martedì 1 maggio 2007

Un giorno, una Head Hunter.

Un giorno faccio un colloquio con Richard Morgan, il CD della BMF, una delle agenzie più rinomate e ambìte di Sydney. Come è facile intuire, questo mi scarica senza starci troppo a pensare. Ma, cosa inattesa, apprezzando comunque il mio lavoro, mi consiglia di contattare una Head Hunter, una scopritrice di talenti, che vive qui in città e sta ammanicatissima con tutte le agenzie.
Decido di chiamarla. Tale Esther Clerehan.
Ci mandiamo qualche mail, confermiamo via telefono.
L'appuntamento è alle 18:30 alla "Bayswater Brasserie" di Bayswater Road, in Kings Cross.
Mi sembrava uno di quei tipici incontri di due spie del KGB o dell'FBI.
Alle 18:35 entro nella Bayswater Brasserie. Locale altolocato, tavolini con drappi bianchi, candele fioche, luci soffuse. Chiedo di Esther.
Il Metre (che effettivamente era alto un metre) mi risponde che la signora sta arrivando, mentre mi accompagna al tavolo a lei riservato.
A regà, sembrava un incontro di Stato.
Arrivato al bar, da grande bevitore quale sono, ordino un succo di frutta. "Very strong", grazie.
Mi siedo, con il mio Mac portatile, al tavolino riservato a madame Clerehan.
In attesa curiosa, sorseggio il mio succo con cannuccia. Mentre mi spulcio tutta la lista di vini infinita, sotto la luce fioca de sta cazzo de candela! Ma la vogliamo accende na' luce? Nun se vede na' mazza!
Aspetto 5 minuti. Arriva lei.
Una donna sui quaranta, che si intuiva esser stata molto affascinante in gioventù. Adesso ero indeciso se fosse una cacciatrice di talenti pubblicitari o una appena uscita da un rave.
Sì, un po' sciatta. Come arriva e vede il mio succo, mi chiede "Stai poco bene?" - E io "No, perché?" - E lei "Quello è solo succo di frutta?" - E io "Sì". Al che prende il mio long drink, va dal barman e ci fa aggiungere un doppia dose di vodka, per poi riportarmelo al tavolo.
Qui è così, "non c'è due senza Dreher". Se non bevi alcool manco ti parlano.
Ci presentiamo, parliamo tanto. La cosa incredibile è che questa signora conosce i cavoli dei direttori creativi di tutta Sydney. Chi sono, quanti figli hanno, le mogli, le amanti, dove vanno in vacanza. E' amica con tutti. Mi sono anche chiesto se fosse una giornalista di "Novel, two thousand" (Novella 2000, edizione australiana).
Dopo aver saputo i c.... di tutti questi grandi cervelli, guardiamo il mio porfolio.
Rimane molto colpita da diversi annunci stampa e dall'operazione "gazzetta verde".
Mi chiede, come tutti i creativi che ho incontrato, se la "green gazzett" ha vinto premi. "No", gli rispondo. "E non so perché...". O meglio, il perché lo so ma non gliel'ho detto.
La gazzetta verde non è stata iscritta a nessun premio internazionale né italiano. Quando ho chiesto di iscriverla, sicuro che potesse vincere qualche cosa, mi è stato risposto che l'iscrizione costava troppo. Ma, lungi dal dirle la verità, ho glissato tenendomi l'incazzatura per me. Vabè...water gone...acqua passata.
Poi, vede lo spot del WWF. "Great! Wonderful!" mi fa. "Questo non solo entra in finale a Cannes, ma è un Oro sicuro...sono sincera".
Pronunciate queste parole, più la guardavo negli occhi, più si avvalorava in me l'ipotesi che questa fosse una uscita da un rave.
L'ho ringraziata, per carità. Ma gli ho anche detto che la sua previsione era sì lusinghiera, ma mi sembrava un po' troppo azzardata.
Cmq, continuavamo a dargli giù con lo shiraz australiano tra un commento e una storia.
E' certo che questa donna era affascinante davvero. Magnetica direi. Una di quelle persone che quando ti parlano ti guardano dritto negli occhi e ti comunicano anche solo con una alzata di ciglio. Sono rimasto ammaliato dalle storie e dalle esperienze che mi ha raccontato.
Ma la chicca è arrivata dopo circa un'oretta che parlavamo. E si è seduta al tavolo insieme a noi.
Più che chicca era proprio una checca. Era amico di Esther, l'aveva raggiunta al locale e si è seduta, ops, seduto al tavolo con noi.
Un omino alto una lattina de coca e du ceci a cavacecio. Faccetta simpatica. Occhi rivolti con fare sospetto al sottoscritto, il quale era già munito di rigide mutande di latta.
Certo, tutto mi sarei immaginato tranne che questo ometto fosse il miglior amico di David Droga. Ed Esther una delle sue più strette amiche.
Per chi non lo sapesse, David Droga non è un fattone, come si potrebbe facilmente intuire dal nome, ma uno, forse il più grande, dei pubblicitari su questo pianeta.
Eh sì, ero emozionato. Seduto davanti a un buon bicchiere di rosso, con persone che conoscevano molto da vicino David Droga. E infatti, parlando di sogni e di mettere su un giorno un'agenzia, siamo finiti col parlare di lui.
Mi hanno rivelato che in realtà, di tutti i leoni che ha vinto, lui ne avrà scritti e ideati uno o due. Perché la sua vera forza non è la creatività imprevedibile, ma il carisma. "He is the man. The perfect creative director. Everyone loves him. Because he's magnetic, full of life, full of energy. He's smart and clever". E' insomma uno che deve avere un ascendente notevole sulle persone per la sua energia e la voglia di fare che trasmette. E queste persone lo seguono, perché lui le sa gestire. David Droga è una droga. E poi è pure molto simpatico, mi hanno rivelato.
Cmq, venendo al dunque (che fa pure rima), la gentile Esther mi saluta dicendomi che chiamerà le persone che mi manca di vedere nel mio giro di colloqui. E poi mi farà sapere.
Voi l'avete sentita???
Mah, secondo me è tornata al rave...

E quelle persone me le sono, come al solito, andate a contattare io.
Che stresssssssssssss! ;-)

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