciamo che dopo i primi giorni di entusiasmo e scoperta, in questo periodo ho realizzato e preso consapevolezza di essere dall'altra parte del mondo e di dovermi dar molto da fare per campare. Sì, è stata dura. E lo è tutt'ora. Mi sono sbattuto a destra e a manca per cercare un lavoro per mantenermi. Nel frattempo sono saltato come un grillo per le agenzie di pubblicità a chiedere colloqui. Non c'è stato un attimo di tregua. Posso definirla come la settimana dei momenti. Un momento correvo per cercare lavoro, un momento facevo delle prove per impieghi diversissimi tra loro, un momento conoscevo persone, un momento facevo nuove esperienze di vita, un momento mangiavo (poco devo dire...ho riperso i due chili...olè), un momento mi godevo il sole in Hyde Park...fino al momento in cui mi sono detto "Hey, un momento! Ma un momento per me?". Eccolo. Solo ora riesco a scrivere e a riprendere i contatti col mio Paese e con chi mi vuole leggere. E' una bella sensazione. Quando scrivo, mi sento più vicino. Mi sento un po' più a casa. E riesco a riordinare le idee. E quante sono. Cambierò stato d'animo un'ottantina di volte al giorno. I progetti, i sogni, i motivi per cui sono qui, prima mi innalzano, poi mi abbattono, poi mi risollevano. E in tutto questo cerco equilibrio. I'm settling in. Mi sto ambientando. E credo sia normale cambiare così velocemente prospettive e stati d'animo (normale per me che ci sono abituato...heheheheh). Sì, questa settimana mi è preso il cosiddetto "mostro". La nostalgia, i pensieri degli amici, della famiglia, delle condizioni che ho lasciato, del "ma che cazzo ci sono venuto a fare qui?". Anche per questo non ho scritto. Nei pochi minuti in cui trovavo un po' di spazio ho preferito stare con me stesso. Superare le difficoltà da solo, i pensieri "abbattenti" per conto mio. La base solida si sta costruendo bene. Ed eccomi qui a riscrivere. ;-)
La cosa più impressionante che ho vissuto è che in meno di 24 ore ho fatto tre lavori diversi: il lavapiatti, il cameriere e il venditore porta a porta.


IL LAVAPIATTI (la sera prima fino alle 2 di notte)

In un ristorante italiano, a Circular Quay, la zona più vecchia, più bella e più frequentata di Sydney. Il porto per intenderci. Sette ore a pulire piatti e pavimenti. Duro. Ma mi sono divertito. E' un'esperienza che in Italia stenterei a credere di accettare, ma qui è diverso. Qui ogni istante è una possibilità. In ogni luogo ci si mette alla prova. Ogni attimo è importante. Ogni attimo è vita. Questo sto imparando. E quanto imparo da ogni attimo. Perché non so mai ciò che accadrà in quello successivo. Non ti puoi programmare più di tanto qui, puoi "solo" vivere. Perché le cose le semini, è vero, ma è altrettanto vero che quando dici di sì alla vita e ti apri senza paure, le cose accadono per conto loro. Tutto questa filippica semplicemente per dire che al lavoro come lavapiatti ho detto no. Anche se mi pagavano 15 dollari l'ora per sei giorni full time la settimana. Ma non sono qui per questo. E' cmq stato molto interessante osservare la zella che lascia la gente. Toccarla con mano per pulire i piatti e le pentole. Sgrassare, oliare di gomito, strofinare. Ora saprò che cavolo significa proporre un Cif o un Dixan a una casalinga. Ma di questo parleremo quando si tornerà a disquisire sulla pubblicità. Ho rubato con gli occhi, anche se per poco, le dinamiche all'interno della cucina di un ristorante, e mi sono sentito parte manuale di un team a cui dare il mio apporto non mentale. "Kitchen hand", appunto. E poi mi hanno offerto un cenone aggratise by fear!


IL CAMERIERE (il giorno successivo dalle 7 di mattina all'ora di pranzo)

Mi sono alzato dopo aver dormito zero, che puzzavo ancora di rimasugli e saponi industriali.
Cacarel n° 5.
Vado in questo bar, che aveva anche una sala ricevimenti. E, guarda caso, quel giorno c'era un meeting dei dipendenti della H3G, la compagnia telefonica. Ma sono assurdi! A inizio meeting, una sorta di pranoterapeuta prende e inizia a far fare esercizi di yoga e di rilassamento interiore ai dipendenti. Poi discorsi motivazionali, in cui tutti si sentivano convinti e consapevoli della potenza del loro karma aziendale. Che risate. Me so tajato. Per 5 minuti. Perché poi m'hanno messo 7 ore, dico 7, a fare questo: "Good morning, tea or coffee?". E li che versavo thè e caffè come un manichino. Meno divertente del lavapiatti, meno remunerativo, meno impegnativo a livello mentale...e sto dicendo tutto... Perché accettare?
Infatti, bella pe' loro.


IL VENDITORE PORTA A PORTA (pomeriggio dello stesso giorno)

Questo già più interessante. Non fosse altro perché ti dà la possibilità di implementare il tuo inglese sul campo e di conoscere un sacco di gente che neanche ti risponde al campanello. Bello, davvero. Gli australiani sono aperti, le loro porte no.
E' il tipico lavoro dove ti danno pane e formaggino (neanche ai tempi di bim bum bam quando me lo preparavo il pomeriggio alle 16.30, accompagnato con lauta tazza di latte e cereali per vedere i cartoni...) come salario base. Ma le provvigioni sono fantastiche! Per ogni contratto che riesci a far firmare, ti danno i soldini. E puoi guadagnare fino a 600 $ la settimana! In un primo momento, vista la mia proverbiale ingenuità, ho pensato che fosse una cosa interessante. Ma poi a mente fredda, capito che sarebbe stato un lavoro sullo stile "herbalife" in Italia, una di quelle catene assurde dove parti rappresentante e ti prospettano di diventare un dio in una settimana, con tanto di angeli a trainarti la biga e possibilità di redimere e inquisire i tuoi nuovi rappresentanti, ho gentilmente declinato l'invito alla divina carica.


MORALE DELLA FAVOLA

Morale della favola, sto co le pezze in the back. Ma stasera lavoro come cameriere in un locale italiano. "Caffè Roma", si chiama. Speriamo porti bene. Ci sono stato. E' davvero molto carino. Ci lavorerei volentieri. Vediamo come và.
Intanto ho fissato colloqui in diverse agenzie.

Insomma, ho seminato e continuo a seminare. Spero di arrangiarmi intanto come cameriere.
E sinceramente spero presto di raccogliere i frutti. Nel senso che mi sa proprio che me ne andrò a fare il fruit picking nelle fattorie. E' un'esperienza che solo quando sei qui puoi capire quanto sia bello e interessante fare.

Ma adesso che un po' ho fatto, lasciamo che le cose accadano.
E il morale è tornato buono.

4 commenti:

D@di ha detto...

Che bello tornare a leggerti. Ma sì, hai ragione... devi stare tranquillo e accettare tutto quello che viene, senza abbatterti. E poi, se non altro, una volta che tornerai a fare pubblicità non avrai problemi a trovare slogan o idee per detersivi per piatti che lascino un profumo di gelsomino che dura fino al giorno dopo :).

Un abbraccio forte caro Siso e tanti auguri di buona Pasqua (happy Easter si direbbe laggiù). A presto e tieni duro!

PS: Ma qualche novità sulle australiane non ce le dai ;) ;)?

Bea ha detto...

Siso non ti abbattere! è normale cambiare umore mille volte al giorno,come è normale che sia dura.Lo hai detto tu stesso,i primi giorni si sta a 1000 ma poi uno realizza che deve iniziare a concludere qualcosa.dai, hai appena iniziato, la voglia e lo spirito non ti mancano, quindi FORZA!NON MOLLARE!...io nel frattempo mi sono fatta un anno più vecchia... :-( Baci baci

Bea ha detto...

Dimenticavo...TANTI AUGURI DI BUONA PASQUA!!!!Bea

L'AustraloSisotto ha detto...

E' vero! bes...tanti auguri di buon compleanno! Me ne ero dimenticato, scusami. anzi, sorry! ti riporto un cangurotto per regalo! e tanti auguri di buona pasqua! ghrazie per l'incoraggiamento...;-)