mercoledì 2 maggio 2007

Un altro giorno, Mark Knopfler.




Spesso, quando non ho niente da fare nel tardo pomeriggio, ma prima delle 6, perché alle sei qui è tutto chiuso, vado da "Allan's Music", un negozio di strumenti musicali.
Ce n'è per tutti i gusti. Chitarre acustiche, elettriche, classiche, dobro, pianoforti, clavicembali, batterie, pifferi, clarinetti. Manca solo la gigantografia di Renzo Arbore.
Un bel giorno, mi sono recato, come abitudine, in questo piccolo tempietto tutto sound.
Incuriosito da una chitarra molto familiare, una Fender Stratocaster, la tiro giù e mi metto su uno sgabello in un angolino a intonare "Romeo and Juliet" e poi "Sultans of Swing". Sulle note di quest'ultima, mi si fa innanzi un uomo di colore, vestito di nero. "Un promoter della Lindt?", mi chiedo.
No, non era un promoter della Lindt, era Rion. Un commesso del negozio.
Riconosciuta la melodia, mi guarda sorridente e, rivolgendomi la parola, mi dice "aspetta, vado a prendere una cosa".
Torna con un'altra chitarra e mi invita a ricominciare l'accompagnamento di Sultans of Swing. Io inizio, e accompagno alla meno peggio. E inizia pure lui.
Avevo i brividi. Mi ha cominciato a fare tutto il pezzo solista della canzone. Non ha mancato una nota. Io che accompagnavo e lui che solisteggiava. Dire che fosse tale e quale al tocco di Mark Knopfler sarebbe blasfemia, ma ci è andato parecchio vicino.
E alla fine, cosa che non credevo avesse potuto fare, ha chiuso con quell'assolo unico nella storia della musica. Quell'assolo che ogni volta che lo senti, c'hai il brulichìo sotto la pelle e senti che le corde che c'hai dentro vibrano pure quelle.
Un mostro. Un maestro.
L'abbiamo fatta tutta, suonavo col sorriso da ebete. Ma ho imparato.
Poi vabè, ha preso la mia Fender e si è messo a fare tutti pezzi ora di BB King, ora di Steve Ray Vaughan. Chevvelodicaffà. Ogni toccata era una lezione.
E così da quel giorno, quando torno da Allan's, cerco sempre Rion.
Ogni tanto lo becco. Il tempo di farmi insegnare qualche assolo, provare a ripeterlo, incazzarmi sistematicamente perché c'ho le dita che sono delle salsicce lente, e andare al piano di sopra a dare du' botte alle batterie per sfogarmi dall'incazzatura.
Poi riscendo, saluto Rion, e me ne vado al negozio della Lindt.
Mi sono promesso che, al primo vero stipendio, inizierò a mettere da parte per comprarmi una chitarra. Ma intanto, quando mi va, mi butto un'oretta a suonare a uffo da Allan's.
Ora però vado a cena. Menù della serata? Che domande, spaghetti alla chitarra. ;-)

Nessun commento: